Il contenuto di questo
testo fu trasmesso dal Tibetano ad
Alice Bailey alla fine della seconda
guerra mondiale. Da allora ad oggi,
molti sono i cambiamenti intervenuti
nella storia umana, tenendo conto
anche del contributo fornito dagli
occultisti pratici che, nel frattempo,
hanno saputo creare delle forme-pensiero
atte a risolvere alcuni dei problemi
che assillano il mondo moderno.
Tuttavia, l’insegnamento essenziale
presenta ancora una sua indubbia validità,
perché non si può certo
dire di vivere nel migliore dei mondi
possibili.
Da più parti si auspica la
nascita di un’umanità
diversamente orientata e gli sforzi
congiunti, praticati da chi è
dotato di buona volontà, fanno
ben sperate in un futuro migliore.
Il problema di fondo resta quello
della separatività tra nazioni,
gruppi, chiese a causa dell’egoismo
e dell’individualismo tutt’ora
dominante.
Eppure, l’insegnamento fornito
dai Maestri di Saggezza è volto
ad eliminare quest’atteggiamento
errato e distruttivo. Evidentemente,
l’umanità non è
in grado di recepire e di mettere
in pratica quanto le viene prospettato,
relegandolo nelle nebbie di una meravigliosa,
ma irraggiungibile utopia.
In realtà, invece, tutto sarebbe
possibile qui ed ora, purché
lo si volesse davvero. Ed il nostro
pianeta potrebbe trasformarsi nel
paradiso che si continua a proiettare
in cieli lontani.
CAPITOLO I°
LA RIABILITAZIONE PSICOLOGICA
DELLE NAZIONI
L’unità internazionale
è di là da venire, nonostante
i lodevoli tentativi compiuti dagli
spiriti illuminati in tal senso. E’
vero che si sta procedendo nel senso
di un’aggregazione degli organismi
nazionali, ma il cammino è
faticoso, contraddittorio, ostacolato
da chi continua a pensare nei termini
angusti del gruppo, della fazione,
del Paese d’origine. E’
per questo che gli odi, i pregiudizi,
i contrasti politici, religiosi e
razziali appaiono ancora tanto radicati
nelle coscienze.
Tutto ciò costituisce una minaccia
alla pace mondiale; sembra che la
storia, con la sua interminabile sequela
di guerre tutte risoltesi in un’inutile
carneficina, non abbia insegnato nulla.
Eppure, l’inevitabile futuro
progresso del genere umano è
preparato dal processo evolutivo previsto
dal Piano divino, che i Maestri conoscono
e servono.
Quando si condanna il miope nazionalismo,
non si vuol dire che i singoli Paesi
siano destinati a perdere la loro
identità, ma solo che le culture
nazionali debbono tendere al bene
comune e non al proprio interesse.
Ciascuna nazione è invitata,
pertanto, ad operare alcuni adattamenti
psicologici, per realizzare il cambiamento
auspicato. Bisogna rieducare l’opinione
pubblica, affinché rinunci
ai vecchi schemi mentali, se non si
vuole ripetere gli antichi errori,
o commetterne di peggiori.
La Francia, ad esempio, continua ad
insistere sulla propria importanza
(la cosiddetta grandeur!), anziché
convertirsi ad un sincero internazionalismo.
Così la Germania dovrebbe considerare
attentamente la propria tendenza ad
essere facilmente condizionata ed
irregimentata; in tal senso, sarebbe
bene che i tedeschi venissero educati
ad agire e pensare in modo autonomo,
coltivando relazioni con altri popoli
in condizioni di parità. Pertanto,
la coscienza di gregge della Germania
andrebbe mutata in coscienza di gruppo,
propria di individui liberi che collaborano
con altri per il bene comune.
Ed ancora la Gran Bretagna potrebbe
conquistarsi la fiducia del mondo,
se riuscisse a trasmettere alle altre
nazioni le buone intenzioni inerenti
al proprio schema mentale.
Inoltre, la Russia, che sta rapidamente
maturando, deve imparare a collaborare
su basi paritarie.
