I Servitori Mondiali
non fanno parte di un’organizzazione
che li colleghi. Essi, pur appartenendo
a Raggi, nazioni ed ambienti diversi,
sono uniti da un rapporto telepatico.
Del resto, i Grandi Esseri che i discepoli
si propongono di servire sono sintonizzati
su una particolare vibrazione, con un
minimo dispendio di energie.
Questo è reso possibile grazie
all’etere, cioè all’oceano
di energie in rapporto reciproco. Pertanto,
il corpo eterico di ciascuna forma esistente
in natura è parte integrante
dell’Unica Vita che anima ogni
cosa. Quindi, il corpo di energia o
eterico di ogni individuo si collega
con quello del pianeta e del sistema
solare.
Il corpo eterico, dunque, riceve impulsi
di energia emananti da una sorgente
da cui è stimolato. Tale corpo
è composto da miriadi di correnti
energetiche collegate col corpo astrale
o emozionale, con quello mentale e con
l’anima. Tutte queste correnti,
poi, producono un effetto sul corpo
fisico.
Ciò detto, si comprende come
nel corpo eterico possa circolare energia
emanata ad esempio dai Pensatori, che
lavorano con la materia mentale e presiedono
allo svolgimento del Piano divino concepito
per il nostro pianeta.
Il gruppo dei Pensatori è presieduto
da tre grandi Entità: il Manu
(il Logos, il progenitore dell’umanità),
il Cristo ed il Mahachohan (o Grande
Luce celeste). Costoro influenzano direttamente
gli Adepti e gli Iniziati i quali, a
loro volta, sono in rapporto con i discepoli
che si adoperano per realizzare il Piano
sulla Terra.
Come si vede, l’intero processo
consiste in un progressivo rallentamento
della frequenza vibratoria, fino a che
questa produca effetti sul piano fisico
senza danneggiarlo.
Un esempio di quest’azione è
dato dalla Società delle Nazioni
concepita dal Maestro Serapis come primo
passo verso l’unità e la
pace mondiale.
Dunque, il potere di comunicare è
insito nella natura stessa della sostanza
e risiede nell’etere. Il rapporto
tra numerose menti produce poi un pensiero
abbastanza potente per essere percepito
dal cervello. Il principio mentale inoltre,
caratteristica precipua dell’essere
umano, nell’ambito di questa catena
di collegamenti, può essere definito
come la prima espressione exoterica
della coscienza dell’anima.
Esistono due tipi di attività
telepatica; nel caso di individui emotivi,
la trasmissione avviene tramite il plesso
solare, altrimenti il collegamento si
effettua da mente a mente.
Se non si vuole fallire in questa esperienza,
bisogna evitare ogni insicurezza ed
agire con distacco ed indifferenza;
del resto, ogni emozione o desiderio
da parte del ricevente crea correnti
di energia che vanificano ogni tentativo
di contatto.
CAPITOLO II°
IL LAVORO TELEPATICO
I Tre Fattori
Principali
Il potere telepatico
sarà compreso solo quando la
scienza penetrerà nel mistero
delle energie. L’attività
telepatica, del resto, darà buoni
risultati, se si saprà far uso
dei centri in modo cosciente.
Quindi, se una persona emotiva, che
usa il centro collocato nei pressi del
plesso solare, cercherà di stabilire
un contatto con un tipo mentale, ciò
genererà solo confusione. Pertanto,
è necessario coltivare quella
che i Maestri chiamano la virtù
del distacco.
È per questo che i discepoli
cercano di vivere polarizzati nei centri
della testa, cioè il sesto ed
il settimo, e di attivare i poteri dell’anima.
Pertanto, oltre i due tipi di attività
telepatica menzionati in precedenza,
ne esiste un terzo: quello attuato tra
anima ed anima da cui traggono origine
le Scritture sacre, i libri ispirati,
il linguaggio simbolico.
Esiste però anche un tipo di
telepatia collettiva di tipo istintivo,
come quella che si verifica in uno stormo
d’uccelli o in un banco di pesci
che si muovono all’unisono, come
se fossero mossi da un impulso unitario;
ciò si verifica anche nelle razze
selvagge e nei popoli mentalmente poco
sviluppati, che riescono a trasmettersi
notizie in modo rapidissimo, sconcertando
gli etnologi e gli antropologi che ne
studiano il comportamento.
Tali comunicazioni sono basate su reazioni
del plesso solare e possono essere osservate
anche nelle reazioni istintive ed irrazionali
dell’opinione pubblica.
La capacità di compiere il lavoro
telepatico in modo corretto ed efficace
è connessa, dunque, con l’iniziazione
che permette di conoscerne e dominarne
i meccanismi.
CAPITOLO III°
TRE TIPI DI
TELEPATIA: ISTINTIVA, MENTALE, INTUITIVA
Due altri tipi
di possibilità telepatiche
Della telepatia istintiva
si è detto a sufficienza. Nel
presente periodo di transizione, si
può praticare un misto di collegamento
istintivo e mentale. Il centro del cuore,
infatti, è in grado di collegare
i discepoli tra loro e con tutto il
mondo.
Esiste però anche una telepatia
intuitiva che interessa precipuamente
le regioni della testa e della gola.
Si possono dunque praticare molteplici
attività telepatiche: quella
tra mente e mente, tra cuore e cuore
(che consiste nella sublimazione della
risposta del sentimento), quella tra
anima ed anima (il più elevato
tipo di quest’attività),
quella tra anima e mente (possibile
quando la mente del discepolo si mantiene
salda nella luce, percependo visioni
ed idee dai livelli buddhici e divenendo
consapevole del grande Piano divino),
quella tra anima, mente e cervello (quando
le impressioni ricevute dall’anima
e provenienti dalla Triade spirituale
sono trasmesse al cervello come forme-pensiero),
quella tra un Maestro ed un discepolo,
oppure tra un Maestro ed il suo gruppo
(in quest’ultimo caso, le idee
vengono trasmesse in modo simultaneo).
È bene precisare, però,
che quanto si trasmette da cuore a cuore
non è in grado di distinguere
tra individui o gruppi positivi e negativi;
per questo, i Maestri insistono sulla
necessità di risvegliare i centri
della testa e sul dominio dell’anima
rispetto ai centri inferiori.
CAPITOLO IV°
NEL RAPPORTO
TELEPATICO IMPLICATI TRE TIPI DI ENERGIE
Si può dire
che l’Amore, ovviamente non quello
di tipo sentimentale, ma mistico, cioè
capace di unire tutti gli esseri in
un’unità di coscienza,
sia una chiave essenziale per la proficua
attività telepatica.
Tuttavia, il potere dell’Amore,
sebbene basilare, non costituisce l’unico
ingrediente per il lavoro telepatico;
occorre infatti affiancargli un adeguato
sviluppo e dominio mentale. Ecco dunque
alcuni consigli utili a chi s’accinge
a tale esperienza.
Innanzitutto, bisogna saper sfruttare
l’energia del centro eterico tra
le sopracciglia (ajna) e talvolta quella
proveniente dalla sommità del
cranio quando si vuole ricevere, mentre
è bene lavorare col centro della
gola quando si trasmette.
È essenziale comunque eliminare
ogni barriera tra coloro che vogliono
instaurare una comunicazione telepatica.
Inoltre, si deve essere in grado d’inviare
con estrema chiarezza i simboli, le
parole, i pensieri da trasmettere; l’attenzione,
cioè, non deve focalizzarsi sul
ricevente; basta, infatti, una rapida
visualizzazione o l’invio di un
pensiero d’amore per stabilire
un rapporto sufficientemente saldo.
Lo stesso procedimento venga attuato
nei confronti del trasmettitore. Il
ricevente deve operare con distacco,
padroneggiando il desiderio di conoscere
in anticipo il contenuto del messaggio
ed alimentando piuttosto la facoltà
immaginativa.
Mai desiderare qualcosa fine a se stessa
e mai operare in modo violento. Bisogna
dimenticare se stessi, gli interessi
e le aspettative umane, porgendo ascolto
alle voci provenienti dal mondo dell’Essere
e scambiandosi pensieri d’amore
fraterno.
CAPITOLO V°
LO SVILUPPO
DEL RAPPORTO TELEPATICO
Per iniziare la pratica
telepatica, si consiglia di usare parole,
prima che frasi e pensieri. La parola
prescelta va meditata, studiandone la
forma ed il simbolo, cioè l’immagine;
inoltre, va considerata la sua qualità,
bellezza, il desiderio che può
suscitare, il valore che insegna e la
risposta che proviene dalla mente, nonché
la sua vera essenza; infine, ci si dovrebbe
identificare con l’idea divina
che essa sottintende.
