Ai nostri giorni, è
invalsa la credenza di aver conseguito
le conoscenze più avanzate a
partire dalle origini dell’umanità.
In realtà, i dati storici che
possediamo risalgono solo ad alcune
migliaia di anni, mentre antiche rovine,
miti, credenze religiose mostrano l’esistenza
di una Tradizione Sapienziale esistente
fin dai tempi preistorici che spesso
si dimostra superiore alla nostra, sebbene
ottenuta con mezzi diversi, di carattere
intuitivo piuttosto che razionale.
Alla base di questa Tradizione si può
presupporre l’esistenza di una
Dottrina Segreta, comune a tutti i popoli
antichi, che spiega le meraviglie delle
civiltà del passato.
Queste conoscenze non sono andate perdute;
tramandate attraverso vie sotterranee,
per celarle ai profani che ne avrebbero
fatto un uso distorto e pericoloso,
sono tuttora in possesso dei Maestri
o Guide dell’umanità, che
da sempre sorvegliano l’evoluzione
delle culture e delle razze che si susseguono
sul nostro pianeta.
Questi grandi Esseri, che con spirito
di sacrificio ed impegno costante hanno
superato lo stadio puramente umano,
attingendo livelli altissimi di consapevolezza,
si servono di discepoli che percorrono
il sentiero interiore per rivelare,
in momenti cruciali della storia, quando
la luce dello spirito sembra affievolirsi,
oppressa dal materialismo e da superstizioni,
alcuni aspetti di quella “Philosophia
Perennis” che ritengono utili
ad imprimere nuovo slancio all’evoluzione
collettiva.
Uno di questi discepoli fu, nell’Ottocento,
Helena Petrovna Blavatsky che fu scelta
dai Maestri per le sue qualità
eccezionali e la sua totale dedizione
alla causa. A lei si deve la fondazione
della Società Teosofica, in un
periodo in cui il positivismo da un
lato e l’integralismo religioso
dall’altro rischiavano davvero
di cancellare anche il ricordo delle
straordinarie potenzialità individuali.
Fu così che, dopo una serie strabiliante
di viaggi che la portarono in ogni angolo
del pianeta a contatto con i veri Maestri,
sfruttando le sue straordinarie facoltà
psichiche e seguendo fedelmente le ispirazioni
provenienti dalle sue Guide, pubblicò
una mole stupefacente di scritti che
non solo non derivavano dalla sua formazione
culturale, ma nemmeno lontanamente si
potevano attribuire alle conoscenze
di un singolo individuo, per quanto
acculturato egli potesse dimostrarsi,
tanta e tale era la messe dei riferimenti
e delle citazioni di tutte le discipline
che costituiscono il retaggio culturale
dell’umanità.
L’opera più famosa di H.P.B.
è “La Dottrina Segreta”
che, pur nella sua vastità ed
in dubbia complessità, resta
a tutt’oggi un monumento capace
di aprire orizzonti nuovi agli occhi
del lettore desideroso di studiare non
solo i fenomeni del mondo circostante,
ma di risalire alle cause che li hanno
prodotti, interrogandosi anche sui fini
della vita individuale e della manifestazione
cosmica.
Questo immane lavoro, frutto di Menti
eccelse che hanno ispirato la compilatrice
del testo (come H.P.B. umilmente si
definiva), sfrondato delle vaste digressioni
e dei riferimenti non essenziali, può
ridursi all’enunciazione di QUATTRO
IDEE BASILARI: 1) L’Unità
dell’Esistente. 2) L’onnipresenza
della Vita. 3) L’uomo come microcosmo.
4) L’analogia tra macrocosmo e
microcosmo.
Da ciò derivano TRE PROPOSIZIONI
FONDAMENTALI: 1) L’esistenza di
un’Origine ineffabile su cui è
inutile speculare. 2) L’eternità
di un Universo che si manifesta ciclicamente.
3) L’identità sostanziale
di tutte le anime con l’Anima
Universale ed il loro graduale risveglio
attraverso il ciclo delle rinascite,
governato dalla Legge del karma.
Se si esamina tutto ciò con animo
sereno e mente sgombra da pregiudizi,
bisogna riconoscere alcuni FATTI INCONTESTABILI:
1) Questa Saggezza non è frutto
d’improvvisazione, per quanto
geniale possa essere il suo estensore,
ma retaggio di conoscenze accumulate
fin dalla notte dei tempi. 2) Procedendo
a ritroso, occorre postulare l’esistenza
di un Principio Unico come Causa del
Tutto. 3) L’Universo è
la manifestazione ciclica di questo
Ente Assoluto. 4) L’Universo è
illusorio, proprio perché temporaneo;
quindi, bisogna penetrare il “velo
di maya” alla ricerca della Realtà
ultima. 5) Ogni cosa nell’Universo
è dotata di coscienza. 6) L’Universo
è regolato da Leggi elaborate
da Intelligenze superiori.
La Dottrina Segreta, dunque, può
identificarsi con le conoscenze diffuse
ai primordi della storia, integrate
successivamente dagli insegnamenti impartiti
da grandi Adepti.
I testi originari ed i Commentari che
ne permettevano la corretta interpretazione
sono stati per tempo prudentemente occultati
da Iniziati che ne hanno così
impedito la profanazione e l’uso
sconsiderato in un periodo di involuzione
e di decadenza.
La Blavatsky ha potuto rivelare ciò
che i Maestri hanno ritenuto opportuno,
dopo aver ricevuto le informazioni necessarie
attraverso i sensi psichici risvegliati:
chiarudienza, chiaroveggenza, telepatia.
L’impatto che queste rivelazioni
ebbero all’epoca fu enorme; fu
come se un gigantesco ariete assestasse
formidabili colpi alle mura che imprigionavano
i popoli soprattutto in Occidente, dove
i contatti col mondo orientale erano
stati interrotti da secoli. Questo spiega
il livore, le calunnie ed i tentativi
operati soprattutto dalla Chiesa cattolica
per impedire la divulgazione di queste
verità.
La complessa esposizione di queste dottrine
senza tempo, che diedero origine a tutte
le scienze, le filosofie e le religioni
che seguirono nella storia, alterandone
però volutamente o inconsapevolmente
i contenuti, inizia descrivendo la genesi
cosmica e si conclude con le vicende
delle cinque Razze –Madri succedutesi
sul nostro pianeta, fino a quella attuale
che sta completando il suo ciclo evolutivo,
trovandosi ad un punto davvero cruciale
della sua esistenza, in cui verranno
decisi i suoi futuri destini.
*******
Cosmogenesi
La storia della creazione
del mondo è stata esposta in
molte cosmogonie apparse in varie epoche
e presso molti popoli.
