Considerando l’attenzione
quasi morbosa che l’attuale periodo
storico riserva alla salute fisica,
si ritiene che l’argomento in
questione riscuota l’interesse
della maggioranza dei lettori.
In effetti, in questo libro il Tibetano
affronta il tema dell’arte del
guarire, insegnando le leggi della guarigione
magnetica e indicando le cause delle
infermità più comuni;
tuttavia, precisa che queste vanno individuate
non solo e non tanto nel fisico - come
ritiene la scienza attuale- quanto piuttosto
nei corpi interiori dell’essere
umano: l’eterico, l’astrale
ed il mentale.
Per quanto concerne il fisico, si precisa
comunque che esso risulta composto da
una miriade di vite minori che permettono
all’anima di stabilire un contatto
con il livello materiale.
L’eterico, invece, distribuisce
vitalità ed energia al fisico,
integrandolo nel corpo energetico della
Terra e del sistema solare, fino a formare
una rete fittissima di collegamenti
tra macro e microcosmo.
Il corpo astrale o del desiderio è
alla base delle emozioni ed assieme
all’eterico costituisce la causa
del 90% delle infermità fisiche.
Infatti, l’umanità attuale
è ancora polarizzata su questo
livello di coscienza; pertanto, un eccesso
o carenza di vitalità, oppure
sentimenti e desideri inibiti o sfrenati
rappresentano l’origine di mali
che finiscono per riflettersi sul fisico.
Il corpo mentale, infine, può
essere all’origine solo del 5%
delle malattie odierne, perché
l’individuo medio non è
di norma focalizzato sulla natura mentale.
Partendo, quindi dalle cause e non dagli
effetti dei morbi, si enunceranno sette
metodi di cura che dipendono dal raggio
a cui appartiene il paziente; il guaritore,
quindi, deve essere in grado di stabilire
a quale influenza di raggio soggiaccia
il malato.
S’insiste comunque sulla necessità
di una guarigione psicologica, se si
vuole che i benefici siano davvero risolutivi
nei confronti del morbo che s’intende
debellare.
La prima legge che si deve tener presente
è quella per cui la malattia
è sempre un effetto dell’inibizione
di energie animiche, che quindi vanno
liberate dal guaritore, affinché
fluiscano negli organi che costituiscono
l’aspetto formale dell’individuo.
I disturbi però non dipendono
solo dalle forze, dai desideri e dai
processi mentali che caratterizzano
i suddetti tre corpi sottili dell’uomo,
ma anche dall’influsso che promana
dallo stato attuale dell’umanità
nel suo complesso e dalle condizioni
in cui versa la Vita planetaria.
In ogni caso, s’invita a praticare
la guarigione di gruppo, perché
l’opera va svolta in comune, per
abituarsi a collaborare senza alimentare
personalismi di sorta.
Consultando quest’opera, il guaritore
apprenderà leggi, tecniche e
metodi pressoché sconosciuti
in Occidente, ricordando però
che requisito essenziale del terapeuta
resta il suo magnetismo, dipendente
dal potere di attrarre esercitato dall’anima,
e dal suo essere radiante dal punto
di vista mentale, astrale e vitale,
per riuscire a stimolare in modo adeguato
i corrispondenti corpi sottili del paziente
a lui affidato.
Le cause fondamentali di ogni malattia
quindi vanno ricercate, oltre che nell’interiorità
di ognuno, anche nelle esperienze che
sta attraversando la Vita planetaria
o del sistema solare, ancora soggette
a limiti di coscienza e imperfezioni
che vengono necessariamente trasmesse
alle forme ad esse collegate, siano
queste umane o appartenenti ai regni
biologici inferiori.
La malattia dunque ha origine da una
disarmonia che va superata, anche se
va detto che il dolore e la sofferenza
sono strumenti efficaci di evoluzione
per l’individuo superficiale.
I disturbi provocati da incidenti, infezioni,
denutrizione o ereditarietà non
rientrano nelle cause psicologiche del
male e verranno trattate marginalmente
a proposito della vita associata.
Le cause karmiche invece possono svolgere
un ruolo importante nel determinare
malattie; tuttavia, a causa d’interpretazioni
erronee collegate ad un’idea della
divinità intesa come giudice
che punisce, si tende a dar risalto
più all’aspetto negativo
della questione.