Infine, gli Stati Uniti potrebbero
avere un grande futuro, se ascoltassero
l’idealismo connaturato nella
loro popolazione e non si lasciassero
governare da politici inetti e partigiani.
Anche in questo Paese occorre vincere
l’orgoglio e rafforzare l’unità
interna, ponendo fine alla questione
razziale.
Senza scendere nei particolari di
ogni nazione, va detto che ciascuna
presenta una sua nota particolare
che va accordata col tutto, per produrre
un’armonia universale.
Va poi riconosciuto che l’impulso
volto a distruggere le vecchie forme
proviene dallo spirito che rifugge
la stasi e la cristallizzazione. Ora,
se il vecchio mondo va scomparendo,
non bisogna rimpiangerlo, ma cercare
d’intuire quali aspetti presenterà
il futuro e favorirne la manifestazione.
Riassumendo: il compito di ogni nazione
è duplice. Prima bisogna risolvere
i problemi psicologici interni e poi
coltivare i giusti rapporti umani,
nella convinzione che il mondo è
uno e può essere arricchito
col contributo nazionale.
La difficoltà consiste nel
fatto che i vari popoli presentano
un diverso livello evolutivo, ma lo
spirito di tolleranza e di collaborazione,
sostenuto dalla fiducia nel trionfo
del bene, finirà per risolvere
anche i problemi che appaiono insormontabili.
CAPITOLO II°
IL PROBLEMA DEI FANCIULLI
E’ il più urgente da
risolvere, perché il futuro
dell’umanità è
nelle mani dei giovani; pertanto,
grandi sono le nostre responsabilità
nei loro confronti.
Affidare la loro educazione ad una
qualsiasi Chiesa sarebbe un disastro,
perché una simile scelta alimenterebbe
lo spirito settario e coltiverebbe
gli atteggiamenti conservatori. In
questi ambienti, infatti, non ci si
è preoccupati di presentare
il Cristo nella Sua dimensione reale,
ma piuttosto di aumentare le proprie
ricchezze, di acquisire potere politico,
di accrescere il numero dei fedeli
e di imprigionare lo spirito dell’uomo.
Sebbene siano pochi coloro che combattano
la cristallizzazione teologica, costoro
tuttavia riusciranno a salvare l’autentico
spirito religioso, che nulla ha a
che fare con dogmi, vuoti riti esteriori,
fasto ed interessi personali o di
casta.
L’umanità dovrà
tornare ad accettare la realtà
del divino, la presenza del Cristo
vivente, rifiutando le vecchie teologie
frutto d’ interpretazioni umane.
L’unica autorità riconosciuta
sarà quella dell’anima,
del sé immortale che vive all’interno
di ciascuno di noi.
Attualmente, il mondo è dominato
dal materialismo e l’educazione
ricevuta dai giovani è di tipo
competitivo, nazionalistico e separativo.
La nostra civiltà alimenta
il culto del possesso, ma non coltiva
i valori spirituali; pertanto, il
corpo è sazio, ma l’anima
langue.
E’ per questo che occorre mutare
radicalmente le basi su cui poggia
il mondo moderno che non può
rappresentare un modello indiscutibile,
universalmente valido.
Spetta agli educatori il grande compito
di gettare le fondamenta della civiltà
futura, basata sui concetti di libertà,
uguaglianza e fratellanza. Bisogna
insegnare ai giovani la sostanziale
unità di tutto il genere umano
ed il valore dell’individuo,
inteso come parte integrante e responsabile
del tutto.
Gli uomini di larghe vedute e dalla
mentalità aperta devono coalizzarsi
in ogni Paese e programmare piani
d’azione a lunga scadenza; a
loro è affidato il grande cambiamento
atteso da molti.
Il termine “educare” deriva
dal latino (e + ducere) ed indica
l’azione del condurre fuori
dalle limitazioni che condizionano
un individuo; costui dovrebbe essere
in grado di pensare in termini di
costruttiva cittadinanza mondiale.