Questa, però, non solo ne rappresenta
la versione più antica che si
possa immaginare, ma anche l’unica
priva di interpolazioni successive ed
interpretazioni opinabili, perché
frutto di una visione diretta, attuata
da veggenti e profeti iniziati che avevano
il potere di rifletterla dalla Mente
Universale.
Questi Esseri eccelsi l’hanno
poi trasmessa alle prime razze dotate
di coscienza comparse sul nostro pianeta.
Da allora, venne appresa la Legge eterna
della periodica manifestazione di un
cosmo e del suo riassorbimento nell’Origine.
Nessun testo scritto riporta al completo
questa dottrina. Infatti, i Veda ne
svelano solo l’aspetto metafisico
e le Upanishad richiedono una chiave
di lettura sconosciuta anche agli orientalisti,
perché perduta fin dai tempi
del Buddha, senza contare che ciò
che resta è solo una parte esigua
rispetto all’originale sanscrito.
La versione originale della Cosmologia
segreta è gelosamente custodita
presso inaccessibili monasteri transhimalayani
ed è conosciuta solo dagli Smarta
Brahmani, la setta advaita, cioè
non-dualistica, fondata dal più
grande Iniziato della storia: Shri Shankaracharya.
Tutto il suo sterminato contenuto è
sintetizzato in poche righe di segni
e simboli geometrici incisi su foglie
di palma rese inalterabili da un procedimento
sconosciuto.
H.P.B. afferma di aver avuto accesso
a questo documento unico, ricorrendo
alla chiaroveggenza per concessione
dei Maestri che l’hanno assistita
nel suo lavoro di trascrizione paziente.
Questo testo antichissimo è chiamato
dall’Autrice “Le Stanze
di Dzyan”, la cui esistenza è
stata negata dalla paludata scienza
ufficiale. A sua difesa, però,
si può dire che esso presenta
impressionanti analogie con gli “Inni”
del “Rig Veda” o con il
primo libro delle “Upanishad”
detto “Il sacrificio del cavallo”,
anch’essi riferiti alla cosmogenesi.
Ciò conferma non solo l’assoluta
identità delle dottrine esposte,
ma anche la validità delle “Stanze”.
I denigratori di H.P.B. dovrebbero ammettere,
pertanto, il proprio errore; infatti,
l’accusarono di aver propalato
il falso, o dottrine spurie di matrice
neospiritualistica; quando, invece,
era perfettamente in linea con le più
antiche dottrine tradizionali riconosciute
valide anche dagli accademici.
È vero, tuttavia, che le “Stanze”
siano sconosciute sia agli orientalisti
che ai filologi; ciò si spiega
col fatto che esse contengono la Sapienza
Primordiale di razze ora scomparse.
Il testo è gelosamente custodito
dai Grandi Adepti ed H.P.B. ha avuto
accesso ad esso grazie all’apertura
dell’occhio di Dagma, cioè
a facoltà chiaroveggenti.
Di questo testo scritto in lingua a
noi sconosciuta, il sensar, l’Autrice
ha visto dei simboli, che ha illustrato
e tradotto in parole, divulgando solo
quel tanto che non fosse pericoloso
per l’attuale umanità,
previa approvazione dei Maestri, di
cui lei era un emissario.
Le “Stanze” si riferiscono
alla formazione del nostro sistema solare
dopo il “pralaya”, ovvero
il suo ciclico riassorbimento; la nascita
dell’universo, infatti, costituisce
materia troppo complessa per le comuni
menti umane.
L’esposizione della cosmogonia
incontra due grandi ostacoli: la complessità
degli argomenti trattati e l’inadeguatezza
di ogni lingua moderna a rendere in
modo preciso dei concetti tanto eccelsi.
Comunque, quanto segue è il massimo
che si possa esprimere in termini razionali.
All’inizio della
manifestazione universale (manvantara),
bisogna postulare l’esistenza
di una Sostanza-Principio Unica
Divina e Omogenea, la Causa
Radicale Una, da immaginare
come un Punto Centrale da cui il Tutto
emerge, attorno a cui ogni cosa gravita
e verso cui torna alla conclusione di
ogni ciclo cosmico (pralaya).
Esso è chiamato Sostanza-Principio,
perché assume una forma nell’Universo
manifestato, ma resta un Principio nello
Spazio Astratto che non ha inizio e
fine; dunque, si rende alternativamente
visibile ed invisibile.
È una Realtà onnipresente,
perché contiene il Tutto ed è
latente in ogni atomo dell’Universo
sotto forma di Energia dinamica.
È impersonale, perché
non può essere definito, se non
s’intende ridurlo ad elemento
distinto ed individualizzato.
L’Universo stesso è la
manifestazione di quest’Essenza
Assoluta ineffabile e, quindi, sconosciuta.
Pertanto, sarebbe puerile non solo definirlo
un essere, ma anche Spirito Assoluto
(Parabrahman) o Materia Primordiale
(Mulaprakriti), poiché comprende
entrambi.
Esso è l’Uno Assoluto che,
nella fase di preesistenza, diviene
il Due, suo primo Velo, emanazione o
Primo Logos.
L’intero Universo
o manifestazione fenomenica è
maya o illusione temporanea, ma appare
reale agli esseri coscienti che vi dimorano.
Nei regni dell’Universo tutto
è dotato di coscienza, perché
non esiste materia completamente inerte
ed inconsapevole.
L’Universo appare, perché
mosso da un Pensiero o un’Ideazione,
da un atto di Volontà e da un
Desiderio di attuazione.
La manifestazione cosmica è detta
macrocosmo ed obbedisce alle stesse
Leggi a cui soggiace l’essere
umano o microcosmo, guidato in ogni
sua azione da impulsi interiori che
si traducono in realizzazioni esteriori.
Pertanto, ovunque è valido l’assioma
ermetico del “come in alto così
in basso”, come in cielo così
in terra.
L’Universo, quindi, è guidato
dall’esterno all’interno
da una serie innumerevole di Gerarchie
di Esseri intelligenti e senzienti,
ognuna con una missione specifica da
compiere.
Essi sono detti, a seconda delle varie
tradizioni, Dhyan Chohan, Angeli o Messaggeri,
Agenti delle Leggi karmiche e cosmiche,
Elementali.
Ognuno di questi Esseri ha già
attraversato lo stadio umano, se fornito
d’intelligenza, o si appresta
a viverlo, in questo o in un altro ciclo,
se è a livello di Elementale
o spirito di Natura.