La Legge delle Conseguenze ha anche
un risvolto positivo, connessa com’è
alla Legge del Pensiero che determina
realmente il nostro destino, sebbene
ciò venga in genere misconosciuto.
CAUSE PSICOLOGICHE DELLA MALATTIA
Questo tipo di cause
dipendono dalla natura emotiva e di
desiderio, dallo stato in cui versa
il corpo eterico, da pensieri erronei,
oppure da motivi collegati al discepolato
stesso.
È per questo che si dovrebbe
imparare soprattutto a purificare il
corpo emotivo, perché resta più
difficile difendersi dalle malattie
di natura collettiva trasmesse dall’eterico
sintonizzato con il corrispettivo veicolo
planetario che va a influire sul fisico,
stimolandolo eccessivamente o svuotandolo
di forza.
In ogni caso, il guaritore dovrebbe
essere in grado d’individuare
il livello evolutivo del paziente prima
d’intervenire, perché certe
infermità vanno curate dal piano
mentale, altre richiedono un apporto
di energia emotiva, mentre in altri
casi occorre trasmettere energia pranica
dal proprio corpo eterico.
Inoltre, non è bene esporsi alle
emanazioni auriche di chicchessia; pertanto,
anche il paziente dovrebbe riflettere,
prima di affidarsi alle cure di qualcuno.
Spesso i metodi oggi in uso falliscono
perché non si riesce ad individuare
in quale corpo il male insorga, quale
sia il grado evolutivo del paziente,
se il morbo abbia una causa interiore,
personale, ereditaria o collettiva.
Inoltre, non si sa scegliere tra cura
allopatica o omeopatica, tra terapia
radiante o magnetica, se invocare i
poteri dell’anima risanatrice
o ricorrere a mezzi di natura occulta,
collegandosi ad un Maestro.
Il guaritore sappia che, prima di intervenire,
deve acquistare purità magnetica
attraverso una purezza di vita che permette
di acquisire quella radianza propria
di chi abbia collegati tra loro i centri
sottili della testa.
Ricapitolando, si può dire che
il male è causato da una disarmonia
di fondo, da carenza di allineamento
tra personalità ed anima, da
scarso dominio della propria natura
inferiore. È chiaro quindi che
l’antagonismo non può che
rafforzarlo.
La malattia è presente in tutti
i regni di natura, perché la
natura stessa del Logos planetario attraversa
una fase evolutiva e scarica le sue
imperfezioni sulle forme che rientrano
nel suo raggio d’influenza.
In ogni caso, il male ed il dolore svolgono
una funzione purificatrice, legati come
sono a cause karmiche.
La guarigione può essere effettuata
non escludendo affatto le conoscenze
mediche o gli interventi chirurgici
e la psicologia, ma andrebbe integrata
attivando le energie animiche davvero
risolutrici in ogni caso.
Esaminiamo ora, nell’ordine suindicato,
le principali cause che producono le
malattie.
CAUSE PRESENTI NELLA NATURA EMOTIVA
O DEL DESIDERIO
Quando si dice di
controllare il corpo astrale, si dovrebbe
prima comprendere la natura di questo
veicolo ed in genere quella degli altri
corpi detti “sottili”.
Essi non hanno un aspetto che possa
somigliare al fisico; sono piuttosto
serbatoi di forza con punti di accesso
e vie d’uscita; constano di atomi
ad alta vibrazione e di vari colori;
emettono un suono particolare. Tutto
questo, però, potrà essere
verificato solo quando avremo sviluppato
poteri per ora latenti.
Comunque, il corpo astrale attualmente
è quello responsabile della maggior
parte delle malattie, in quanto esso
influisce sull’eterico che a sua
volta condiziona il fisico.
Del resto, l’umanità attuale
in genere è dominata dalle energie
che fluiscono dai veicoli più
vicini al fisico, cioè dall’eterico
e dall’astrale; raramente da quelle
che giungono dal mentale e dall’egoico.
Il guaritore, pertanto, deve apprendere
che tutto è energia che si manifesta
in modo differenziato e che l’individuo
è soggetto ad influssi diversi,
in dipendenza del suo grado evolutivo.
L’energia si concentra soprattutto
nell’anima e si distribuisce dapprima
nella testa e nel cuore, poi negli altri
centri sottili.
Questi centri o chakra si sviluppano
col tempo; a ventuno anni, assumono
di nuovo la qualità posseduta
alla fine dell’incarnazione precedente.