E’ bene insegnare, quindi, quali
effetti abbiano prodotto sull’attuale
civiltà le antiche tradizioni,
non insistere sull’arido nozionismo,
stimolare la creatività e lo
spirito critico. In tal modo, si conoscerà
il passato e si avanzerà nel
futuro, cercando di apportare un contributo
personale.
Un sistema educativo internazionale
sarebbe di grandissima utilità
per diffondere la pace nel mondo.
Molti pregiudizi si dissolverebbero,
se si comprendesse che ogni popolo
ha contribuito ad apportare qualcosa
al bene comune; le differenze religiose
si appianerebbero, se le vedessimo
come il risultato di controversie
sul modo d’interpretare un’unica
verità. Diffondere l’idea
dell’Umanità Una annullerebbe
secolari rancori ed inviterebbe a
coltivare rapporti umani più
giusti.
CAPITOLO III°
IL PROBLEMA DEL CAPITALE,
DEL LAVORO E DELL’OCCUPAZIONE
Si sta approssimando un’era
economica del tutto nuova; i vecchi
valori economici e la famiglia tradizionale
stanno rapidamente scomparendo.
Alcuni Stati, in particolare, soprattutto
quelli caratterizzati da una situazione
multietnica, sono disposti più
di altri a concepire l’umanità
come un tutto unico.
Questa disposizione di fondo, sebbene
sussistano aspetti ancora molto negativi,
va incoraggiata, favorita e diffusa,
se si vuole accelerare il processo
del cambiamento in atto.
La relazione tra capitale e lavoro,
che ha prodotto tante ingiustizie
e tensioni sociali, deve trovare una
soluzione. Il sistema capitalistico,
fondato sull’accordo stipulato
tra gruppi di affaristi, banchieri,
monopolisti ed amministratori di immense
società, rappresenta una delle
più gravi minacce per il genere
umano.
Anche in quest’ambito, tuttavia,
esistono persone che pensano in modo
più corretto ed umanitario.
Gruppi di uomini illuminati, già
nelle epoche trascorse, hanno contribuito
con il loro pensiero e con azioni
concrete a migliorare la situazione
inizialmente davvero penosa per le
moltitudini. Ora, però, deve
farsi strada il movente spirituale
della fratellanza e della cooperazione
pacifica; ciò sarà favorito
dal progressivo sviluppo della coscienza
cristica nell’essere umano.
A tal fine lavorano le Guide preposte
all’evoluzione degli individui;
pertanto, non si può dubitare
sull’esito finale di quest’operazione,
i cui effetti cominciano a palesarsi
più di quanto generalmente
si creda.
Ciascuno intanto può contribuire
a frenare la riemersione delle vecchie
idee, ad abolire l’esasperato
spirito competitivo, a porre fine
a qualsiasi forma di sfruttamento,
diffondendo l’idea della comune
origine e della sostanziale unità
del genere umano.
CAPITOLO IV°
LE MINORANZE RAZZIALI
Pregiudizi di vario tipo, non ultimi
quelli alimentati dalle religioni,
contribuiscono ancora a mantenere
la tendenza separativa, che può
essere considerata la massima debolezza
umana e l’unica, vera grande
eresia.
Le differenze ancora manifestate da
individui e razze, però, stanno
rapidamente scomparendo con il diffondersi
dell’istruzione, dei contatti
umani e grazie all’evoluzione
del pensiero.
Se è vero che il materialismo
dominante ha impedito di instillare
negli animi il senso dei veri valori,
è pur vero che sta sorgendo
un’opinione pubblica illuminata,
favorevole a sani metodi educativi.
Il problema dei Neri negli Stati Uniti
è di pertinenza dei bianchi,
che l’hanno posto in essere,
mentre quello degli Ebrei è
in parte radicato in loro stessi.