Dopo di ciò, mantenendo ferma
la propria coscienza, si provi ad inviare
la parola ai riceventi che, a loro volta,
dovrebbero allinearsi il più
possibile col trasmettitore.
Così facendo, la parola viene
come animata dalla nostra vita; infatti,
la mente inferiore ne trasmette il proposito,
la coscienza astrale l’aspetto
qualitativo, mentre, pronunciandola
sottovoce, ne materializziamo per così
dire l’aspetto formale.
L’abilità telepatica si
svilupperà gradatamente, dapprima
elevando la coscienza e raccogliendola
all’interno, poi discendendo di
livello in livello ed inviando l’energia
all’esterno.
Ai primi tentativi, alcuni usano forme
simboliche ritenute adatte alla parola
stessa, che altrimenti può essere
inviata scomposta nelle singole lettere
o nel suo insieme, dopo averla visualizzata.
I Maestri affermano che lo sviluppo
del rapporto telepatico comporterà
l’inizio di un’èra
nuova, caratterizzata dai princìpi
di universalità e di sintesi.
In futuro, l’umanità si
polarizzerà sulla mente e l’uso
del linguaggio servirà solo a
comunicare con quanti risultino inattivi
sul piano mentale.
Occorreranno ancora cinquecento anni,
prima che l’umanità faccia
uso corrente della telepatia, servendosene
coscientemente.
I discepoli per primi dovranno imparare
ad avvertire le forze che emanano dai
chakras di coloro con cui entrano in
contatto, sviluppando la sensibilità
del centro ajna collocato tra le sopracciglia.
Inoltre, si eserciteranno a captare
le reazioni emotive di coloro che li
circondano, coltivando la compassione,
la simpatia, ma anche il giusto distacco,
per non esserne coinvolti.
È preferibile praticare tutto
ciò in gruppo, piuttosto che
individualmente. Comunque, gli esercizi
suddetti servono a fare della personalità
uno strumento adatto all’attività
telepatica; conseguendo però
la coscienza dell’anima, che è
della stessa qualità in ogni
cosa e la cui ricettività è
pertanto assoluta, il collegamento con
tutte le forme si attua in modo automatico.
La civiltà futura, quindi, sarà
caratterizzata dall’intuizione,
che diverrà patrimonio comune
dell’umanità.
Questo processo è già
in atto, grazie all’attività
di individui e gruppi che coltivano
la telepatia, ma anche per l’impulso
dato in tal senso da ricerche scientifiche
exoteriche.
CAPITOLO VI°
IL LAVORO TELEPATICO
DI GRUPPO
Tre ingiunzioni
Affinché il
lavoro di gruppo sia efficace, occorre
evitare la critica al suo interno. Per
questo, va coltivato l’Amore capace
di superare ogni contrasto; in tal modo,
si riesce a sentirsi ed a vivere come
un’unità.
Al contrario, se anche solo un membro
del gruppo è preso dalle sue
vicende personali o da fisime di autosviluppo,
il lavoro collettivo può essere
ritardato. Occorre quindi vigilare attentamente
che ciò non si verifichi.
Ed infine, dovendo influire sulla mente
di un soggetto, bisogna interrogarsi
sul movente che deve essere assolutamente
scevro da egoismo e libero da condizionamenti
fideistici o da preconcetti di qualunque
tipo. Se così non fosse, è
molto facile cadere nelle maglie della
magia nera, le cui vittime sono ridotte
ad uno stato di passività.
I risultati che si conseguono con la
pratica della vera attività telepatica
sono invece diametralmente opposti;
infatti, il soggetto interessato farà
registrare una maggiore volontà
di retta azione, un corpo astrale libero
da annebbiamenti emotivi ed un fisico
più vitale e puro.
I Maestri affermano che la potenza sprigionata
da una concorde attività di gruppo
è davvero incredibile. Citando
l’aforisma per cui “l’energia
segue il pensiero”, occorre vigilare
sulla nostra vita astrale e fisica,
sorvegliando attentamente i nostri pensieri
per evitare nel modo più assoluto
ogni tentazione di brama di potere.
CAPITOLO VII°
LA SCIENZA DELL’IMPRESSIONE
La sua funzione
solare e planetaria
Le sorgenti
di impressione per i tre centri planetari
Nonostante quanto detto
finora, i Maestri non ritengono la telepatia
una scienza degna di soverchia attenzione
e quindi materia d’insegnamento.
Si occupano, invece, della Scienza dell’Impressione,
di cui la telepatia è una manifestazione
exoterica; essa si trasmette da un individuo
ad un altro, mentre l’impressione
è una ricezione di gruppo.
Col termine impressione s’intende
la vaga sensazione che può essere
percepita qualora una mente diversa
dalla nostra entri in contatto con noi.
All’inizio, si tratta di un qualcosa
estremamente vago; poi, però,
diviene una forma-pensiero che finisce
per imprimersi nella coscienza cerebrale
in un punto collocato dietro il centro
ajna, cioè nella regione del
corpo pituitario. Nelle persone emotive,
può essere percepita anche nella
zona del plesso solare.
L’argomento è complesso
e risulta difficile fornire informazioni
in merito; basti dire che gli stessi
membri della Gerarchia stanno imparando
la Scienza dell’Impressione.
Esistono vari tipi d’impressione,
prodotti da diverse sorgenti; esaminiamoli
brevemente, sottolineandone la funzione
solare o planetaria e, quindi, la loro
grande importanza.
Quelle prodotte su Shamballa provengono
dai Membri della Grande Loggia Bianca
di Sirio e vengono recepite dai più
elevati Membri del Grande Concilio presieduto
dal Signore del Mondo soltanto dopo
una debita preparazione.
Altre derivano dalle costellazioni che
in un dato periodo si trovano in rapporto
astrologico col nostro pianeta, oppure
discendono dall’energia irradiata
da due mondi che, in un ciclo particolare,
formano un triangolo con la nostra Terra;
alcune, infine, arrivano da Venere,
l’alter ego della Terra.
Così, procedendo in una scala
discendente, le impressioni che giungono
alla Gerarchia sono prodotte da Shamballa,
oppure da alcuni grandi Esseri secondo
ritmi ciclici in momenti particolari
come potrebbe essere il plenilunio,
la cerimonia del Wesak o tempi di crisi
mondiale.
A tal proposito, va detto che da sempre
la storia evolutiva del nostro pianeta
ha fatto registrare questo tipo di ricezione
e distribuzione di energie, che spesso
però vengono male interpretate
e svisate; pertanto, il compito del
Nuovo Gruppo di Servitori Mondiali è
quello di correggere tale dannosa situazione.
Infine, le impressioni che arrivano
all’Umanità sono trasmesse
dalla Gerarchia con l’intento
di stimolare l’avvento di idee
innovative, umanitarie, utili all’evoluzione
collettiva.
Come si vede, si tratta di una vera
e propria catena d’Amore che dalle
più alte sfere giunge fino a
noi. È chiaro però che,
se questa attività reciproca
viene interrotta o deviata dall’umano
egoismo, si producono disastri, malattie,
guerre, poiché tale energia viene
erroneamente incanalata, manifestandosi
poi in forme distruttive anziché
benefiche.
Pertanto, quando il libero flusso dell’energia
divina verrà ristabilito grazie
al corretto orientamento dei pensieri
e delle azioni umane, il male scomparirà.
Concludendo, si può dire che
l’intero processo consiste nella
trasformazione di un’idea in un
luminoso ideale, che giunge poi a manifestarsi
concretamente.
Ora, la nuova civiltà verso cui
procede il mondo attuale apprenderà
la scienza dell’invocazione e
dell’evocazione, entrando in rapporto
con i regni superumani e subumani.
Ciò provocherà come conseguenza
uno spostamento della coscienza dai
livelli della vita emozionale e fisica
a quelli della percezione mentale; così,
la mente sarà in grado di cogliere
dapprima impressioni fuggevoli che verranno
successivamente esteriorizzate.
La pratica della meditazione eseguita
correttamente aiuta a sviluppare queste
facoltà; infatti, la Scienza
dell’Impressione è connessa
con l’attività del centro
della testa, in particolare col centro
ajna a cui è affidato il compito
di oggettivare le intuizioni che piovono
dall’alto.