Essi possono essere risvegliati e variamente
attivati nel processo iniziatico.
I centri agiscono sul fisico tramite
il sistema endocrino; la scienza presto
scoprirà queste connessioni e
sarà in grado di operare in modo
ben diverso dall’attuale. In ogni
caso, occorre agire con prudenza e con
cognizione di causa, per non aggravare
lo stato morboso.
I disordini emotivi, gli scatti di collera,
gli stati d’ansia riversano correnti
d’energia astrale prima nell’eterico
e poi nel fisico attraverso il plesso
solare, stimolando lo stomaco, il pancreas,
la bile, la cistifellea ed il fegato.
Il rimedio a questi mali consiste nel
non alimentare critiche, antipatie,
invidia, atteggiamenti di superiorità
e coltivare uno stato d’animo
sereno ed aperto verso il prossimo;
in tal modo, i centri si purificano
e le energie superiori fluiscono liberamente.
Se le cause perturbanti persistono a
lungo e si ripetono in una serie d’esistenze,
provocano danni gravi ed anche irreparabili.
Anche in tal caso, però, si ricordi
che la malattia purifica e la stessa
morte permette all’anima di disfarsi
dell’impaccio corporeo.
Va aggiunto che tra le cause scatenanti
malattie si annovera anche la stimolazione
prematura di centri non ancora atti
a ricevere energie superiori; è
il caso dei mistici, di discepoli e
di iniziati che soffrono di disturbi
collegati soprattutto alla sfera nervosa,
al cuore ed alla mente. Anche per loro
le forze astrali agiscono sul fisico,
ma provengono direttamente dall’anima.
Comunque, i morbi oggi più diffusi
sono quelli legati alle sfera sessuale
ed il cancro; i primi sono un retaggio
di eccessi avvenuti al tempo della Lemuria,
mentre i tumori dipendono da repressioni
indebite.
Il controllo delle emozioni, l’equilibrio,
il rispetto dei ritmi naturali ed uno
stile di vita sano elimineranno questi
mali.
Anche l’ansia e l’irritazione
predispongono alla malattia, perché
inibiscono la vitalità dell’organismo.
CAUSE PRESENTI NELL’ORGANISMO
ETERICO
Il corpo eterico riceve
energie provenienti dall’ambiente
o dai veicoli sottili e le trasmette
al fisico. Esso è composto da
una miriade di linee di forza (nadi)
che, incrociandosi, formano i cosiddetti
centri (chakras), sette dei quali sono
distribuiti tra la testa e la colonna
vertebrale ed altri in diverse parti
del corpo, tra cui il palmo delle mani,
la pianta dei piedi, dietro gli occhi.
Ora, se l’energia fluisce libera,
quando i suddetti centri sono attivi
ed allineati, le probabilità
d’ammalarsi sono davvero scarse.
Altrimenti, si determina una congestione
nell’eterico con ripercussioni
sul fisico.
Nella maggioranza degli individui, sono
più attivi i centri collocati
sotto il diaframma; negli aspiranti,
si destano quelli del cuore e della
gola; nei discepoli, quello ajna tra
le sopracciglia e, negli iniziati, quello
al sommo della testa. Pertanto, la maggiore
o minore attività dei centri
dipende dal livello evolutivo raggiunto.
Le infermità sono provocate però
non solo da una connessione debole,
parziale o discontinua con l’eterico,
ma anche da un collegamento eccessivo
che produce eccitazione, iperattività
e tensione nervosa.
Inoltre, il corpo eterico umano è
collegato a quello planetario e, quindi,
si trova in rapporto con tutte le forme
in esso contenute, ponendo l’individuo
in contatto con tutti i regni ed i mondi
sottili. Quindi, se la nostra coscienza
fosse più ampia, superando l’illusione
della separatività, potremmo
percepire tutti i piani della manifestazione
divina, pervenendo all’onniscienza.
CAUSE CHE SORGONO NEL CORPO MENTALE
Nella maggioranza
degli individui il corpo mentale non
è ancora pienamente attivo ed
allineato con l’anima; quindi,
non costituisce una causa frequente
di malattia.
Qualora lo fosse, però, potrebbe
produrre un’iperstimolazione dei
centri con ripercussioni sul sistema
nervoso di persone non abbastanza evolute
da sopportare un flusso eccessivo di
energia.