Questi ultimi, infatti, infatti, per
sopravvivere a secolari persecuzioni,
si sono sentiti in dovere di conservare
pervicacemente le proprie antiche
tradizioni. Del resto, le loro caratteristiche
razziali sono divenute sempre più
pronunciate, a causa dei legami di
sangue contratti all’interno
dello stesso gruppo etnico, almeno
per quanto riguarda i più ortodossi
ed osservanti. La tendenza a rinchiudersi
in un ghetto, prima ancora di esservi
confinati dall’odio e dalla
stupidità altrui, è
storicamente provata. Altri elementi
separativi sono insiti nella stessa
religiosità ebraica, che ha
confermato i suoi aderenti nella convinzione
di dover assolvere una missione speciale,
come popolo eletto da Dio.
Gli Ebrei stessi, quindi, sono eccessivamente
preoccupati di conservare la purezza
fisica, di portare a compimento un
destino messianico, di non mescolarsi
con i “gentili”, verso
cui è escluso ogni sentimento
di amore.
Poiché nella religiosità
giudaica poco o nulla si insiste sul
concetto di immortalità, si
è finito per credere che la
salvezza dipendesse esclusivamente
dall’osservazione fanatica di
infiniti precetti.
Quindi, l’Ebreo dovrebbe ammettere
la sua dose di responsabilità,
cercando di integrarsi maggiormente
nelle comunità dove si trova
a vivere, ed il Gentile deve assumersi
la responsabilità delle persecuzioni
immotivate che ha scatenato nei secoli,
non solo contro gli ebrei purtroppo,
e pagarne le conseguenze.
Superare il deleterio senso di separatività
significa accettare la frase profetica
di S. Paolo :”Non ci sono né
Ebrei né Gentili”(Epist.
Ai Romani, passim).
Per quanto concerne il problema dei
Neri nel mondo, va detto che questo
popolo sta compiendo un progresso
straordinario negli ultimi tempi.
Bisogna distinguere, però,
la condizione degli africani da quelli
che vivono nell’emisfero occidentale.
I primi si stanno esercitando all’autogoverno,
dopo la fine dei regimi coloniali,
e stanno imparando a superare l’eccessiva
emotività che li caratterizzava,
sviluppando una maggiore comprensione
mentale e percezioni intuitive. L’Africa
prenderà un posto di primaria
importanza nel consesso delle nazioni,
contribuendo al generale progresso
con un contributo di doti spirituali,
valori culturali e capacità
creative. Il suo retaggio, infatti,
è ricchissimo di contenuto;
i neri sono estremamente creativi,
artisti e capaci di altissimo sviluppo
mentale, se vengono istruiti ed educati.
Il problema è che sono stati
tenuti per secoli in uno stato di
ignoranza, al fine di perpetuarne
il brutale ed inumano sfruttamento.
L’unità del genere umano
sarà dunque possibile solo
quando ci si convincerà dell’utilità
di abbattere le barriere tra le razze,
le nazioni, le religioni. La buona
volontà operante in tal senso,
unita alla conoscenza, contribuirà
a favorire un atteggiamento che renderà
possibile risolvere ciò che
oggi appare difficile, se non impossibile.
CAPITOLO V°
IL PROBLEMA DELLE CHIESE
Senza nulla togliere al valore della
religiosità, elemento essenziale
per una vita che abbia un senso, è
bene ricordare, però, che le
rivelazioni si adeguano alle necessità
ed alla comprensione umana, che variano
a seconda dei periodi storici.
I contenuti fondamentali, tuttavia,
restano sempre gli stessi: la realtà
di Dio, il fatto che il Cristo vive
continuando a guidarci e che lo Spirito
umano avanza verso la sua Origine,
come verso Coloro che ne dirigono
i passi vacillanti.
Soprattutto oggi, in un momento particolarmente
difficile e confuso, occorre tornare
a calcare le orme lasciate dal Cristo
e non seguire coloro che si definiscono
Suoi rappresentanti in terra, ma che
non sono stati capaci di fornire un
valido esempio di vita spirituale.
Sia ben chiaro: non è il Cristo
che ha fallito, ma l’elemento
umano che ha prostituito la Sua verità.