CAPITOLO VIII°
LA SUPREMA SCIENZA
DEL CONTATTO
I suoi tre modi
interdipendenti di espressione
La sua meta
nel processo evolutivo della vita
Questa scienza, che a buon diritto si
definisce suprema, si avvale di tre
modi di espressione tra loro collegati;
si parte dalla telepatia, si passa dalla
scienza dell’invocazione e dell’evocazione,
si arriva a quella dell’impressione.
Ora, l’individuo che intenda esercitarsi
in queste pratiche non è affatto
detto che passi di volta in volta in
regioni di consapevolezza collocate
su piani diversi, come spesso è
stato erroneamente inteso, travisando
il senso di opere teosofiche.
In realtà, tutto ciò che
È è sempre presente. Pertanto,
ci si risveglia a ciò che eternamente
è, che è sempre presente
attorno a noi, ma di cui siamo inconsapevoli
a causa dei nostri limiti.
È per questo che i Maestri ci
invitano a trascendere il piano della
personalità, su cui è
attualmente focalizzata la nostra coscienza.
Il mondo dei fenomeni sottili è
sempre qui presente; possiamo entrare
in contatto con esso e sperimentarlo
concretamente, qualora lo strumento
di percezione venga adeguatamente affinato
e sviluppato.
È ovvio che inizialmente si debba
almeno accettarne in via puramente ipotetica
l’esistenza, uscendo da quel bozzolo
di pregiudizi materialistici che ci
siamo costruiti attorno, costituendo
un assioma indiscutibile, una sorta
di dogma scientistico affatto diverso
da quello teologico, ambedue capaci
di soffocare sul nascere ogni diversa
aspirazione umana.
Solo dopo, una volta che si sia disposta
la mente a considerarne la realtà,
si può iniziare a sviluppare
lo strumento capace di metterci in contatto
con la dimensione superfisica, arrivando
a collegarsi ad essa a volontà,
fino a fornirne un’interpretazione
ispirata, cioè non frutto di
elucubrazioni personali, ma d’intuizione
che discende per così dire dai
“piani superiori” dell’Essere.
CAPITOLO IX°
CAMPI DI INTERAZIONE
COSCIENTE CHE VANNO ESTENDENDOSI
Da sempre i Maestri
insegnano ai propri discepoli i metodi
per sviluppare la sensibilità
interiore, rendendoli capaci di utilizzarla
in modo proficuo nel servizio.
Come si è detto, si servono di
influssi che gradatamente li rendono
ricettivi alle energie che discendono
dai piani superiori dell’Essere,
sviluppando in loro facoltà intuitive
prima latenti.
Ciò non deve suscitare meraviglia;
si tratta di un naturale processo evolutivo
che trae le sue origini dalla sensibilità
ordinaria, legata all’uso automatico
dei cinque sensi fisici, e procede attraverso
le risposte che forniamo agli stimoli
emozionali.
Ora, però, l’umanità
si sta avviando all’uso della
telepatia mentale, anche se non sempre
in modo consapevole. Alcuni cominciano
ad usare la telepatia spirituale, grazie
al contatto che la personalità
può instaurare con l’anima
per mezzo di tecniche meditative.
Queste pratiche consentiranno di stabilire
ulteriori collegamenti che permetteranno
all’anima di ricevere influssi
dalla Triade Spirituale (Atma, Buddhi,
Manas); così, si effettueranno
delle intercomunicazioni finora attuate
e conosciute solo dai membri della Gerarchia.
Come si vede, nessun campo è
precluso al genere umano, che si muove
verso un luminoso destino. Si può
immaginare l’intero processo come
una graduale, lenta, ma ineludibile
costruzione di ponti (antahkarana) che
collegano dapprima la personalità
all’anima e poi questa all’Io
divino, al Sé spirituale.
Il tutto si realizza attraverso delle
tappe obbligate. Infatti, prima viene
stabilito il contatto con un ambiente
ignoto, che poteva essere solo oscuramente
presentito, oppure concepito come una
possibilità teorica, invocata
da chi non ne aveva conoscenza diretta.
Successivamente, è possibile
avvertire coscientemente gli influssi
provenienti da queste regioni inesplorate,
che cessano di essere oggetto di fede
cieca.
È così che il discepolo
procede da una semplice percezione telepatica,
attraverso la pratica delle invocazioni
ed evocazioni, verso uno stato di coscienza
più ampio, che gli consente un
riconoscimento spirituale da cui attingere
conoscenze, energie e poteri che gli
permetteranno di collaborare attivamente
all’attuazione del Piano divino.
All’inizio, non si è coscienti
di essere inseriti in tale processo
evolutivo, ma in seguito si percepiscono
le varie sfere di coscienza collegate
alle dimensioni fisiche, mentali e spirituali
che possono essere controllate a volontà.
Così, l’uomo diviene un
Maestro che opera in accordo con la
Mente divina e col Piano concepito per
il nostro pianeta.
L’umanità è giunta
ad un punto cruciale che permetterà
di passare ad una nuova fase evolutiva,
caratterizzata da sorprendenti sviluppi.
Il corpo eterico di ciascun individuo,
infatti, sarà l’agente
che convoglierà nel cervello
umano le energie e le conoscenze occulte
che permetteranno di passare allo stato
di Maestro ed, infine, a quello di Christòs,
cioè di Colui che può
affermare di aver unito la propria coscienza
all’Assoluto.
In futuro, il regno umano, il cosiddetto
quarto regno della natura dopo quello
minerale, vegetale ed animale, sarà
in grado di invocare i regni superiori
e di evocare quelli subumani, consentendo
anche ai fratelli minori di attraversare
le esperienze evolutive che lo hanno
caratterizzato, in primis quella legata
al risveglio della facoltà mentale,
di cui gli esseri inferiori sono attualmente
privi.
Ogni essere, quindi, avrà il
potere di decidere il proprio destino,
fino a conseguire lo stadio del risveglio
e dell’illuminazione, in cui la
coscienza supera i limiti dell’individualità,
per sentirsi unita all’Assoluto.
In tale processo, essenziale sarà
il ruolo assegnato all’umanità,
che farà da tramite tra i regni
inferiori e quelli superiori, in una
sorta di meravigliosa ed ininterrotta
catena d’Amore.
CAPITOLO X°
SUCCESSIVA RIVELAZIONE
DI RELAZIONI
Lo studio della Suprema
Scienza del Contatto rende evidente
non solo l’evoluzione in atto
nel genere umano, ma anche il dualismo
esistente nella manifestazione e lo
sviluppo progressivo della coscienza.
Ora, essere consapevoli di realtà
sempre più vaste non è
appannaggio esclusivo degli individui;
infatti, gli stessi membri della Gerarchia
stanno acquisendo una consapevolezza
sempre maggiore, in genere a livello
planetario, mentre per Sanat Kumara
che governa Shamballa essa arriva ad
essere di portata cosmica.
Venire a conoscenza delle limitate capacità
per ora in possesso del genere umano
non deve indurre uno stato di sconforto;
è bene sapere, infatti, che sia
i Membri di Shamballa che quelli della
Gerarchia sono passati per lo stadio
evolutivo terrestre.
Questo fatto permette di comprendere
quali potenzialità siano celate
anche nella persona più umile
ed il futuro di meraviglie che attende
tutti gli uomini.
La Scienza del Contatto governa tutti
i rapporti che possono essere stabiliti
sul nostro pianeta. Infatti, anche gli
animali domestici svolgono un ruolo
intermedio tra l’umanità
ed il regno animale, poiché si
distinguono dai loro simili per una
maggiore sensibilità.
Questo dovrebbe far comprendere quale
rete fittissima di interconnessioni
sia in atto nell’universo; se
Sanat Kumara, in contatto con altri
Logoi planetari, trasmette ai Membri
di Shamballa delle impressioni di carattere
e contenuto elevatissimo, questi a loro
volta sono in contatto con la Gerarchia,
che si collega con il Nuovo Gruppo di
Servitori del Mondo, i quali fanno da
ponte con l’Umanità.
È chiaro però che, man
mano che si sale nella scala gerarchica,
debbano essere acquisite delle facoltà
nuove, tali da permettere contatti sempre
più vasti e profondi nel contenuto.
Ad esempio, l’iniziato che sia
riuscito a stabilire il contatto con
la Mente Universale può intuire
il Proposito o il Piano da essa concepito,
ma deve aver necessariamente sviluppato
la mente astratta che collega l’anima
al Sé, dopo aver unito la personalità
all’anima, cosa che accade a chi
muove i primi passi sul sentiero interiore.