Attualmente, quindi, la malattia è
causata perlopiù dall’abuso
di forze fisiche, eteriche ed astrali
e raramente è connessa con la
mente. Tuttavia, se si coltiva il giusto
pensiero, l’energia egoica o animica
può curare i mali fisici. Al
contrario, se un pensiero si trasferisce
dal piano mentale a quello emotivo,
il fisico si devitalizza e s’ammala.
Il pensiero, dunque, può dirigere
le forze e le energie capaci di debellare
il male, operando assieme alla capacità
di visualizzare e di servirsi della
luce come agente di guarigione.
Bisogna agire con amore verso il paziente,
evitando di assorbire la sua negatività.
A tal fine, si ricorre alla tecnica
dell’irradiazione, inviando energia
nel centro sottile più vicino
alla zona colpita dal male. Si eviti,
però, di agire con eccessiva
forza di volontà o di focalizzarsi
sul male da estirpare. Deve prevalere
l’amore, per evitare di iperstimolare
i centri del malato o di potenziare
la negatività che l’affligge.
La forza risanatrice dell’amore
va proiettata come un flusso costante
attraverso il proprio centro ajna, visualizzando
un raggio di luce che raggiunge il malato.
Il guaritore tiene le sue mani aperte
dinanzi agli occhi con le palme all’esterno,
dividendo in due l’energia che
fuoriesce dal centro tra le sopracciglia.
È sempre consigliato di mantenere
il silenzio e il segreto nei confronti
delle proprie capacità guaritrici
e dell’identità del paziente,
perché parlarne dissipa le energie
impiegate. Si ricordi che lo stesso
Gesù spesso raccomandò
ai risanati di non riferire a nessuno
l’accaduto. (Mt. 8,2 ; Mc.1,40
; Lc. 5,12).
MALATTIE DEL DISCEPOLO
È bene distinguere
tra la situazione del mistico e quella
del discepolo. Il primo in genere è
concentrato sull’astrale e le
sue forme-pensiero bloccano le energie
dell’anima, provocando disturbi
psichici ed anche fisici a livello gastrico,
epatico e respiratorio. Il secondo,
focalizzato più sul piano mentale
e quindi prossimo a fondere personalità
ed anima, può ricevere energia
egoica in eccesso e risentirne nei centri
collocati sopra il diaframma, soprattutto
il cuore, la tiroide e la gola.
Il mistico vive una condizione di dualismo,
bramando il contatto con l’anima,
con il Cristo od un Ente superiore,
non identificandosi con il sé
interiore per divenire uno con l’Uno.
La concentrazione sull’anima gli
permetterebbe di avere cognizione della
realtà delle cose.
Può capitare che una persona
egoista e materialista goda di ottima
salute per tutta la vita; ciò
non significa che costui sia nel giusto,
ma solo che il karma deve ancora produrre
i suoi effetti che non mancheranno di
manifestarsi nelle esistenze future.
Tutti dovrebbero tener conto di alcune
proposizioni fondamentali: si vive immersi
in un mondo di energie; il fisico risulta
dalla fusione di due energie (anima
e personalità) e sette forze
di raggio che controllano i sette centri;
la vita umana vede la lunga lotta, che
può durare molte incarnazioni,
tra principi superiori ed inferiori;
tale conflitto è la causa dei
mali fisici, psichici e mentali che
affliggono il genere umano.
La malattia, dunque, dipende dall’inerzia
o dall’eccessiva attività
dei sette centri eterici che influiscono
sul sistema nervoso ed endocrino; la
circolazione sanguigna invece distribuisce
l’energia vitale in tutto il corpo.
Pertanto, nel fisico esistono quattro
grandi sistemi di distribuzione interconnessi
che provocano effetti di carattere psicofisico.
Il corpo eterico sorregge quello fisico;
accoglie ed emette energie provenienti
dall’ambiente e dall’interiorità
che poi si focalizzano nei sette chakra
principali. Il sistema nervoso riproduce
in modo pressoché tangibile la
rete di energie proprie del corpo eterico.
Il sistema endocrino esprime visibilmente
l’attività dei sette centri
con le sue ghiandole: pineale, pituitaria,
tiroide, timo, pancreas, interstiziali,
adrenali.
La corrente sanguigna distribuisce le
energie e le forze degli altri tre sistemi.