Sussistono, è vero, uomini
di larghe vedute che s’attengono
al messaggio originario, ma costoro
rappresentano ancora una sparuta minoranza.
Assodato il fatto che le Scritture
su cui si basa il clero reazionario
e conservatore contengono errori di
traduzione e colpevoli omissioni,
compiute in malafede per mantenere
e rafforzare i propri privilegi, si
deve ammettere però la validità
dell’insegnamento fondamentale.
E’ da rigettare, tuttavia, la
dottrina di un Dio collerico e vendicativo
mutuata dal Vecchio Testamento, come
l’idea del sacrificio cruento
valido per una redenzione vicaria,
nonché il dogma dell’immacolata
concezione.
E’ tempo che si cominci a cercare
la chiave della verità avvalendosi,
della propria ragione e dello studio
delle religioni comparate, fidando
nella realtà del Cristo in
noi e nella fratellanza che deve unire
tutti gli esseri umani, figli di un
unico Padre e diretti alla stessa
Meta.
La mente illuminata da Dio cercherà
la verità e saprà interpretarla;
è un bene che già da
tempo ci si sia incamminati in questa
direzione, anche se il clero continua
a stigmatizzare tale tendenza.
L’interpretazione ufficiale
delle Scritture proprie di ogni religione
ha mantenuto i popoli in una condizione
di ignoranza e di passività
che non ha certo favorito il progresso
intellettuale, gravando altresì
di un pesante karma le guide cieche
che presumevano di guidare i ciechi.
In particolare, la fede maomettana
e quella cristiana presentano alle
masse la verità in modo assai
materialista; per giunta, esse mostrano
un carattere militante e politicizzato.
La Chiesa Cattolica Romana rinnega
l’insegnamento del Cristo per
tre ragioni di fondo: il mantenimento
di una gerarchia, l’aspirazione
mai sopita ad un potere temporale
ed il deliberato proposito di lasciare
le masse nell’ignoranza. Saranno
proprio questa rigidità ed
ottusità intellettuale, però,
a decretarne la rovina e la fine ignominiosa.
La Chiesa Greco-Ortodossa, abolita
durante la rivoluzione russa, ora
si è riorganizzata; c’è
speranza che non ricada nella corruzione
passata e che si proponga come forza
spirituale innovatrice.
La Chiesa Protestante conosce una
miriade di gruppi in lizza tra loro
e presenta una teologia rigida e ristretta,
sebbene anche qui vi siano persone
spirituali che forniscono un esempio
di vita santa; costoro, tuttavia,
raramente riescono a salire di grado
e ad incidere positivamente sulle
scelte di fondo.
Nonostante tutto, non si deve disperare;
continua a sussistere, infatti, l’esigenza
di valori più veri, mentre
una forza invisibile sospinge l’umanità
verso lo Spirito. Il cambiamento è
possibile e necessario; si ricordi,
però, che il Cristo disse che
non si può travasare il vino
nuovo nelle botti vecchie.
Pertanto, un nuovo accostamento al
divino, privo d’intermediari
esterni e capace d’interpretazioni
più convincenti, è da
più parti auspicato, perché
l’umanità si è
nel frattempo evoluta.
Si comprenderà allora come
tutte le fedi derivino da un’unica
fonte spirituale e nascerà
una nuova religione mondiale.
Alcune verità fondamentali
andrebbero ribadite in questo contesto.
Innanzitutto, la realtà di
Dio immanente e trascendente più
grande del creato, ma presente in
ogni sua parte; del resto, il Maestro
Gesù parlò del principio
cristico in ogni uomo, che dovrebbe
sentirlo nel proprio cuore, “più
vicino delle mani e dei piedi”.
In secondo luogo, l’idea della
persistenza eterna; la dottrina relativa
ad uno spirito immortale va unita
a quella della rinascita e della legge
di causa ed effetto, per cui si raccoglie
quanto si è seminato.