Nel primo caso, presentano una natura
più evoluta, perché privi
del senso della personalità e
dell’emotività; non possiedono
un corpo materiale e soggiacciono meno
all’illusione o maya, essendo
puro elemento spirituale.
Anche nel secondo caso, però,
non hanno comunque il senso della personalità,
perché si apprestano solo ora
ad assumere un corpo terrestre; la separatività
distinta, infatti, è una prerogativa
tutta terrena.
L’individualità, tuttavia,
sussiste come caratteristica collettiva
di ogni rispettiva Gerarchia, ma non
è percepita dalle singole unità
che la compongono. Pertanto, quanto
più la coscienza di una Gerarchia
si accosta al livello dell’Omogeneità
e dell’Uno Divino, tanto più
perde il senso ed il limite dato dall’individualità.
Come per gli esseri umani, anche per
le Gerarchie l’unico principio
immortale è quello interiore
e non il rivestimento differenziato
che ha una sua durata limitata, anche
se di gran lunga superiore rispetto
a quello terrestre.
Questi Angeli rendono operanti le Leggi
di Natura nel mondo manifestato, ma
non “proteggono” alcuno
e tantomeno svolgono il ruolo di giustizieri
per conto di un Dio collerico, come
si vuol far credere nelle espressioni
religiose di tipo exoterico o nei cascami
della new age, appunto perché
privi di elementi propri di una personalità
terrena.
È dunque del tutto inutile e
sciocco tentare d’ingraziarseli
con pseudo riti propiziatori, perché
anch’essi, come gli esseri umani,
sono ancora soggetti alla Legge del
karma.
L’uomo, invece,
essendo composto della medesima essenza
che costituisce queste Gerarchie celesti,
può conseguire una parità
con esse, qualora sia consapevole dell’identità
esistente tra il suo sé superiore
ed il Sé Assoluto.
Pertanto, raggiunto il loro stesso piano,
diverrà partecipe dello spirito
di solidarietà ed armonia che
là regna, ottenendone così,
di riflesso, anche la protezione.
Quindi, tutti coloro che si ostinano
ed insegnano ad “invocare”
e a “chiedere”, rivolgendosi
sia ad un Dio antropomorfizzato che
a Santi, Angeli, spiriti o extraterrestri
che siano, impediscono per ciò
stesso all’umanità di evolvere
verso la Meta, contribuendo a mantenere
una distanza incolmabile tra Spirito
e materia, demonizzando per giunta quest’ultima,
incapaci di considerarla un’espressione
del divino.
Non si considerano nemmeno, in questa
sede, i materialisti che negano a priori
l’esistenza di qualsiasi essere
che non si possa percepire attraverso
i cinque sensi o gli strumenti forniti
dall’attuale tecnologia che ne
costituiscono il prolungamento.
Per concludere l’argomento relativo
alle Intelligenze Angeliche, va precisato
che la loro coscienza è diversa
da quella che si acquisisce attraverso
l’esperienza umana, perché
questi Esseri appartengono ad una dimensione
metafisica, corrispondente alle prime
differenziazioni dell’Uno nella
manifestazione.
Si può dire, quindi, che tutto
l’ordine naturale presenti un
orientamento verso una Vita superiore.
Pertanto, non esiste la casualità,
ma un Piano ben definito.
La Natura, dunque,
non è affatto incosciente, essendo
un’emanazione della Coscienza
Assoluta; essa è costituita da
un aggregato di forze manovrate da esseri
semi-intelligenti (Elementali) guidati
da Elevati Spiriti Planetari (Dhyan
Chohan), il cui insieme forma il Verbo
Manifestato del Logos Immanifesto, cioè
la Mente dell’Universo e la sua
Legge immutabile.
L’Universo, dunque,
assume un aspetto ternario, alla cui
origine va posto l’Eternamente
Esistente che emana da sé il
Pre- Esistente che a sua volta si manifesta
nel Fenomenico (dal verbo greco fàinomai
= apparire), il mondo dell’illusione
formato dai riflessi e dalle ombre della
Realtà più vera che resta
nascosta agli occhi dei profani.
Questo è il senso più
recondito della Trinità, svelato
dalla Filosofia Esoterica. Il Tutto
è trino, ma in essenza è
Uno, perché promana dal Germe
Centrale, l’unico immutabile ed
eterno.
La Gnosi o Conoscenza
Occulta tramanda da tempo immemorabile
questi insegnamenti che, anche solo
attraverso questa estrema sintesi, si
rivelano molto più credibili
non solo di tutte le altre Scritture
che ne divulgano l’aspetto exoterico,
ma anche del pensiero cosiddetto scientifico
viziato da un materialismo di fondo
che, per sua stessa ammissione, non
è in grado di risalire alla Causa
che ha prodotto il mondo fenomenico
e di comprenderne lo scopo ultimo, limitandosi
pertanto ad analizzare solo un segmento
di una Realtà ben più
vasta e, quindi, condannandosi a brancolare
nel buio, tra una ridda d’ipotesi
incapaci di approdare ad una visione
organica del tutto.
La vera Conoscenza, quindi, non può
essere frutto della percezione sensibile
o di elucubrazioni intellettualistiche
elaborate dalla mente razionale (manas),
ma deve integrare le cognizioni ricavabili
da queste prime fonti d’informazione
con l’apporto dell’intuito
proprio dell’anima (buddhi), capace
di lanciare un ponte verso lo spirito
(atma).
Quanto i Maestri hanno rivelato attraverso
H.P.B. non è certo la Verità
ultima, non si presume tanto, ma solo
un’aggiunta ed un chiarimento
a quanto è stato in precedenza
divulgato erroneamente, spesso interpretando
in modo parziale ed arbitrario le rivelazioni
di Adepti, Iniziati e Fondatori di religioni,
non compresi dai loro discepoli, in
buona o cattiva fede che fossero.
Per questo, è necessario chiarire
ed integrare quanto già detto,
così da permettere, almeno a
coloro che si dimostrano desiderosi
di compiere un ulteriore passo sul cammino
della conoscenza e della realizzazione
interiore, di liberarsi gradatamente
dalle tenebre dell’ignoranza e
della superstizione che bloccano il
percorso evolutivo degli individui.
È normale che la diffusione di
questa conoscenza più vasta ed
adatta all’umanità odierna,
che faticosamente sta uscendo da uno
stato di minorità intellettuale
svincolandosi dalla morsa del principio
di autorità esterna, incontri
la resistenza di chi rimane arroccato
su posizioni ormai indifendibili.
Costoro, però, si dovranno piegare
all’evidenza dei fatti, perché,
come dicono i Maestri, “non vi
è religione superiore alla Verità”
e col termine “religione”
s’intende riferirsi non solo ai
dogmi imposti dalle varie fedi positive,
ma anche a quelli della scienza materialistica.