I quattro sistemi manifestano gli aspetti
della materia in modo duplice, perché
corrispondenti sia al raggio dell’anima
che a quello della personalità.
Grazie ad essi, usati come veicoli di
espressione e di contatto con la materia,
l’anima può sperimentare
l’esperienza terrena, rivestendosi
di una forma fisica. Esaminiamo ora
più in dettaglio le caratteristiche
dei sette centri maggiori.
Il centro della testa distribuisce l’energia
della Monade e può connettersi
alla personalità grazie all’impegno
del discepolo avviato sul sentiero interiore.
La sua esternazione fisica è
la ghiandola pineale, attiva nell’infanzia
fino a che l’entità che
s’incarna sia ben radicata nel
fisico. In questo centro s’assommano
le energie della volontà, della
coscienza e della creatività,
sintesi dei tre aspetti divini.
Il centro ajna tra le sopracciglia costituisce
uno schermo per la luce dell’io
interiore; esprime la personalità
integrata con l’anima e distribuisce
l’energia dell’intelligenza
attiva, il terzo aspetto della divinità.
Perciò è in rapporto con
il centro della gola, dell’attività
creativa. Il corpo pituitario ne è
la manifestazione fisica.
Il centro della gola, nella parte posteriore
del collo, focalizza l’intelligenza
creativa dell’uomo e la sua esternazione
fisica è la tiroide.
Il centro del cuore, situato tra le
scapole, è fonte di luce e d’amore,
elementi necessari per costruire un
mondo migliore; connette la personalità
all’anima; infatti, quando si
attiva, alla coscienza personale si
sostituisce quella di gruppo. La sua
esternazione fisica è il timo,
capace di manifestare la buona volontà.
Il centro del plesso solare, sotto le
scapole, è collegato a quello
del cuore e all’ajna verso cui
il discepolo convoglia le energie sotto
il diaframma. Nell’individuo comune,
invece, è molto attivo e costituisce
il canale da cui emana l’energia
emotiva. La sua esternazione fisica
è il pancreas.
Il centro sacrale è collocato
nella regione lombare inferiore e controlla
la sessualità, le cui energie
andrebbero sublimate e trasferite al
centro della gola, se si vuole esprimere
una creatività ideale. La sua
manifestazione fisica sono le ghiandole
della generazione.
Il centro alla base della spina dorsale
dirige il principio vitale nella forma,
ma l’iniziato può attivarlo
per unire le polarità di spirito
e materia. Bisogna evitare, però,
che quest’operazione avvenga prematuramente,
per evitare che il fuoco di Kundalini
distrugga all’improvviso i dischi
eterici collocati come protezione tra
i chakra della colonna vertebrale.
Da quanto detto, si arguisce che il
corpo fisico è condizionato dal
predominio delle energie della personalità
o da quelle dell’anima; quindi,
è incapace di determinare di
per sé condizioni morbose. È
per questo motivo che gli occultisti
non lo considerano un principio, ma
un semplice automa. Le malattie, dunque,
sono destinate a scomparire quando l’anima
assumerà il pieno controllo della
natura inferiore.
Si tenga presente però che, nelle
prime fasi del discepolato, cioè
quando l’anima inizia a dominare
il suo strumento, contrasti, disarmonia
e malesseri perdurano ancora.
Quando l’energia giunge a vivificare
un centro, si trasforma in forza che
agisce dapprima sulla controparte eterica,
poi sul sistema nervoso, su quello ghiandolare
e infine sulla circolazione sanguigna.
Le energie provengono all’inizio
dal corpo astrale, poi dal mentale,
dalla personalità integrata,
dall’anima e infine dalla Monade
in grado di riallineare e riattivare
tutti i centri.
È allora che l’energia
vitale irradia il fisico in modo così
potente da renderlo immune da qualsiasi
morbo. Ciò spiega la mirabile
salute goduta dai Maestri di Saggezza,
in grado di produrre un perfetto equilibrio
nel fisico.
Chiarito questo, il guaritore deve operare
tramite il centro che corrisponda a
quello che nel paziente risulta mal
funzionante, indirizzando con un atto
di volontà e d’amore l’energia
verso la zona malata.