Inoltre, sta diffondendosi la convinzione
dell’esistenza di una Gerarchia
spirituale operante da tempo immemorabile
sul nostro pianeta, guidata dal Cristo
inteso come “il maggiore di
molti fratelli”. La Chiesa continua
a mettere l’accento sulla morte
del Cristo che ci avrebbe redento
col Suo sacrificio, ma l’umanità
si va liberando dalla sottomissione
all’autorità dottrinale,
per passare all’esperienza spirituale
diretta e ciò avviene proprio
grazie all’influenza degli insegnamenti
donati dai Maestri, che dal loro Centro
occulto agiscono per l’ampliamento
delle coscienze individuali.
Si riconoscerà allora che il
Cristo vive in ogni uomo e che è
garanzia per ognuno del conseguimento
spirituale più eccelso; Egli
costituisce un modello vivente, capace
di condurre -attraverso le leggi della
rinascita e della causa ed effetto-
alla perfezione ultima.
Quando tali verità saranno
insegnate dalla Chiesa, si assisterà
ad una profonda rivoluzione in tutto
il mondo, che vedrà ricostituite
su nuove basi l’economia, l’educazione,
la scienza.
Il Cristo si manifesterà attraverso
i cuori degli uomini, che verranno
guidati in modo diretto ed infallibile
alla salvezza anche attraverso la
restaurazione degli antichi Misteri,
che insegnavano a pochi eletti queste
verità, destinate col tempo
a divenire patrimonio comune.
La fratellanza verrà vissuta
come un fatto naturale e non sarà
più avvertita come una legge
imposta da un’etica astratta.
Infine, si diverrà consapevoli
degli accostamenti ciclici del divino
all’umano, che comportano diverse
rivelazioni e l’avvio di un
nuovo ciclo per l’umanità.
Ciò avviene quando i tempi
sono maturi, sia per la qualità
della compassione divina che per l’invocazione
che sale da un’umanità
che anela ad un mondo migliore.
Il primo grande Avvento si produsse
quando Dio immise la scintilla della
mente nell’essere primitivo
ancora non pensante, ma che pure avvertiva
un vago anelito verso un bene indefinito.
Altri Avventi si produssero in seguito,
alcuni di portata minore ed altri
maggiore, come quando il Buddha incarnò
la qualità divina della Saggezza
ed il Cristo quella dell’Amore,
per insegnare all’umanità
come accedere al Luogo Santo.
Un nuovo Avvento è alle porte;
esso dimostrerà in modo inconfutabile
la verità dell’immanenza
di Dio e, quindi, della necessità
della fratellanza, della pace e della
collaborazione universale.
La nuova religione mondiale verrà
instaurata da gruppi dissenzienti
delle Chiese istituzionali, che predicheranno
il concetto del Dio immanente. In
tal senso opereranno anche molti esoteristi
che già da ora insegnano tecniche
di meditazione con cui raggiungere
la consapevolezza dell’anima.
Contemporaneamente, si svilupperanno
le percezioni extrasensoriali, capaci
di rivelare gli straordinari poteri
insiti nell’uomo.
Tre saranno le festività principali,
che verranno celebrate in tutto il
mondo e saranno in grado di unire
i credenti d’Oriente e d’Occidente.
Cadendo in tre mesi consecutivi (aprile,
maggio e giugno), presuppongono uno
sforzo concentrato capace d’influenzare
tutto l’anno con le loro vibrazioni
positive.
Tali ricorrenze esprimeranno la divinità
manifesta non solo tramite il Centro
rappresentato dalla Gerarchia spirituale
che irradia l’AMORE, ma anche
per mezzo degli uomini di buona volontà
che cooperano all’attuazione
del Piano divino sulla Terra. Esse
saranno: la Pasqua, festa del Cristo
risorto, celebrata al primo plenilunio
di primavera, in cui si privilegerà
l’aspetto vita e non la morte;
il Wesak, festa del Buddha, in coincidenza
col plenilunio del Toro e la Festa
dell’Umanità che aspira
ad accostarsi a Dio, al plenilunio
dei Gemelli.
Si noti la concomitanza di tali feste
coi pleniluni. In tali magici momenti,
le condizioni per illuminare la personalità
(simboleggiata dalla luna) con la
luce dello spirito (raffigurato come
il sole) sono quelle ottimali.