Fatti concreti e verificabili da tutti
coloro che sceglieranno di uscire dal
gregge, per incamminarsi sull’impervio
sentiero interiore in cui conoscenza
ed esperienza s’integrano a vicenda,
convinceranno i dubbiosi.
Sarà così che un drappello
di pionieri volenterosi aprirà
gradualmente la strada ad un numero
sempre più consistente d’individui.
Questo sta già accadendo in un
mondo in cui i vecchi sistemi e credenze
ritenute immutabili iniziano a vacillare
ed a perdere i consensi di cui godevano.
Tutto si compirà in un moto di
rinnovamento sempre più accelerato,
perché l’umanità
si trova ad un bivio, ad una svolta
epocale, in un momento davvero cruciale
della sua storia, in cui chi è
pronto al grande cambiamento compirà
un balzo qualitativo capace di ampliare
notevolmente la coscienza individuale.
Tra le accuse più comuni che
vengono mosse alla Dottrina Segreta
persiste quella di ateismo. In verità,
essa rifiuta solo l’idea erronea
di un Dio antropomorfico, ma ammette
quella di un Logos che ha fornito l’Ideazione
Universale, lasciando poi alle Schiere
di Poteri e di Forze Intelligenti l’edificazione
concreta dell’intero sistema.
Questo Demiurgo non è una divinità
personale o un Dio extracosmico ancora
troppo umano, ma l’aggregato dei
Dhyan Chohan e delle altre Forze insite
nella Natura.
Pertanto, si può davvero dire
che Dio è morto, ma riferendosi
solo al Dio personale immaginato da
un’umanità ancora bambina.
I Dhyan Chohan presentano una duplice
natura, essendo composti dall’Energia
irrazionale insita nella Materia e dall’Anima
Intelligente o Coscienza Cosmica che
la governa; quest’ultima riflette
l’Ideazione della Mente Universale
ed induce i Costruttori dell’Universo
a manifestare periodicamente una serie
di cosmi in cui si attua la Legge del
karma.
L’opera del Demiurgo e dei Dhyan
Chohan, tuttavia, non è esente
da errori e sfocia spesso in insuccessi;
pertanto, l’umanità può
mostrare gratitudine nei loro confronti,
non tributando però un culto
che deve invece essere riservato solo
all’inconoscibile Causa senza
Causa (Karana).
Tale culto andrebbe esplicato in modo
diverso dall’attuale, cioè
senza templi e riti esteriori, ma adorando
il Dio Ineffabile in Spirito e Verità,
collegando il sé divino che costituisce
il vero Io di ciascuno con il Sé
Universale, mediante la meditazione
insegnata dai Maestri, in Oriente come
in Occidente.
In tal modo, si può collaborare
validamente con le Energie Intelligenti
che cercano di attuare il Piano divino
predisposto per favorire l’evoluzione
universale, perché si favorisce
un’espansione di coscienza che
sfocia nell’illuminazione finale.
La Mente Una Infinita e Universale usa
la Materia come Base
Fisica (Upadhi) per costruire le sue
ideazioni; questa Sostanza del mondo
è eterna nella sua essenza, ma,
prima della manifestazione, si trova
in uno stato di passività ed
inerzia, da cui esce per l’impulso
che le viene impresso dal Potere attivo
della Divinità (Fohat).
In ciò consiste l’azione
fecondante dello Spirito sulla Materia
che provoca la nascita di un nuovo Universo,
grazie all’azione di due forze,
quella centrifuga e quella centripeta,
due aspetti dell’unica Forza Primordiale,
per un Periodo ben determinato (manvantara),
prima del riassorbimento (pralaya) nell’Origine
indicibile e sconosciuta (Parabrahman).
Questa verità rivelata dai Maestri
svela il vero significato del dogma
che la religione cattolica ha sempre
ammantato di mistero: quello della Madre
fecondata dallo Spirito che dà
la vita al Figlio, pur mantenendo la
sua verginità.
Come si vede, l’intelletto umano,
sorretto dall’intuizione, può
librarsi molto in alto, armonizzando
fede e ragione, così da conciliare
gli opposti, senza scadere per questo
in inverosimili arzigogoli teologici
capaci di ridurre grandiosi eventi cosmici
alla parabola exoterica della famigliola
di Nazareth.
Inoltre, occorre sfatare un altro errore
ricorrente in molte religioni positive:
quello di una creazione dal Nulla.
La Dottrina Esoterica parla invece di
questo duplice Movimento Perpetuo, detto
anche il Giorno e la Notte di Brama,
che trasferisce il Cosmo dal piano dell’Eterno
Ideale a quello della manifestazione
oggettiva che è detta illusoria,
a causa della sua impermanenza.
Si passa, quindi, dal Noumeno al fenomeno,
senza che nulla si crei dal niente e
nulla si distrugga per sempre. Occorre
comprendere che tutto ciò che
è, fu e sarà esiste eternamente
nella dimensione ideale. Le forme, infatti,
sono transeunti nella fase della condizione
oggettiva, ma esistono come Idee nell’Eternità
precedente la manifestazione e, quando
scompariranno, sopravvivranno come riflessi.
La Natura, quindi, e l’uomo non
potranno mai porre in atto o anche solo
immaginare delle forme, il cui prototipo
non esistesse già sul piano soggettivo
od astratto.
Nulla, pertanto, è mai stato
creato e nulla viene completamente distrutto,
ma si espande dall’interno all’esterno
e viceversa in un ciclo continuo che
viene detto divenire (samskara).
Ora, anche la forma umana, come ogni
altra del resto, è sempre esistita
come prototipo eterico nell’Eternità;
per cui, gli Esseri spirituali che dovevano
oggettivarla l’hanno fatta emergere
dalla loro stessa essenza come un modello
supersensorio, su cui si sono esercitate
in seguito le Forze naturali, per plasmarne
l’involucro esteriore.
Va detto che il modello iniziale conteneva
in sé tutti gli elementi costitutivi
delle forme minerali, vegetali ed animali;
è per questo che l’involucro
esteriore dell’uomo, prima di
assumere l’aspetto attuale, è
passato attraverso ogni corpo dei regni
biologici inferiori.
In sintesi, dunque, si può dire
che il Cosmo sia emanato dalla Protomateria
Primordiale (Mulaprakriti), dal Padre-Madre,
dalla Matrice Universale nel suo duplice
aspetto di Macrocosmo e Microcosmo.
Nulla nasce e nulla muore, ma tutto
si trasforma, seguendo un Piano intelligente,
volto all’evoluzione ed al perfezionamento
infinito di tutte le forme.