Parlando di energie, si ricordi che
queste fluiscono attraverso i centri
in due direzioni: dal basso verso l’alto
e viceversa. Nel primo caso, si parla
del processo di trasmutazione che non
segue un ordine preciso e si protrae
per molte vite, prima in modo inconscio
e poi deliberato; nel secondo, di trasformazione,
quando il discepolo e l’iniziato
percorrono il sentiero interiore. Si
sperimenta infine la trasfigurazione
nelle fasi avanzate dell’iniziazione.
Si ripete comunque che bisogna operare
con prudenza, senza forzare le tappe
di un percorso disseminato di pericoli.
La medicina del futuro, supportata dalla
psicologia, sarà in grado di
curare usando il potere che la mente
ha d’influire sui centri con l’energia
del pensiero. È per questo motivo
che i Maestri fin d’ora insegnano
come concentrarsi e meditare accentrando
la propria consapevolezza nel centro
della testa, al fine di operare gli
aggiustamenti necessari nella sfera
psicofisica.
CAUSE RISALENTI ALLA VITA ASSOCIATA
I corpi fisici umani
sono composti di materia antichissima,
perché, quando l’anima
s’incarna, attira a sé
ciò che esiste nel grande serbatoio
della Natura per costruirsi un involucro
esterno.
Prima dell’attuale razza, la quinta,
che data da un milione di anni, ne sono
esistite altre, a partire da quella
di ventuno milioni d’anni orsono
formata da esseri animaleschi; ad essa
ha fatto seguito quella lemuriana, più
di quindici milioni d’anni fa;
infine, è apparsa quella atlantidea,
durata più di dodici milioni
d’anni.
Queste razze hanno trasmesso all’umanità
attuale gli elementi essenziali di cui
erano costituiti quei corpi fisici,
nonché i debiti karmici causati
dagli errori ed orrori compiuti.
Ad esempio, le malattie veneree sono
un retaggio dei disordini e delle perversioni
sessuali compiuti in epoca lemuriana,
come la tubercolosi deriva dalle brame
insaziabili e dall’egoismo degli
atlantidei, colpiti negli organi deputati
alla respirazione e privati, quindi,
della vita che desideravano protrarre
in eterno.
Ora però, man mano che l’umanità
va orientandosi verso la luce ed un
maggior equilibrio mentale, i centri
sotto il diaframma si purificano ed
i morbi riducono la loro virulenza,
fino a scomparire del tutto.
Anche il cancro, la malattia del secolo,
è un prodotto dell’eccessiva
attività o della quiescenza dei
centri sottili. Infatti, se la mente
inferiore inibisce o stimola eccessivamente
l’attività di un centro,
si provoca l’insorgenza di questo
morbo.
Pertanto, inibire la normale attività
sessuale o le emozioni provoca degli
accumuli di energia che fanno degenerare
le cellule in varie parti del corpo
umano.
L’energia, invece, come si è
detto in precedenza, va distribuita
con cognizione di causa, tenendo conto
dei ritmi naturali e cercando di dirigerla
verso i centri eterici superiori, al
fine di sublimarla e trasmutarla.
È interessante ricordare, inoltre,
che alcune malattie non dipendono da
cause finora esaminate, ma dalla Vita
stessa del pianeta su cui viviamo, che
produce la dissoluzione delle forme
subumane, cioè dei regni biologici
inferiori, e riassorbe gli atomi che
compongono il fisico umano, inglobandoli
nel terreno.
A questo proposito, va distinta l’anima
delle forme di vita inferiori da quella
umana. Infatti, nel primo caso, l’anima
è della stessa sostanza che compone
il pianeta e si ritrae dall’organismo
che la ospita secondo determinati cicli
ancora ignoti alla scienza ufficiale.
Nel secondo, invece, l’anima decide
quando incarnarsi e quando abbandonare
l’involucro esterno, ma quest’ultimo
segue lo stesso destino dei corpi appartenenti
agli esseri inferiori.
Insomma, la morte sprigiona i veicoli
sottili, ma lascia che la parte densa
segua il suo destino comune a tutti
i regni biologici, cioè ritorni
al grande serbatoio generale dell’energia
vivente.
Detto ciò, si comprende come
il terreno sia impregnato delle impurità
accumulatesi in milioni di anni nel
processo di decomposizione delle forme
materiali, che continuano a causare
effetti malefici, soprattutto se i corpi
sono stati inumati e non cremati. Infatti,
l’oscurità e l’umidità
del terreno accrescono le cause di contagio
ed il diffondersi dei morbi, mentre
la luce solare ed il vento purificano
in larga misura i resti abbandonati
all’aperto.