Ecco perché le Guide dell’umanità
le hanno scelte come ricorrenze che
ritmeranno con il loro ciclico alternarsi
lo scorrere del tempo in un mondo
non più governato dal materialismo
e dall’agnosticismo, ma animato
da un sincero e sempre più
accentuato anelito verso le cose dello
Spirito.
CAPITOLO VI°
L’UNITA’ INTERNAZIONALE
Perequare le risorse mondiali ed unificare
i popoli vuol dire eliminare gran
parte delle guerre che oggi insanguinano
il mondo.
I popoli, spesso ignoranti o abulici,
preoccupati solo di conservare la
propria sicurezza economica, subiscono
passivamente le direttive dei potenti;
è per questo che bisogna evitare
in ogni modo di riproporre le vecchie
forme politiche, religiose ed economiche.
Il nuovo orientamento mondiale dovrebbe
porsi come obiettivo primario quello
di stabilire giusti rapporti tra gli
uomini e di orientarli verso il divino;
solo così si può sperare
in un mondo diverso e migliore dell’attuale.
La cura dell’umanità
nel suo complesso è di gran
lunga più importante di quella
che può richiedere qualsiasi
nazione. E’ per questo che le
enormi risorse planetarie andrebbero
convogliate nel settore dell’istruzione
ed in settori filantropici, invece
di utilizzarle per finanziare l’industria
delle armi.
E’ d’importanza primaria
abolire le cause che hanno prodotto
solo male, cioè i princìpi
di sovranità e di nazionalismo,
nonché la competizione esasperata
e la cupidigia.
Ci si dovrebbe orientare verso una
“terza via”, capace di
rappresentare una sintesi tra il comunismo,
che ha perseguito l’idea della
giustizia senza la libertà,
ed il capitalismo, che ha permesso
l’instaurarsi di una libertà
senza giustizia.
Teoricamente, tutti sono concordi
nel riconoscere la superiorità
di questo sistema, ma poi praticamente
si permette agli ingiusti ed ai rapaci
di gestire il potere.
Esiste poi molta disinformazione riguardo
le scelte operate dai governanti;
l’inerzia dei popoli si somma
così ai condizionamenti a cui
si assoggettano i mezzi d’informazione,
che dipendono dai loro finanziatori
più o meno occulti.
Tuttavia, in ogni Paese uomini e donne
di buona volontà agiscono per
modificare l’attuale situazione;
sono scienziati, educatori, scrittori
e conferenzieri, medici, esperti di
agricoltura ed esponenti delle varie
chiese che s’impegnano a seguire
le orme del Cristo.
Comunque, sta alle grandi potenze
risolvere il problema economico, riconoscendo
che le risorse della Terra non appartengono
a nessuno in particolare, ma all’umanità
tutta; allora e solo allora sarà
possibile instaurare una pace vera
e duratura. Il petrolio, i cereali,
l’acqua sono beni primari in
grado di assicurare la sussistenza;
per questo, appartengono a tutti gli
uomini, ovunque si trovino a vivere.
Le Nazioni Unite potrebbero svolgere
un ruolo decisivo in tal senso, perequando
le risorse mondiali, la cui consistenza
è rilevata dalle statistiche,
così da permettere la libertà
dal bisogno a masse sterminate, e
realizzando l’uguaglianza d’opportunità
e d’istruzione per tutti.
Il principio della condivisione, insomma,
dovrebbe sostituire quello della cupidigia
e dell’esecrabile brama di potere
che tanti mali ha arrecato al genere
umano.
Esistono, dunque, delle linee d’azione
che bisogna perseguire ad ogni costo,
per garantire la realizzazione di
quella unità mondiale auspicata
dai più grandi ingegni, a loro
volta ispirati dalle Guide spirituali
dell’umanità.
Se si vuole realizzare questo splendido
ideale, bisogna innanzitutto sostenere
l’azione delle Nazioni Unite,
l’unica organizzazione in grado
di riunire tutti i Paesi del mondo.