Pertanto, è ridicolo ed inutile
chiedersi se sia nato prima lo Spirito
fecondante o la Materia fecondata, essendo
due aspetti di un’unica Sostanza
eternamente esistente nella sua dimensione
indicibile.
Per quanto riguarda, invece, le Forze
o Poteri intelligenti o semi-intelligenti
che governano e plasmano l’Universo,
si può dire che essi abbiano
nomi e qualità diverse, a seconda
delle varie tradizioni, filosofie o
ideologie.
La Dottrina Esoterica li chiama Dhyan
Chohan ed Elementali; la teologia cristiana
li divide arbitrariamente in Angeli
e dèmoni, creando così
un assurdo dualismo tra cielo e terra,
tra spirito e materia; gli spiritisti,
dal canto loro, alimentano la credenza
solo negli spiriti dei cosiddetti defunti;
la scienza materialistica, infine, nega
e ridicolizza l’esistenza di qualsiasi
entità metafisica.
Ai nostri giorni, gli occultisti ed
i cabalisti restano i soli custodi delle
tradizioni più autentiche; essi,
infatti, parlano dei dèmoni in
senso socratico, cioè come gli
spiriti che custodiscono la razza umana,
fornendole alcuni principi essenziali
per un’ulteriore evoluzione, quali
quello mentale (manas) o quello della
consapevolezza spirituale (buddhi).
Queste entità, dunque, non hanno
nulla di malevolo o di negativo ed in
sanscrito sono detti Pitri, i Padri
dell’umanità attuale.
Oggi, però, viviamo nel pieno
dell’Età Oscura (Kali Yuga)
e non c’è da meravigliarsi
se l’ignoranza e l’arroganza
trionfino.
Da un lato, i materialisti negano tutto,
salvo le apparenze, gli effetti, le
ombre di Qualcosa che sfugge alla rilevazione
dei sensi ed alle dimostrazioni di laboratorio;
dall’altro, gli archeologi comprimono
l’Antichità in spazi angusti,
corrispondenti alla datazione dei reperti
in loro possesso, rifiutando per ciò
stesso la cronologia tramandata dalla
Sapienza Antica. Ed ancora: uno stuolo
di orientalisti e storici, privi ormai
delle chiavi adatte alla lettura del
passato, brancolano nella giungla fatta
di ipotesi contraddittorie e di scetticismo.
Nonostante ciò, i Maestri dicono
che tutto procede per cicli che si ripetono;
pertanto, i fatti negati, la storia
ripudiata dallo scetticismo moderno
e la Verità rivelata in passato
riaffioreranno con la forza dell’evidenza
che non potrà più essere
negata.
E ciò sia di conforto e di sprone
a quanti hanno mantenuto viva la memoria
di quegli insegnamenti, trasmessi come
fiamma perennemente viva per vie sotterranee
attraverso le epoche.
*******
Antropogenesi
La sezione della Dottrina
Segreta denominata “Antropogenesi”
consta del commento di dodici Stanze
composte di 49 versetti (sloka) ciascuna,
concernenti l’apparizione e l’evoluzione
dell’uomo sulla Terra, nonché
di riferimenti al Simbolismo Arcaico
presente nelle varie Religioni relativo
allo stesso tema ed, infine, del confronto
con le scoperte effettuate in merito
dalla scienza moderna.
Le suddette “Stanze” fanno
parte del già citato “Libro
di Dzyan”, ancora celato agli
occhi dei profani, di cui si sono esaminate
le prime sette nell’estratto della
“Cosmogenesi”.
In estrema sintesi, si può dire
che vi si afferma: 1) La comparsa e
l’evoluzione dell’uomo in
sette Razze Madri distinte tra loro
e dislocate in vari continenti. 2) La
formazione di un corpo eterico come
modello di quello fisico. 3) La precedenza
dell’uomo rispetto ai mammiferi.
Come si vede, la scienza moderna potrebbe
ricavarne indicazioni preziose, utili
a correggere alcuni errori o ad orientare
in senso giusto le ricerche; alcuni
pensatori più lungimiranti hanno
cominciato a farlo.
H.P.B. produsse, all’epoca, una
vera e propria rivoluzione in ambito
scientifico e religioso, distinguendo,
su ispirazione dei Maestri, due momenti
nell’ambito evolutivo: il primo,
relativo ai regni biologici inferiori,
in cui la spinta evolutiva è
data non solo dalla selezione naturale
e dall’adattamento all’ambiente
come voleva Darwin, ma soprattutto dalla
tendenza finalistica insita nella stessa
materia organica; il secondo, riguardante
gli esseri umani, guidato da Forze Spirituali
che hanno dotato l’uomo di una
forma d’intelligenza autocosciente.
Ciò spiega sia lo stupefacente
balzo qualitativo compiuto dagli individui,
a differenza dagli altri viventi, che
l’impossibilità di trovare
il famoso “anello mancante”
in grado di collegare le varie specie.
L’agente evolutivo viene, pertanto,
collocato non a livello materiale, ma
psichico e spirituale; il Piano, quindi,
opera dall’alto in basso e rivela
un intento finalistico, cioè
un’Origine intelligente.
Grazie, poi, alla visione diretta dei
Maestri, la Blavatsky afferma che la
Prima Razza Radice detta Iperborea,
non possedeva consistenza fisica, ma
eterica e fantomatica.
Col passare del tempo, calcolato in
milioni di anni, si diffusero la Seconda
Razza, non molto dissimile dalla prima,
e poi la Terza Razza, detta Lemuriana
dal continente d’origine nel Pacifico;
quest’ultima presentava un aspetto
scimmiesco di statura gigantesca, di
cui è rimasta traccia nelle enigmatiche
statue dell’isola di Pasqua.
Tali rivelazioni spiegano anche perché
non si siano trovati fossili delle prime
razze, prive di un corpo denso, antecedenti
alla comparsa dei mammiferi, cioè
risalenti a ben sessanta milioni di
anni fa.
La scienza moderna ha rifiutato queste
dottrine, attribuendole a fantasie puerili,
fin quando non si è scoperta
l’esistenza dei “campi morfogenetici”
di carattere bioelettrico, capaci di
organizzare a priori le funzioni, la
crescita ed il declino di ogni struttura
organica.
È un altro modo di definire quello
che la Teosofia o Sapienza Divina chiama
“doppio eterico”, elemento
costituente le prime Razze apparse sul
nostro pianeta.