Le tecniche più elementari insegnate
dai Maestri provocano nel cervello e
nel veicolo buddhico dei discepoli una
serie di mutamenti che permettono di
prendere contatto a volontà dapprima
con un membro della Gerarchia e poi
con l’Essere o la Vita Universale.
Ovviamente, tale processo è lento
e non può essere appreso da libri
o informazioni che presumono di esaurire
in poche righe il contenuto di un’esperienza
interiore che deve maturare in tempi
diversi da individuo ad individuo.
Pertanto, occorre diffidare sempre dei
falsi guru e degli improvvisati maestri
che si dicono esperti in materia, casomai
pretendendo lauti compensi per poter
trasmettere le proprie conoscenze o
per attivare mirabolanti poteri negli
ingenui che accorrono numerosi, affascinati
dalla possibilità di acquisire
senza troppa fatica capacità
straordinarie, da sfruttare per giunta
in senso egoistico o negativo.
Questa è la via perseguita dai
maghi neri e dai loro accoliti, che
comporta inevitabilmente effetti distruttivi
ed esiti catastrofici non solo per le
persone che la percorrono, ma per l’ambiente
circostante ed il mondo intero.
Non si insiste mai troppo nel mettere
i guardia l’aspirante occultista
dai pericoli in cui rischia d’incappare
anche in buona fede.
CAPITOLO XI°
I RISULTATI
DEL CONTATTO E DELLA RICETTIVITÀ
Sequenza planetaria
dell’Impressione
Gruppi concatenati
entro la vita planetaria
La mente, centro
focale dello sviluppo planetario
Da quanto detto in
precedenza si desume che non bisogna
in alcun modo accelerare la comparsa
della facoltà telepatica in un
individuo; ad un certo punto della sua
evoluzione, essa si manifesta in modo
spontaneo; il suo sviluppo prematuro
potrebbe comportare dei pericoli o,
quanto meno, la possibilità di
incorrere in false interpretazioni in
merito alle fonti di trasmissione.
Infatti, ciò che spesso crediamo
di registrare da una sorgente esterna
proviene da noi stessi e non è
affatto indice di sviluppo spirituale.
Esistono, dunque, messaggi emanati dal
subcosciente che si riconoscono dal
loro contenuto pieno di riferimenti
al bagaglio culturale di chi li riceve.
L’85% dei così detti scritti
telepatici o ispirati appartengono a
questo tipo.
Vi sono poi impressioni provenienti
dall’anima che rappresentano il
prodotto del passato sviluppo dell’anima
stessa; raccolgono tutti gli elementi
positivi che una personalità
in fase evolutiva ha apportato all’anima.
Esse costituiscono l’8% delle
comunicazioni oggi in circolazione.
A queste si aggiungono gli insegnamenti
impartiti da un discepolo più
avanzato ad un altro che inizia il proprio
cammino; questi sono di valore e possono
riferirsi ad informazioni che il ricevente
ignora. Non contengono mai banalità
o riferimenti alla cultura di chi li
registra e non fanno alcun riferimento
alla personalità dello stesso,
per evitare di incensarla e quindi di
potenziarne l’influenza, ottenendo
così l’effetto opposto
a quello che dovrebbero produrre. Essi
rappresentano il 5% degli insegnamenti
impartiti.
Infine, possono giungere comunicazioni
di un Maestro al proprio discepolo,
ma esse sono solo il 2% dell’intera
ricettività telepatica in tutto
il mondo.
Comunque sia, si ricordi che gli orientali
sono più atti alla ricettività
telepatica rispetto agli occidentali.
Inoltre, è bene sapere che le
Scritture mondiali provengono dal secondo
raggio dell’insegnamento; esse
sono state formulate per mistici e non
per occultisti. Tra queste non va annoverato
l’Antico Testamento, salvo alcuni
passi.
L’influsso prodotto da questi
vari “agenti di impressione”
si estende all’intero pianeta;
nessun regno può sfuggirgli;
in tal modo, il Proposito o Piano divino
va progressivamente attuandosi.
Ciò non vuol dire che gli esseri
siano del tutto condizionati da tali
“impressioni”; essi restano
creativamente liberi nelle loro reazioni
a tali influssi. Infatti, il tempo di
sviluppo dei vari regni è più
o meno lungo, a seconda della volontà
manifestata dalla vita che li governa.
La reazione del regno minerale è
lentissima, perché la vita ad
esso inerente è dominata dall’inerzia;
quella del regno vegetale è più
rapida, perché viene invocato
l’aiuto dei deva che accelerano
lo sviluppo della coscienza vegetale,
svolgendo un ruolo analogo a quello
assunto dalla Gerarchia nei confronti
dell’umanità. Ciò
comporta l’assenza di peccato
in questo regno e la sua eccezionale
purezza.
Il regno animale, infine, si muove lungo
linee parallele a quelle percorse dall’umanità,
che comincia ad avvertire gli influssi
provenienti dal regno delle anime. Pertanto,
quando l’umanità sarà
più evoluta, svolgerà
un ruolo determinante per accelerare
l’evoluzione degli animali, che
nel frattempo avranno appreso ad invocarne
l’aiuto.
Il grande Piano divino comprende, quindi,
una mirabile sequenza d’impressioni
planetarie, tutte volte ad accrescere
la sensitività responsiva dei
vari regni di natura.
Il principale fattore capace di inibire
l’effetto di tali impressioni
è il libero arbitrio, da cui
deriva la responsabilità karmica.
Pertanto, la figura simbolica del “Guardiano
della soglia” sta a rappresentare
tutte le scelte compiute volontariamente
in opposizione al bene.
Come si vede, nulla può considerarsi
esterno a questo Piano perfetto che
tutto include in sé, al fine
di far conseguire a tutti gli esseri
la piena realizzazione, che li porterà
a ricongiungersi coscientemente con
l’Origine da cui sono stati emanati.
Le “impressioni” che provengono
da Shamballa si manifestano in grandi
cicli e rispondono ad influssi di origine
extraplanetaria.
Tuttavia, anche il genere umano svolge
un ruolo di primaria importanza per
realizzare il proposito divino; esso,
infatti, ha una funzione mediatrice
tra i regni superiori ed inferiori.
Non a caso è il quarto tra i
sette regni della natura, collocandosi
in una posizione mediana, analoga a
quella della mente che, in ambito microcosmico,
svolge un compito affine in merito all’evoluzione
individuale.
È per questo motivo che la Gerarchia
sta allenando in tutto il pianeta dei
gruppi di individui capaci di invocare
i Maestri con sempre maggior potenza,
fino al momento in cui le idee positive
in grado di mutare profondamente i rapporti
umani diverranno patrimonio comune,
permettendo l’inizio di una Nuova
Era.
CAPITOLO XII°
RELAZIONE FRA
I CENTRI: UMANO E GERARCHICO
Sorgenti di
Impressione per il discepolo
Il suo contributo
al piano divino
Come si è visto,
l’intero sistema planetario consta
di un insieme di veicoli comunicanti
o ricettivi alla comunicazione che s’intrecciano
tra loro.
La mente inferiore, quella che si usa
nelle normali relazioni umane, è
capace solo d’interpretare le
impressioni ricevute; comunque, per
allenare all’invocazione un numero
maggiore d’individui, la Gerarchia
ha istituito la pratica dell’iniziazione
di gruppo; così i discepoli apprendono
il metodo per invocare le energie necessarie,
imparando a produrre un’evocazione
in risposta.
La Scienza dell’Impressione ha
insegnato come creare delle forme-pensiero,
come vivificarle e come dirigerle. È
ovvio, però, che tale capacità
implica una notevole evoluzione interiore;
pertanto, un simile potere è
affidato ad un discepolo che abbia trasceso
la personalità; egli, dunque,
userà i suoi poteri solo per
un fine positivo, umanitario e mai in
senso egoistico.
Coloro che possiedono una ricettività
inconscia ricevono le impressioni per
il plesso solare, mentre le forme-pensiero
emanano dal centro della gola del trasmettitore.
Quelli che ricevono in modo consapevole
ricevono le impressioni attraverso la
mente, mentre il trasmettitore opera
con il centro ajna tra le sopracciglia.
Al primo gruppo appartengono i medium
e coloro che ricevono messaggi dal subcosciente.
I discepoli che captano dalla propria
anima si collocano su un gradino più
alto.