In secondo luogo, le singole nazioni
devono essere educate a coltivare
i giusti rapporti umani, così
da formare una pubblica opinione intelligente
e disposta a collaborare in modo fattivo.
Anche se occorrerà ancora un
certo tempo, bisogna arrivare a distribuire
in modo equanime le risorse della
Terra a tutta l’umanità.
I confini che ancora delimitano i
territori delle nazioni, i passaporti
ed i visti ancora necessari per spostarsi
da un Paese ad un altro andrebbero
gradualmente aboliti, perché
simboli della grande eresia della
separatività.
Attuare un simile, radicale cambiamento
degli usi e costumi attualmente vigenti
è l’immane lavoro affidato
agli uomini e alle donne di buona
volontà. Da costoro e solo
da costoro dipende il futuro dell’umanità.
Infatti, se è vero che Guide
amorevoli e sagge vegliano sui nostri
destini, ispirando gli individui migliori,
sta poi agli esseri umani il compito
di trovare il modo per realizzare
tale progetto di pace, di giustizia
e di benessere universale.
Se si arriverà a costituire
una pubblica opinione coalizzata ed
attiva nel perseguimento dei veri
valori e dei più alti ideali,
i capi di stato, gli uomini d’affari,
i responsabili delle chiese saranno
costretti a cedere, cambiando i propri
atteggiamenti.
Il genere umano, quindi, è
lo strumento imprescindibile attraverso
cui la Volontà di Dio può
attuarsi nel mondo.
Il potere divino, infatti, non interviene
direttamente, usando mezzi spettacolari
e straordinari per correggere gli
errori compiuti dal genere umano nel
corso della storia, ma affida questa
missione agli individui le cui menti
sono state illuminate dall’azione,
ora palese ora occulta, dei Maestri
che conoscono e condividono il Piano
concepito per l’evoluzione del
nostro pianeta.
L’umanità ha un ruolo
importantissimo per l’attuazione
di tale rivoluzionario progetto, che
permetterà al mondo di compiere
un balzo qualitativo senza precedenti.
Ciò è sommamente giusto,
perché altrimenti non potremmo
arrogarci alcun merito per la costituzione
di un mondo fondato su basi del tutto
nuove; saremmo meccanicamente manovrati
da forze di ordine superiore.
Invece, il nostro compito è
quello di collaborare all’attuazione
del Piano concepito dalla Mente di
Dio che ha voluto immettere una scintilla
della Sua Luce, del Suo Amore e del
Suo Potere nelle nostre menti, nei
nostri cuori e nelle nostre anime,
per renderci Suoi figli, responsabili
e coeredi del Regno che verrà.
Si rilegga con attenzione la cosiddetta
Grande Invocazione, il mantram che
il Cristo ha dettato ai Maestri e
che costoro hanno rivelato all’umanità
in tempi recenti, in attesa dell’èra
ormai imminente, e si comprenderà
quale responsabilità ci sia
stata affidata, ma anche quale dignità
rivesta l’essere umano chiamato
ad un compito tanto arduo e meraviglioso
ad un tempo.
Eccone il testo integrale, diffuso
nel secolo scorso dal Maestro Djwhal
Khul, meglio conosciuto come il Tibetano,
per mezzo di Alice Bailey:
Dal punto di Luce entro la Mente di
Dio
Affluisca luce nelle menti degli uomini.
Scenda luce sulla Terra.
Dal punto d’Amore entro il
Cuore di Dio
Affluisca amore nei cuori degli uomini.
Possa il Cristo tornare sulla Terra.
Dal centro ove il Volere di Dio è
conosciuto
Il proposito guidi i piccoli voleri
degli uomini;
il proposito che i Maestri conoscono
e servono.
Dal centro che vien detto il genere
umano
Si svolga il piano di Amore e di Luce.
E possa sbarrare la porta dietro cui
il male risiede.
Che Luce, Amore e Potere ristabiliscano
il Piano sulla Terra.