Di quanto sopra si può avere
una conferma in testi ebraici, egizi,
assiro-babilonesi, caldaici e accadiani
consultabili dagli studiosi. La stessa
Bibbia, nonostante evidenti interpolazioni,
conserva ancora un ricordo di quegli
antichissimi eventi, quando dice che
Adamo fu invitato da Dio a dare un nome
agli animali che andava creando; da
ciò si desume che la comparsa
dell’uomo preceda quella di altri
esseri viventi.
Per non parlare poi dei due “Creatori”:
il Logos del primo capitolo della Genesi
ed il Signore Iddio del capitolo successivo,
identificabile con i Poteri Intelligenti
che edificano il cosmo. Infatti, nel
testo originale ebraico, si parla di
Elohim, al plurale.
Due, quindi, sono anche le cosiddette
“Creazioni”, termine improprio
come s’è visto nella “Cosmogenesi”,
trattandosi piuttosto di successive
emanazioni dall’Unico Principio;
comunque, la prima ha dato origine ai
Sette Uomini Primordiali o Dhyan Chohan
e la seconda ai gruppi umani successivi
alla “caduta”.
Tornando alla Dottrina Segreta, si apprende
che la prima Razza apparve sulla Terra
Sacra Imperitura, di cui si sa ben poco,
l’unica destinata a durare fino
alla fine dell’attuale manifestazione
(manvantara); si formò poi il
Continente Iperboreo, dotato di un clima
ideale, a sud e ad ovest dell’attuale
Polo Nord, dove si sviluppò la
seconda Razza; in seguito, emerse il
terzo continente detto Lemuria, esteso
dall’Oceano Indiano all’Australia,
che verrà quasi del tutto inghiottito
dalle acque; successivamente, è
la volta di Atlantide, di cui l’ultimo
frammento è menzionato da Platone
nei Dialoghi Timeo e Crizia. Infine,
si arriva all’ultimo, corrispondente
all’Europa e all’America,
dove si sviluppa l’attuale Quinta
Razza Radice, la nostra, detta Ariana.
Nei milioni di anni, la faccia della
Terra subisce enormi cambiamenti causati
da cataclismi che ne alterano l’aspetto:
l’inversione dei poli magnetici
ed alternativamente il fuoco e l’acqua
distruggono i suddetti continenti; di
ciò resta traccia nei miti e
leggende di tutti i popoli.
Ciò spiega anche i drastici cambiamenti
climatici che si produssero nelle varie
epoche, causando l’estinzione
di specie animali o di intere civiltà.
La Sesta e la Settima Razza Radice devono
fare ancora lo loro comparsa, anche
se i primi esemplari si possono rintracciare
in California, Australia e Nuova Zelanda.
Da ogni Razza Madre si dipartono poi
sette sotto-razze, che a loro volta
presentano ulteriori ramificazioni.
Le notizie relative alle prime Razze
sono ricavate in massima parte, come
si è visto, dagli Archivi Segreti
degli Adepti spirituali; tuttavia, esiste
una vasta messe di tradizioni scritte
ed orali presso i vari popoli che conservano
memoria di quegli eventi preistorici;
si può indagare in questa direzione
in Cina, India, presso civiltà
precolombiane, in Medio Oriente.
Così, l’esistenza di esseri
giganteschi è comprovata dal
ritrovamento negli strati del Miocene
di fossili dotati di statura abnorme,
nonché dalle tradizioni mitologiche
ebraiche e greche.
Del resto, l’esistenza di civiltà
e continenti scomparsi, in cui si raggiunse
uno sviluppo anche tecnologico elevatissimo,
può essere desunta dalle affinità
tra flora e fauna sulle due sponde dell’Atlantico,
nonché da somiglianze etniche
e culturali che sussistono tra popoli
viventi agli antipodi.
Inoltre nell’Atlantico, a tremila
metri di profondità, sono stati
rinvenuti frammenti di lava vetrosa
che si forma solo per raffreddamento
all’aria e non sott’acqua,
come avviene per quella cristallina;
ciò dimostra che quel fondo oceanico
un tempo era emerso.
Ed ancora: nella seconda metà
del ‘900, vennero effettuate esplorazioni
sottomarine al largo delle Canarie e
delle Bermuda, dove sono state fotografate
rovine di mura ciclopiche squadrate
in modo perfetto, grazie all’uso
di strumenti sofisticati.
Infine, le quattro grandi glaciazioni,
durate circa 70.000 anni, produssero
l’abbassamento degli oceani di
almeno cento metri, permettendo così
a molte terre di emergere e di collegarsi,
consentendo la migrazione d’interi
popoli.
Ciò va detto, per avere almeno
qualche riscontro nella scienza moderna
delle antiche dottrine rivelate dai
Maestri.
Per un necessario chiarimento di alcuni
argomenti correlati alla cosmogenesi
ed all’antropogenesi, riguardanti
la Dottrina dei Cicli, vanno fatte alcune
precisazioni circa l’evoluzione
di un pianeta e delle forme di vita
che lo popolano, dalle sue origini fino
all’epoca attuale. E questo perché
tali vicende si riferiscono più
direttamente alla Storia Occulta ed
ai destini dell’umanità.
Dunque, ogni pianeta fisico è
associato a sei globi che sfuggono alla
percezione sensibile, trovandosi su
altri piani. Anche la Terra, quindi,
presenta sette aspetti coesistenti,
non sovrapposti.
Attualmente, la nostra coscienza è
focalizzata sul pianeta D nella dimensione
fisica, mentre i globi C ed E sono sul
piano astrale, quelli B ed F sul mentale
inferiore, A e G su quello superiore.
La Vita o Essenza Monadica, percorrendo
sette volte il giro da A a G, prima
in senso discendente poi ascendente,
sostando alternativamente su ognuno
di essi e tornando infine al punto di
partenza, consente la manifestazione
di forme sempre più evolute,
sebbene essa stessa resti inalterata
nel suo aspetto originario.
I vari passaggi sono intervallati da
periodi di riposo (pralaya) ed il giro
completo è chiamato Ronda. Le
sette Ronde sono dette Catene Planetarie.
Durante le prime tre Ronde, la Terra
si forma e si consolida, nella quarta
raggiunge la massima condensazione,
mentre nelle ultime tre torna gradualmente
allo stato eterico primordiale; anche
la materia, dunque, in un certo senso
si spiritualizza.
L’onda di Vita, attraverso una
Ronda, forma sette Regni: i primi tre
sono sub-fisici o “elementali”;
essi passano dalla fase dell’incoscienza
alla semi-percezione. Segue il Regno
Minerale, che rappresenta il punto di
passaggio verso gli ultimi tre più
elevati: vegetale, animale ed umano.