Il periodo di transizione dal piano
astrale a quello mentale può
durare anche molto a lungo; in ogni
caso, il discepolo impara a distinguere
i messaggi provenienti dalla propria
anima da quelli emanati dalla Gerarchia.
A questo punto, può ricevere
messaggi direttamente dal Maestro. Solo
in seguito, si riuscirà ad entrare
in contatto con la Triade Spirituale
e con Shamballa.
La Gerarchia si è servita della
Scienza dell’Impressione per insegnare
all’umanità il cammino
spirituale che permette al discepolo
di collaborare col Proposito divino.
Alle conoscenze acquisite nel precedente
sistema solare si aggiungono quelle
maturate nell’attuale manifestazione
cosmica; pertanto, il potere di usare
le energie dei raggi per attrarre ed
imprimere la rivelazione consente di
venire in contatto con rivelazioni sempre
più vaste e dettagliate.
Il discepolo registra queste conoscenze
sotto forma di concetti ed idee, che
poi proietta come forme-pensiero verso
le menti degli uomini, ricevendone una
risposta e provocando nei suoi simili
un ampliamento di coscienza.
In tal modo, si estrinseca la sua capacità
di servire, non cercando una crescita
spirituale individuale, ma preoccupandosi
di donare agli altri ciò che
è risultato benefico per lui
stesso.
Il ricercatore sincero percorre in tal
modo il sentiero bodhisattvico dell’apprendere
per insegnare, del realizzarsi per donarsi.
Così si compie quanto indicato
nei versi aurei de “La Voce del
Silenzio”: “ Indica la Via,
per quanto oscuramente, per quanto perduto
nella folla, come la stella della sera
a coloro che percorrono il proprio sentiero
nell’oscurità.” Ed
ancora: “Se un piccolo granello
vi è donato, non è perché
voi lo serbiate. Per quanto piccolo
e minuscolo esso sia, vi è stato
donato perché ne nutriate anche
un piccolo passero: e quello che non
tratterrete si moltiplicherà
in voi, come i piccoli fiori nella matrice
del loto bianco.”
CAPITOLO XIII°
LA SENSIBILITÀ
TELEPATICA COME NORMALE SVILUPPO
Parallelo sviluppo
spirituale
Registrazione,
ricordo e interpretazione
Dunque, quando il discepolo
allinea la propria personalità
con l’anima, sviluppa automaticamente
una superiore sensibilità che
gli permette dapprima di attrarre concetti
ed idee spirituali ed in ultimo anche
di comprendere il Proposito divino.
Chi pratica l’occultismo, a differenza
del mistico, può entrare in contatto
con l’anima a volontà;
la sua coscienza, infatti, è
centrata sul piano mentale e non su
quello emotivo. Partendo da questo livello,
egli costruisce in piena consapevolezza
un ponte (antahkarana) lungo cui scorrono
le “impressioni” superiori.
I tesori di saggezza acquisiti vengono
poi trattenuti nell’aura e distribuiti
a chi ne fa richiesta. Così si
costituisce una catena di sapienza,
di fratellanza e d’Amore; infatti,
come la Gerarchia invoca ispirazione
da Shamballa, così è evocata
dalle richieste umane e gli stessi discepoli
possono, in spirito di servizio, aiutare
chi è più indietro di
loro.
A proposito di aura, va detto che questa
avvolge il sé incarnato ed è
formata dalle emanazioni del corpo eterico;
essa consta di prana (energia basilare
per l’eterico stesso) e riflette
lo stato del corpo fisico, emotivo e
mentale; pertanto, si presenta all’occhio
del veggente con colori sempre variabili,
che dipendono appunto dalle condizioni
suddette.
Essa è un qualcosa di vivo che
costruiamo di volta in volta, a seconda
del comportamento. Su di essa si registrano
le “impressioni” che il
sé acquisirà ed eventualmente
dirigerà all’esterno con
un atto di volontà.
È l’aura a produrre effetti
positivi o negativi su chi s’incontra;
è bene, pertanto, mantenerla
pura e limpida. I Maestri vedono istantaneamente
il livello evolutivo dei discepoli dai
colori dominanti, chiari o scuri, dell’aura.
La gran parte dell’umanità,
compresi gli aspiranti, è ancora
focalizzata sul piano astrale; passare
sul livello mentale richiede tempo e
notevole impegno. Si apprende attraverso
prove ed errori; il discepolo deve imparare
a registrare in piena coscienza gli
influssi che producono variazioni nella
sua aura, osservando con distacco i
desideri, le ansie, le paure che lo
agitano e purificando gradualmente lo
stato in cui si trova.
Non si tratta solo di controllare i
desideri più bassi e volgari,
ma anche quelli ritenuti elevati, come
quello di ricevere “impressioni”
dalla Gerarchia; questa brama rivela
l’aspirazione ad una crescita
puramente individuale, dimenticando
il servizio all’umanità.
Del resto, le “impressioni”
provenienti dalla Gerarchia vengono
percepite solo dopo che si è
appreso a captare quelle provenienti
dalla propria anima e dall’ambiente
in cui si vive.
Dopo varie iniziazioni, l’aura
del discepolo sarà in grado di
registrare “impressioni”
provenienti dai regni subumani, poi
dalla Triade Spirituale ed infine da
Shamballa.
Affinché le “impressioni”
non siano viziate da indebite interferenze,
occorre che scendano direttamente dai
livelli mentali al cervello, evitando
di contaminarsi col corpo astrale.
In tutto il processo, si deve imparare
a restare umili, distaccandosi dalla
personalità che tende sempre
ad inorgoglirsi per i risultati ottenuti.
Tutte le “impressioni” ricevute
debbono venire prima tradotte e poi
interpretate in simboli, siano essi
parole od immagini; bisogna comunque
sempre considerare la possibilità
d’incorrere in errori o travisamenti
psichici.
Non si sottovaluti, inoltre, la deformazione
che su queste “impressioni”
può operare il filtro costituito
dalle forme-pensiero concrete; si ricordi,
a tale proposito l’antico aforisma
trasmesso dalla Religione–Saggezza,
per cui “la mente è la
distruttrice del Reale” e la mente
razionale è sempre in agguato,
mostrando la Realtà attraverso
specchi deformanti.
Per aggirare tutti gli ostacoli che
possono impedire un retto intendimento
dei messaggi ricevuti, occorrono molte
incarnazioni; solo allora si diverrà
un centro di potere in rapporto con
la Gerarchia ed al servizio dell’umanità,
per distribuire gratuitamente l’energia
e la luce gratuitamente ricevute.
CAPITOLO XIV°
ASPETTI SUPERIORI
DI CONTATTO ENTRO LA MENTE UNIVERSALE
Agenti di Impressione
del Volere divino
I Maestri affermano
l’esistenza di “impressioni”
provenienti da livelli ancora più
elevati rispetto a quello buddhico o
dell’intuizione; queste sono,
infatti, in rapporto con la stessa Mente
Universale o Volontà intelligente.
L’umanità attuale, tuttavia,
non possiede ancora tali capacità,
ma in futuro i processi evolutivi in
atto renderanno normali anche queste
esperienze.
Comunque, le forme superiori di telepatia
attuabili oggi riguardano solo l’attuazione
del Piano divino nei tre mondi (fisico,
astrale e mentale). A tal fine, la Gerarchia
usa gli aneliti più elevati,
anche se ancora confusi, delle moltitudini
in forma di invocazione, per creare
un ponte in grado di collegare la coscienza
della personalità con quella
dell’anima.
Tutte le correnti di pensiero debbono
passare attraverso il corpo eterico
planetario, di cui quello individuale
è parte integrante, per raggiungere
il cervello umano.
Attualmente, solo pochi sono in grado
di pensare con sufficiente chiarezza
ed energia necessaria a creare forme-pensiero
da dirigere verso un determinato obiettivo.
È per questo che il discepolo
deve sviluppare una corretta ricettività
e l’intelligenza intuitiva che
permetterà d’interpretare
esattamente i messaggi e d’individuarne
la fonte.
Bisogna essere in grado di generare
un’aura magnetica capace di captare
le “impressioni” superiori.
Se il grado evolutivo è basso,
predominando la natura animale, le “impressioni”
provengono dall’uomo stesso, passano
attraverso il centro sacrale ed hanno
attinenza col corpo fisico, perché
l’aura magnetica è assai
limitata.
La maggioranza degli individui agisce,
però, attraverso il corpo astrale
ed è polarizzata sul plesso solare.