I sette Regni coesistono su ogni globo,
sebbene sui livelli superfisici il piano
più denso coincida con quello
che caratterizza la dimensione corrispondente;
questi livelli superiori mostrano lo
stato a cui la Terra perverrà
in futuro. Quindi, la nostra umanità
è tale solo nella quarta Ronda.
Ogni ciclo di Vita sul globo D è
composto di sette Razze Madri; la prima,
come s’è visto, discende
dai Padri o Pitri lunari, essendo la
progenie di una catena precedente, quella
lunare appunto, il cui globo fisico,
la luna, cessata la rotazione, si va
disgregando.
La luna, infatti, quando la Catena Planetaria
di appartenenza fu giunta alla settima
Ronda, cedette la sua vitalità
ad un centro neutro (Laya) che animò
un nuovo nucleo di materia differenziata:
la Terra.
La luna completerà la sua distruzione,
quando il nostro pianeta avrà
raggiunto la sua settima Ronda.
Per ora, la luna ancora influenza in
vario modo la Terra (maree, ciclicità
dei disturbi psichici, crescita delle
piante, fenomeni della generazione e
della gestazione, ciclo femminile ecc.).
I suoi influssi, nel loro aspetto malefico,
vengono sfruttati dai maghi neri per
operare sortilegi.
L’Essenza Monadica, compiendo
il suo giro all’interno di una
Catena settenaria, assume l’aspetto
di sette Gerarchie che presentano diversi
livelli di coscienza.
Quando la settima Gerarchia appare sul
globo A, la prima si trasferisce sul
globo B e così via per tutto
il giro della Catena, incarnandosi dapprima
nei Regni inferiori a livello eterico
e poi passando allo stadio umano, alla
fine della terza Ronda.
La seconda Gerarchia della Catena lunare
giunse più tardi sul globo A
e non ebbe il tempo di pervenire al
livello umano, fermandosi perciò
a quello animale.
Pertanto, nessun animale sulla Terra
raggiungerà lo stato umano prima
della fine della settima Ronda; questo
fatto smentisce la teoria darwiniana,
per cui l’uomo discenderebbe dalla
scimmia. Si tratta di due Regni distinti.
La Dottrina Segreta ribalta l’ipotesi
darwiniana, affermando che l’antenato
degli antropoidi nacque da unioni promiscue
di esseri della Terza Razza con animali.
Le scimmie attuali, pertanto, non sono
frutto dell’evoluzione naturale,
bensì un ibrido derivato da connubi
mostruosi compiuti da esseri senza mente,
non pienamente umani, che si unirono
ad animali privi di placenta.
Gli animali odierni saranno esseri umani
solo nella prossima Catena Planetaria,
mentre gli uomini attuali assumeranno
un aspetto superfisico; si esclude,
quindi, ogni possibilità di regressione
a livello animale, come credono alcune
scuole di pensiero spurie.
La Monade proviene dai piani superiori
dell’Essere ed emerge da uno stato
d’incoscienza spirituale ed intellettuale;
trasferendosi sul piano mentale, s’individualizza
ed inizia il suo cammino di ritorno
verso la Monade Divina, divenendo consapevole
e cosciente della sua origine.
Da un punto di vista metafisico, tuttavia,
non si può parlare di evoluzione
di una Monade che pure anima varie personalità,
al solo fine però di farle partecipare
della sua luminosa natura.
Ricapitolando quest’ultima parte
alquanto complessa, si può dire
che:
1) La Monade umana è apparsa
sulla Terra fin dall’inizio di
questa Ronda, la Quarta, in cui, dopo
aver raggiunto il massimo grado di condensazione,
gli esseri umani iniziano a percorrere
l’arco ascendente della manifestazione;
il che comporta un ritorno cosciente
all’Origine.
2) La Monade Universale ha attraversato
tutti i Regni della Natura nelle tre
Ronde precedenti, per poi immettersi
negli esseri senza mente, provocandone
dapprima il risveglio intellettuale
e poi il collegamento con l’anima.
Quest’immissione di un principio
superiore nei Regni inferiori è
continuata fino a metà della
Quarta Ronda, per poi interrompersi;
pertanto, in questa Ronda, nessun essere
vivente sarà animato da Monadi
destinate a divenire umane.
3) Per la Legge di Analogia, ogni Ronda
riprende il lavoro evolutivo dal punto
in cui era stato interrotto, portandolo
ad un livello più alto, anche
se all’inizio si ripercorrono
in sintesi tutte le fasi precedenti.
Questo fatto è evidente anche
nello sviluppo del feto umano, che ricalca,
nelle sue trasformazioni durante la
gestazione, tutte le forme già
attraversate nelle prime tre Ronde.
La stessa Legge opera nella storia dell’umanità
che parte da uno stato etereo, per arrivare
alla forma attuale, dotata di corpo
fisico e di raziocinio.
4) Nella Quarta Ronda, all’epoca
della Quarta Razza, nel punto mediano
in cui si dovrebbe realizzare un equilibrio
tra spirito e materia, a causa di un
necessario aggiustamento fisiologico-spirituale
delle Razze stesse, la civiltà
atlantidea iniziò a percorrere
due vie opposte: il sentiero della mano
destra o della Magia Bianca e quello
della mano sinistra, proprio dei maghi
neri.
Pertanto, iniziarono a porsi delle cause
che produssero effetti negativi che
si trasmettono per i canali della razza,
ma non coinvolgendo indistintamente
tutti; infatti, è la stessa Legge
del Karma a proteggere chi non ha commesso
errori.
5) Lo Spirito di per sé è
incosciente; per raggiungere la piena
autocoscienza, deve sperimentare lo
stato umano e questa è la fase
della cosiddetta “ Caduta degli
Angeli ”.
Si tornerà, infine, all’Essenza
dell’Essere, sperimentando lo
stato nirvanico, arricchiti però
del retaggio delle esperienze raccolte
nel lungo cammino.
Ecco perché, nel successivo manvantara,
gli esseri partiranno da una condizione
più elevata rispetto a quella
riservata loro nella precedente manifestazione.
Del resto, lo stesso cosmo sarà
diverso dall’attuale; in esso,
tutte le forme compiranno un salto qualitativo
e manifesteranno un aspetto più
evoluto, perché arricchite dalle
esperienze accumulate nel corso degli
eoni del precedente manvantara.
Del resto, se l’intera manifestazione
cosmica non è altro che il prodotto
di un’Ideazione scaturita dalla
Mente Universale (Mahat) e se questa
è la somma di tutte le menti
che hanno operato in tutti i mondi e
le dimensioni possibili all’interno
di un manvantara, è ovvio che
il retaggio di tutte quelle esperienze
vissute da un’infinità
di esseri debba produrre degli effetti
visibili.