I medium ricevono “impressioni”
da questo chakra ed i messaggi provengono
da residui psichici ancora viventi nella
dimensione illusoria del piano astrale.
Gli aspiranti invece elevano gradualmente
le energie inferiori dapprima al centro
del cuore e poi a quello della gola.
L’aura magnetica che circonda
la testa è sensibile alle “impressioni”
superiori, ma oggi il centro ajna tra
le sopracciglia in genere può
solo trasmettere; solo tra secoli sarà
in grado di ricevere da sorgenti più
elevate.
Per ora, dunque, è sufficiente
cooperare con la Gerarchia, al fine
di attuare nel mondo quegli eventi che
renderanno possibile la rivelazione
dell’intero Proposito all’umanità;
il contenuto del Piano divino costituirà
l’ultima rivelazione alla razza
umana che in un lontanissimo futuro
popolerà il nostro pianeta.
Allora l’evoluzione, almeno com’è
attualmente disposta dalla Gerarchia,
avrà termine e verrà sostituita
da una più vasta espansione di
coscienza per noi inconcepibile.
Basti allora sapere che il Piano comprende
il passato, il presente ed il futuro
dell’umanità; gli Agenti
del Piano ricevono le “impressioni”
da Shamballa, queste vengono trasmesse
ai Maestri che, tramite il Nuovo Gruppo
dei Servitori Mondiali, le fanno giungere
ai membri più evoluti del genere
umano.
Il mezzo usato per tali trasmissioni
è l’energia che può
definirsi come sostanza qualificata
dalla dinamica Volontà divina;
gli uomini comuni, però, non
sanno ancora operare con questa sostanza;
è per questo che costituiscono
uno strumento utile all’attuazione
del Piano, ma non sono loro a gestirlo.
La Volontà dinamica diviene accessibile
al discepolo solo quando s’inizia
a costruire il ponte, detto antahkarana,
tra personalità ed anima. Egli
diviene così oltre che un ricevente
anche un potenziale agente di “impressioni”.
Quanto detto finora costituisce l’unico
metodo scientifico per accostarsi alla
vita spirituale e per iniziare a servire
l’umanità, requisito imprescindibile
se si vuol davvero progredire sul sentiero
interiore.
CAPITOLO XV°
CONTATTI INTERPLANETARI
ED EXTRAPLANETARI
Il ruolo di
chiave dell’umanità
Sette affermazioni
che descrivono la trama dell’attività
planetaria attuale
I centri e le
energie di raggio
Separatività:
la grande illusione
Il Piano divino per
il nostro pianeta prevede un’ascesa
graduale del genere umano verso una
sintesi planetaria.
A tale proposito, i Maestri insegnano
che esiste un’unica Vita che fluisce
attraverso tutte le forme, creando un’intelligente
Entità planetaria, qualificata
da immense energie e motivata da un
Proposito che è solo una parte
di quello ideato dal Logos solare.
I rapporti che si possono creare, quindi,
sono di natura planetaria ed extraplanetaria.
Gli stadi finali di questo processo
sono inimmaginabili per l’umanità
attuale; quindi, ci si limita a chiarire
quali siano i tre Centri maggiori attraverso
cui opera il Logos planetario.
Il primo, definito Centro della Testa,
è espressione del divino Volere
planetario e si trova focalizzato in
Shamballa.
Il secondo, detto Centro del Cuore,
esprime l’Amore divino o la Ragione
pura ed è rappresentato dalla
Gerarchia.
Il terzo, chiamato Centro della Gola,
è espressione della divina Intelligenza
e fa capo all’Umanità.
Il proposito del Logos planetario sarà
svelato all’umanità, perché
tutto è interconnesso ed ogni
vita manifestata ha già attraversato
o attraverserà lo stato umano.
Questa constatazione indica la grandezza
di ogni essere umano. L’Umanità,
infatti, costituisce la chiave di tutti
i processi evolutivi; gli esseri subumani
si muovono verso l’esperienza
umana, mentre gli individui attuali
s’incamminano verso una dimensione
superiore. Anche i grandi ed onnipotenti
Esseri esistenti a Shamballa un tempo
furono umani.
Del resto, il Vangelo sottolinea la
natura umano-divina del Cristo che lo
collega al Padre; la Chiesa attuale
però ha volutamente distorto
questo insegnamento, per attribuirsi
il potere salvifico, ma Gesù
disse, citando i Salmi (Sal. 82,6 e
Gv. 10,34)): ”Voi siete dèi”
ed altrove nel Vangelo è scritto
(Gv.14,12): ”Chi crede in me compirà
le stesse mie opere ed anche di più
grandi.”
Grande è dunque la responsabilità
umana e luminoso il destino che attende
ogni individuo.
Una serie di iniziazioni renderà
in grado i discepoli di ricevere le
“impressioni” da Shamballa;
si tratta di un allenamento scientifico
e religioso che ci orienterà
di nuovo verso l’esistenza divina.
Ecco perché i tre grandi Centri
(Shamballa – Gerarchia –
Umanità) sono in stretta connessione,
grazie ad una serie ininterrotta di
“impressioni” che li mettono
in comunicazione.
Quindi, riassumendo: il Proposito emana
dal piano mentale cosmico e si esprime
come divina Volontà nel piano
cosmico. Finché il Piano non
sarà attuato, il Logos planetario
manterrà in vita l’intera
manifestazione; il discepolo che sarà
riuscito a costruire l’antahkarana
arriverà a conoscere quel Volere.
L’Umanità, quindi, sta
progredendo verso una via ascendente;
essa costituisce il principale agente
planetario creativo, perché invoca
la Gerarchia e ne riceve le “impressioni”.
Ciò è dimostrato dal susseguirsi
delle grandi civiltà, che porterà
all’avvento del Regno spirituale
sulla Terra.
La Gerarchia invoca Shamballa e questa
è in contatto con energie extraplanetarie,
cosmiche e solari; il che porterà
in futuro all’avvento di numerosi
Avatars e l’evoluzione dei regni
subumani. I Grandi Inviati che appariranno
tra noi inizieranno la Gerarchia e l’Umanità
ad aspetti del carattere divino attualmente
sconosciuti.
Il microcosmo riflette il macrocosmo
e ciascun essere umano è connesso
con il Divino in modo analogico. Pertanto,
i chakras individuali e planetari sono
interconnessi.
Semplificando al massimo, si può
dire che il centro della testa riceve
il primo Raggio della Volontà
o del Potere; il centro del cuore capta
l’energia del secondo Raggio o
dell’Amore-Saggezza, mentre l’energia
del terzo Raggio o dell’Intelligenza
attiva fluisce attraverso il centro
della gola.
Via via che l’uomo progredisce,
riceve le “impressioni”
dal centro individuale e planetario
con cui è riuscito a stabilire
una connessione volontaria e cosciente.
Una medesima Vita energetica fluisce
attraverso i centri planetari ed umani.
Non esiste alcuna separazione, dunque;
questa idea, alimentata ad arte da chi
ha interesse ad autoproclamarsi intermediario
tra l’umano ed il divino, è
l’unica vera eresia, frutto di
ignoranza o di malafede.
La sintesi esiste e la meta è
sicura; il senso di separazione è
frutto della Grande Illusione creata
dalla mente dualistica. Si tratta, però,
di un errore temporaneo, che verrà
corretto grazie al processo evolutivo
in corso.
PARTE SECONDA
INSEGNAMENTI
SUL CORPO ETERICO
CAPITOLO I°
LA NATURA DEL
CORPO ETERICO
Gli studiosi di esoterismo
conoscono da sempre l’esistenza
del corpo eterico, mentre la scienza
moderna è sul punto di scoprirlo;
è piuttosto recente, infatti,
l’affermazione secondo cui la
materia non è altro che una forma
di energia.
I Maestri, dunque, sostengono che tutto
ciò che esiste è condizionato
da un’energia interna detta corpo
eterico. Essa dipende sia dall’energia
solare che da quella planetaria e muta
in continuazione. L’eterico è
composto da linee di forza collegate
e circolanti che emanano dalle sette
espressioni o “raggi” della
Vita planetaria.
Poiché tutto è settuplice
nell’universo, queste forze sono
in rapporto con sette centri (chakras)
esistenti nel corpo eterico umano, rendendoli
vibranti, ricettivi e capaci di caratterizzare
la vita di un individuo, a seconda di
quale risulti più attivo. Pertanto,
è utile individuare quali raggi
definiscano la personalità e
l’anima di ciascuno.
Il corpo fisico denso è tenuto
insieme dalle energie che costituiscono
l’eterico.
La coscienza umana, ora focalizzata
sul piano fisico ed emozionale, si sposterà
sui livelli eterici, così che
ciascuno potrà scegliere il tipo
di energia che dovrà condizionare
il suo atteggiamento.
Il corpo eterico compenetra il fisico,
ma si estende anche all’esterno,
formando l’aura. L’eterico,
inoltre, è in stretto rapporto
col sistema nervoso che viene alimentato
da un’infinità di linee
di forza dette nadi; queste trasmettono
le energie dei piani corrispondenti
al livello evolutivo raggiunto da ciascuno.
I sette centri non risiedono nel fisico,
ma nella sua controparte eterica, anche
se poi i nadi li collegano al sistema
nervoso. In corrispondenza ad essi,
nel fisico, si sono formate le ghiandole
endocrine, attualmente oggetto di attento
studio da parte degli scienziati.
I centri, quindi, divengono serbatoi
di forza che si può dirigere
dove occorre, per ristabilire l’equilibrio,
l’armonia e la salute, ove questi
siano compromessi.
L’energia, quindi, ha formato
il corpo eterico e le sue controparti
fisiche; esso è in stretto rapporto
anche col sangue, tramite le ghiandole.
Da ciò si comprende la sua estrema
importanza, non solo per la corretta
gestione del fisico, ma anche perché
esso permette il fluire delle energie
dal basso verso l’alto e viceversa.
Il discepolo dovrà essere capace
di governare a volontà questo
flusso energetico con tecniche ben precise,
insegnate nelle scuole di meditazione.
CAPITOLO II°
LA BASE DELLA
NON-SEPARATIVITÀ
La Funzione
dei Quattro Eteri
Ora dovrebbe risultare
chiaro come non possa esistere alcuna
separatività nella vita planetaria
manifestata; se essa permane nella coscienza
comune, ciò è frutto di
un’illusione mentale; infatti,
si è visto che tutti i corpi
eterici sono parte integrante del corpo
eterico planetario.
Pertanto, è corretto affermare
che esiste solo la VITA UNA: tutte le
forme esistenti sono in relazione tra
loro ed interdipendenti; la manifestazione
terrena, infatti, costituisce il corpo
o veicolo planetario del Signore del
Mondo; ogni sua parte, quindi, dipende
dalla divina intenzione che si esplica
attraverso il gioco delle energie dirette
da tre centri maggiori: Shamballa (la
testa), la Gerarchia (il cuore) e l’Umanità
(la gola). Scopo delle energie circolanti
è quello di vivificare tutte
le parti dell’insieme, per sviluppare
gradatamente la coscienza.
È così che Shamballa conosce
il Volere di Dio, la Gerarchia formula
il Piano e lo trasmette agli iniziati,
l’Umanità agisce con intelligenza
creativa sul piano della forma, rispondendo
agli impulsi mediante l’energia
eterica.
Dunque, la coscienza è insita
nelle forme, l’eterico riceve
il suo impulso e lo trasmette al veicolo
esterno; questo processo provoca uno
sviluppo costante, che può essere
più o meno rapido a seconda della
forma, perché questa non è
sempre responsiva allo stesso modo.
I quattro regni della natura (minerale,
vegetale, animale ed umano) attingono
la propria essenza vitale (prana) da
quattro distinti livelli di sostanza
eterica emanata dal Logos planetario,
anche se il corpo eterico nell’uomo
consta di una sintesi dei quattro piani
suddetti.
Il corpo eterico, dunque, risponde alle
energie provenienti dal corpo fisico,
che alimentano gli istinti animali;
dal mondo astrale, che determinano desideri
ed emozioni; dal mentale inferiore (kama
manas), che sviluppa l’egoismo
ed il senso di separatività;
dall’anima, che dona la capacità
di rispondere alle “impressioni”
di carattere superiore.
Tuttavia, quando il ponte (antahkarana)
tra personalità e Triade superiore
è costituito, la funzione intermediaria
dell’anima non è più
necessaria. Il chakra alla base della
spina dorsale e quello alla sommità
della testa sono in comunicazione diretta;
i centri intermedi hanno esaurito il
loro compito di tramite per la circolazione
del flusso energetico.
A questo punto, l’essere umano
è in grado di espandere liberamente
la sua coscienza sui regni superfisici
della natura, una Realtà ancora
sconosciuta alla maggioranza degli individui.
CAPITOLO III°
I CENTRI PLANETARI
ED UMANI ESISTONO NELLA SOSTANZA ETERICA
La mutevole
trama del corpo eterico planetario
Si è visto come
il Logos planetario operi attraverso
tre centri maggiori: Shamballa, la Gerarchia
e l’Umanità. Questi esistono
in sostanza eterica, ma possono produrre
effetti fisici; ad esempio, non tutti
i Maestri lavorano in un corpo fisico;
infatti, molti possiedono un corpo eterico,
perché attualmente non incarnati
o perché passati ad una dimensione
superiore; tuttavia, inviano ugualmente
le loro “impressioni” a
chi è in grado di riceverle.
Così, un discepolo di primo raggio
entrerà in contatto col Maestro
Morya; uno di secondo raggio con i Maestri
Djwal Khul e Koot Hoomi; uno di terzo
raggio col Maestro Rakoczi e così
via.
Man mano che si procede sul cammino
evolutivo, si riceve una serie di iniziazioni
che purificano l’individuo e lo
mettono in contatto con energie sempre
più potenti e luminose.
Nella prima iniziazione, ad esempio,
nel corpo eterico del discepolo penetra
una certa quantità di energia
buddhica che la personalità non
accetta; si produce allora una crisi,
un conflitto tra aspetti contrastanti
dell’individuo; tutto ciò
è previsto e prelude ad un ulteriore
avanzamento sulla via spirituale. Ora,
i mutamenti che avvengono nell’eterico
di una persona si ripetono anche nel
corpo eterico planetario, perché
tutto è in evoluzione e nulla
rimane statico.
Il grandioso processo evolutivo è
seguito dai Maestri che, pur rispettando
il libero arbitrio, non rinunciano ad
inviare le loro energie benefiche verso
l’umanità che, seppur molto
lentamente, non si dimostra del tutto
insensibile alle “impressioni”
che giungono dai due Centri che la sovrastano.
CAPITOLO IV°
I CENTRI E LA
PERSONALITÀ
Relazione tra
centri superiori ed inferiori
Nell’essere umano,
i centri o chakras posti sotto il diaframma
sono dominati dagli influssi provenienti
dagli eteri esistenti sul piano fisico
planetario; i centri collocati sopra
il diaframma, invece, ricevono le energie
degli eteri cosmici.
Come si vede, oltre ad analogie e corrispondenze
esistenti tra macrocosmo e microcosmo,
esiste un continuo interscambio di energie
tra le due dimensioni, perché
tutto è interconnesso.
Quindi, l’attrazione magnetica
delle energie spirituali eleva ed assorbe
quelle inferiori, producendo sostanziali
mutamenti nei vari veicoli o corpi degli
esseri umani.
Le energie dei centri si orientano sempre
più verso la vita divina ed all’occhio
del veggente divengono limpide, pure
e radiose.
Del resto, anche l’aura rivela
la condizione dei centri; pertanto,
ci si può presentare in modo
ipocrita ai profani, ma non si sfugge
all’esame di un Maestro che vede
il nostro progresso spirituale e lo
misura dall’intensificarsi della
luce che è dentro di noi.
Un esempio di ciò si ricava da
un’attenta lettura del Nuovo Testamento,
dove si dice che “l’ombra
di Pietro risanava al suo passaggio”
(Atti, V,12 segg.), mentre il Cristo
dominava a tal punto la sua aura che
“sapeva quando la potenza era
irradiata fuori di sé ”
(Lc. VIII, 46); sia il discepolo che
il Maestro, dunque, avevano così
purificato la loro aura da produrre
effetti benefici per coloro che li avvicinavano.
Ora, se è vero che i centri possono
essere resi attivi e luminosi, perché
irradiati da energie spirituali, è
anche vero che questi effetti non si
producono solo meditando o concentrandosi
su di essi, bensì coltivando
le virtù, in primis quella del
servizio al prossimo.
CAPITOLO V°
LA NATURA DELLO
SPAZIO
La migliore definizione
dello spazio è quella che lo
descrive come il campo della vivente
attività divina, popolato di
forme intelligenti, attive, tutte in
rapporto tra loro e ciascuna dotata
di una sua peculiare forma di coscienza.