Inoltre, da questa considerazione deriva
un corollario davvero fondamentale per
la corretta comprensione del meccanismo
che provoca la manifestazione stessa
e cioè che l’Universo non
può dirsi il prodotto di un Dio
trascendente che “crei”
dal Nulla, bensì il risultato
dell’opera congiunta e cosciente
di tutte le menti degli esseri intelligenti
e senzienti che l’hanno popolato.
E queste menti -va ribadito- non sono
altro che scintille luminose emanate
da un’unica, grande Fiamma che
ne costituisce l’Origine.
Pertanto, da un punto di vista qualitativo,
non può ravvisarsi differenza
alcuna tra il principio mentale umano
e quello divino.
Questo è il senso del mito prometeico:
il titano ruba il fuoco degli Dei, per
donarlo agli umani; ed è proprio
questa prerogativa divina che rende
l’umanità capace di compiere
quel formidabile balzo che la distingue
dai bruti, ancora privi di raziocinio,
del senso d’individualità
ed esenti dal peso che comporta la responsabilità
delle azioni compiute.
Nei Regni inferiori, infatti, si è
guidati meccanicamente dalle Leggi di
Natura che vigono identiche per l’intero
gruppo di appartenenza: si parla, infatti,
di anima di gruppo.
Mentre il grande salto di qualità
dovuto al risveglio del principio mentale
ha permesso non solo di effettuare le
conquiste del pensiero in ogni campo
dello scibile con le annesse ricadute
tecnologiche che caratterizzano l’attuale
civiltà, ma soprattutto di usare
la mente come elemento intermedio tra
la personalità puramente terrena
ed i principi animico-spirituali.
Sarà, dunque, proprio grazie
a questo “ponte” (antahkarana)
che si procederà oltre nelle
esperienze evolutive, salendo un altro
gradino della scala che collega cielo
e terra.
Eppure, alcune espressioni religiose
considerano la conquista della conoscenza
come una colpa, un “peccato originale”
da cui ci si deve mondare, causa della
cosiddetta “caduta”, senza
comprendere la necessità e la
bellezza di tale processo.
In ultimo, va sottolineato l’errore
compiuto dal dualismo, cioè da
tutte quelle filosofie e religioni che
separano nettamente il corpo e l’anima,
la terra e il cielo, lo spirito e il
mondo, non comprendendo che l’uno
è la manifestazione dell’altro,
che tutto è sacro, che nulla
è impuro e da fuggire con orrore.
Il Tutto è pervaso dalla divinità,
che non è altro che lo stato
originario e finale degli esseri prodotti
da un’Idea. E l’Idea è
scaturita da una Mente Cosmica, costituita
dalla somma delle menti individuali;
pertanto, tutto è Uno e non ci
può essere distinzione di sorta.
Se mai vi fosse una vera eresia da stigmatizzare
in modo assoluto, questa è l’eresia
della separatività, che non può
essere accettata da chi si è
sollevato ad una visione più
ampia delle cose, espandendo la propria
coscienza fino ad inglobare il cosmo
intero, prima e dopo la manifestazione
visibile, comprendendo i regni sub-umani,
umani e super-umani in un’unità
inscindibile prodotta dalla Volontà
di Bene e coesa dall’Amore infinito
che governa i cosmi.
6) Per ottenere la conoscenza di ciò
che è celato ai profani, bisogna
ottenere la Quarta Iniziazione e divenire
un Adepto (Arhan o Arhat).
Questo traguardo non è impossibile
da raggiungere; anzi, sarà la
Meta a cui tendono, inconsciamente o
consciamente, tutti gli esseri figli
dello stesso Padre.
Questa è la Buona Novella annunciata
dai Maestri di Verità. Siamo
tutti in cammino e nessuno verrà
escluso.
Una volta divenuti consapevoli di ciò,
saremo in grado di affrontare la vita
in modo diverso; non è più
possibile ignorare quanto è stato
rivelato.
È inevitabile, pertanto, che
ci s’incammini verso un mondo
davvero rinnovato nelle sue fondamenta.
Infatti, se diveniamo davvero consapevoli
che tutto è Uno, non sarà
più possibile nemmeno immaginare
di poter impunemente saccheggiare, violare,
inquinare il mondo che abitiamo; esso
è la nostra casa e subiremo gli
effetti di azioni sconsiderate compiute
sotto l’influsso nefasto dell’egoismo
e dell’utilitarismo che sono separativi
e, quindi, distruttivi.
Non sarà più possibile
ignorare il sentimento della fratellanza
universale, estesa a tutte le creature,
non solo agli umani; fratellanza che,
da precetto morale astratto ed incomprensibile
a chi è prigioniero dell’illusione
prodotta dal senso di separatività,
diverrà un atteggiamento naturale,
un habitus congenito da vivere con spontaneità
e gioia.
È davvero straordinario pensare
che questo totale cambiamento di rotta,
questa mutazione genetica dell’umanità
tutta sia il prodotto di un principio,
la mente, che pure all’inizio,
donando il carattere dell’individualità,
aveva prodotto l’illusione della
separatività, dando il senso
“dell’io sono io”.
Eppure, questa fase da cui sono derivati
tanti mali ed errori era necessaria,
perché fossimo ammaestrati proprio
da essi. Quindi, si può distruggere
la mente attraverso la Mente, grazie
ad una visione unitaria del tutto.
Non c’è scuola migliore,
infatti, dell’esperienza diretta.
Solo se ci si brucia col fuoco si apprende
ad evitarlo. Solo così è
possibile scegliere liberamente e consapevolmente
la via da intraprendere, non costretti
da un’autorità esterna
capace di dettare solo princìpi
astratti.
È così che il Figliol
Prodigo tornerà alla Casa del
Padre, dopo aver liberamente scelto
di costruirsi una vita separata, sintonizzando
la sua mente inferiore su una lunghezza
d’onda diversa, che ha prodotto
la grande illusione collettiva (mahamaya),
di cui un’intera umanità
è stata per tanto tempo vittima.
Tornerà, dunque, consapevole
dell’errore compiuto e non sarà
scacciato o minacciato di una pena eterna;
ci sarà, anzi, grande festa nel
Cielo, dove si vivrà l’esperienza
del “ sii con Noi ”.
È con questa immagine che si
conclude uno dei trattati più
eccelsi che sia mai stato donato all’umanità,
“La Voce del Silenzio”:
un coro gioioso s’innalza da tutta
la Natura, per celebrare il Pellegrino
ritornato dall’altra sponda e
la nascita di un nuovo Arhat.