Una forma, quindi, non è altro
che un centro di vita esistente entro
uno degli aspetti del corpo eterico
dell’Entità Spazio.
Questo centro contiene al suo interno
un germe di vita ed è in costante
rapporto con tutte le energie circostanti;
la sua sfera d’influenza è
variabile e dipende dalla natura e dalla
forza della sua coscienza, nonché
dal pensiero dell’entità
che la vitalizza.
Approfondire la conoscenza di questi
rapporti sarebbe molto utile all’astrologia;
essa, infatti, potrebbe superare gli
aspetti più superficiali che
la caratterizzano attualmente, soprattutto
nel mondo occidentale, e tornare ad
essere una scienza esoterica di tutto
rispetto.
CAPITOLO VI°
LA VITA PLANETARIA
È UN CENTRO NEL SISTEMA SOLARE
Il Triangolo
centrale delle Energie
Sequenza di
Triangoli collegati
Il rapporto
integrale e la funzione creativa dell’Uomo
entro il Tutto
L’insegnamento
esoterico si basa su una visione ilozoistica
delle cose; nell’antica lingua
greca, il termine hyle indica la materia,
mentre zòe vuol dire vita.
Dunque, ogni “forma” esistente
consta dell’aggregazione di molte
altre “forme”, cioè
non è un organismo semplice,
ma complesso che possiede al suo interno
una “vita” capace di animarlo.
Dalla fusione della materia con la vita
ha origine la “coscienza”,
la cui ampiezza varia a seconda della
ricettività della forma e del
suo grado evolutivo.
La miriade delle vite che animano le
infinite forme esistenti non sono altro
che scintille emanate da un’unica
grande Fiamma, da una Vita Una che si
esprime come un Essere dotato di una
propria coscienza e capace di un’estrinsecazione
materiale.
Questa Vita Una ha coscienza di sé
come Volontà di essere, di bene
e di conoscere. Essa è anche
detta Logos planetario, la Vita che
anima il nostro pianeta per mezzo di
molteplice energie.
Nel cuore di quest’infinità
di energie risiede la Coscienza cosmica,
cui si danno vari nomi: Sanat Kumara,
il Signore del Mondo, l’Antico
dei Giorni.
La Sua Volontà di Bene dà
origine alla Legge di Evoluzione e dispone
la Sua forma e la miriade di forme collegate
a conseguire la gloria finale di cui
Egli solo ha coscienza e visione.
Questo grande Essere opera per mezzo
di un triangolo di energie emananti
dai tre Raggi maggiori ed attraverso
tre Centri collegati.
Così, il primo Centro creato
dal Raggio della Volontà e del
Potere è Shamballa, il cui compito
è di far circolare il principio
vitale in ogni forma planetaria.
Il secondo Centro formato dal Raggio
dell’Amore-Saggezza ha manifestato
l’intero universo; in rapporto
all’umanità, i Maestri
lo definiscono col termine di Gerarchia.
Il suo compito consiste nel risvegliare
la coscienza nelle varie forme esistenti,
cioè inizialmente il senso dell’identità,
ma poi anche quello del proprio ruolo
in rapporto col tutto.
Il terzo Centro, formatosi per l’azione
del Raggio dell’Intelligenza Attiva,
è quello dell’Umanità,
la cui funzione è quella di stabilire
un nesso con la Gerarchia e con i regni
subumani.
Ciascuno di questi tre Centri è
a sua volta governato da un triangolo
di energie; a Shamballa, esso è
composto dai Tre Buddha dell’Attività,
rappresentanti la vita, la saggezza
e la creazione intelligenti, coscienti
ed attive; nella Gerarchia, il Triangolo
è formato dal Manu (vita amorevole
ed intelligente), dal Cristo (la coscienza
amorevole ed intelligente) e dal Mahachohan
(l’attività amorevole ed
intelligente, detto anche Signore della
Civiltà); all’interno dell’Umanità
il Triangolo si deve ancora formare,
per via dell’attuale inadeguatezza
degli individui ad un compito così
eccelso.
Tuttavia, anche nel regno umano si manifesteranno
tre Esseri molto evoluti che opereranno
nel campo della politica, della religione
e dell’economia, provocando grandi
e salutari cambiamenti in questi settori
chiave della società.
Solo alla fine del ciclo evolutivo i
tre Centri maggiori funzioneranno in
piena sintonia, applicando le loro energie
a tutti gli aspetti dell’esistente.
Si ricordi che tutta la suddetta attività
si svolge nel corpo eterico del pianeta;
infatti, i primi due Centri consistono
di sostanza eterica e controllano le
energie, mentre quello umano opera ancora
soprattutto a livello fisico.
Ciò non vuol dire, però,
che non vi sia corrispondenza fra i
Centri principali ed il corpo eterico
umano.
Infatti, in precedenza, si è
detto che l’energia emanata da
Shamballa utilizza il centro della testa,
quando il “ponte” tra anima
e monade si va costruendo; quella della
Gerarchia si serve del centro del cuore,
quando la personalità si collega
all’anima; quella dell’Umanità
usa il centro della gola, quando la
natura inferiore inizia a lasciare il
posto ad aspirazioni idealistiche.
Nell’essere umano, due centri
risultano particolarmente in grado di
ricevere e distribuire le energie: quello
ajna tra le sopracciglia e quello del
plesso solare.
L’eterico umano, dunque, è
parte integrante di quello planetario;
del resto, la Monade, l’Anima
e la Personalità sono in rapporto
con i tre Centri maggiori (Shamballa,
Gerarchia ed Umanità) per mezzo
dei tre chakras posti sopra il diaframma
(testa, cuore, gola); il centro ajna
distribuisce le energie che fluiscono
dall’alto, mentre il plesso solare
sintetizza e trasmuta le energie dei
centri collocati sotto il diaframma.
Il complesso delle energie circolanti
nel corpo eterico planetario ed umano
si muove secondo il proposito di Shamballa
e viene diretto dalla Gerarchia.
L’attuale sistema solare, il secondo,
è detto del Figlio, perché
in esso deve giungere a perfezione la
qualità del secondo aspetto divino:
l’Amore. L’Umanità
è chiamata a partecipare attivamente
a questo processo di perfezionamento;
all’inizio, ciò avviene
inconsciamente, seguendo la Legge di
Necessità; tuttavia, quando inizia
a manifestarsi un barlume di maturità
spirituale, si decide di collaborare
con la Gerarchia all’attuazione
del Piano.
È allora che l’individuo
ed i gruppi disposti a collaborare vengono
dotati di nuovi poteri, per far fronte
alle responsabilità ed ai compiti
che sono assegnati a ciascuno.
La Gerarchia è anche conosciuta
come l’Ashram del Signore di Amore,
il Cristo; esso è formato dall’Ashram
dei sette Raggi, ciascuno dei quali
è governato da un Chohan o da
un Maestro di Saggezza; ognuno di questi,
poi, è connesso ad Ashram ausiliari.
Un Ashram è una sorgente da cui
emanano “impressioni” sul
mondo, per favorire l’espansione
della coscienza umana; in questo grandioso
lavoro nessuno è lasciato solo,
perché esiste questa meravigliosa
catena di solidarietà e fratellanza
che non può fallire negli scopi
che si è prefissa.
Dunque, chi decide di servire l’umanità
diviene a sua volta un “canale
di trasmissione”, dismettendo
l’abito dell’egoismo che
ostacola ma non può alla lunga
impedire l’attuazione del Piano
divino.
Il proposito che la Fratellanza Bianca
ha deciso di portare a compimento è
quello d’instaurare la fratellanza,
la solidarietà e la pace tra
i popoli; ognuno è chiamato a
sostenere questi ideali per cui vale
la pena di lottare, per il bene di tutti.
Siamo, dunque, coscienti del compito
che ci attende; ciascuno faccia la sua
parte, a seconda delle sue capacità,
divenendo un elemento essenziale di
un più vasto ingranaggio che,
una volta messo in movimento, finirà
per trasformare davvero il mondo.
È così che il Regno dei
cieli si rifletterà sulla Terra
e l’invocazione del Cristo “Venga
il Tuo Regno, sia fatta la Tua volontà
come in cielo così in terra”
troverà finalmente una pratica
attuazione.
Cerchiamo di essere degni del destino
che ci attende, impegnandoci nella scelta
di un servizio attivo e consapevole.