Per questo motivo, dovrebbe preferirsi
la pratica della cremazione, che contribuirà
alla diminuzione ed alla scomparsa degli
effetti perniciosi suddetti.
Per concludere questa sezione dell’opera,
si può rispondere ad almeno due
quesiti che sorgono spontanei.
Primo: se Atlantide si è inabissata
dodicimila anni fa, come mai perdurano
gli effetti dei morbi propri di quella
razza? Si ricordi che la coscienza dell’individuo
contemporaneo è in maggioranza
rimasta a quei livelli, cioè
dominata dall’emotività
propria del piano astrale e, quindi,
continua a produrre effetti simili sul
fisico.
Secondo: poiché i Maestri hanno
rivelato le cause sottili delle malattie,
è utile rivolgersi esclusivamente
a tipi di cure alternative, cioè
basate sul controllo che la mente o
l’anima possono esercitare sul
fisico, disprezzando gli interventi
della medicina ufficiale?
Risposta: assolutamente no; le cure
vanno integrate, unendosi in una sola,
grande scienza di guarigione, che contempli
varie tecniche d’intervento interdipendenti.
La via di mezzo del saggio compromesso
è sempre la migliore, vista la
complessità dell’essere
umano, i vari involucri che lo compongono
e, quindi, le varie cause a cui si possono
far risalire i suoi innumerevoli disturbi.
DEBITI KARMICI
L’anima che
s’incarna produce nel corpo eterico
una tendenza a contrarre determinati
morbi cui predispone, però, anche
l’ereditarietà degli stessi.
È per questo che si parla d’influssi
karmici. Si sa, infatti, che i corpi
interiori, ereditati da vite precedenti,
causano la situazione presente.
Nell’umanità primitiva,
il karma era collettivo, perché
non vi era coscienza e quindi responsabilità
delle proprie azioni; infatti, quegli
individui erano privi della mente. In
seguito al processo dell’individualizzazione,
il karma divenne personale, sebbene
complicato da interferenze nazionali
o razziali.
In ogni caso, va detto che si è
troppo insistito sul karma punitivo;
è bene ricordare, quindi, che
esiste anche un karma di ricompensa.
Comunque, si ricordi che la manifestazione
di un karma doloroso indica che la negatività
sta fuoriuscendo e che i debiti contratti
in precedenza si vanno esaurendo.
Alcune volte, la causa delle sofferenze
attuali non dipende da errori commessi
dall’individuo, ma da eventi collegati
ad un precedente sistema solare.
Infatti, si è detto che l’eterico
subisce l’influenza di varie energie,
tra cui quelle astrologiche e in particolare
quelle praniche provenienti dalla sostanza
planetaria. Ora, la Terra non è
ancora un pianeta sacro, perché
il Logos che la governa è in
fase evolutiva e, quindi, condiziona
tutte le vite a esso collegate.
È vero che i Logoi planetari
rispetto a noi sono Dei, ma molti di
essi sono imperfetti e le loro condizioni
karmiche sfuggono al controllo dell’uomo.
Si sappia comunque che, per quanto possa
apparire negativo, il karma conduce
inevitabilmente alla liberazione finale,
perché tutto muove verso una
Meta salvifica.
L’individuo può contribuire
ad accelerare questo processo, coltivando
l’innocuità che non è
da intendere come passività,
ma come calma perfetta, visione globale
degli eventi e comprensione del Piano
divino.
Inoltre, dal punto di vista animico,
risulta incomprensibile l’importanza
che l’uomo comune attribuisce
alla malattia, perché tale atteggiamento
rivela un’indebita preminenza
conferita alla forma; lo stesso dicasi
per la morte.
L’anima invece considera le vicissitudini
del corpo come fattori necessari ad
arricchire la sua esperienza nella dimensione
materiale.
Ciò che conta sono le cause,
su cui si deve intervenire per annullarle,
opponendo ad esse un’azione di
segno opposto.
Il karma, quindi, non è affatto
ineluttabile; lo si può modificare
praticando l’innocuità,
quietando l’emotività,
controllando i pensieri, affidandosi
anche a pratiche mediche usuali oltreché
ad un guaritore per la cura interiore.
La malattia va vista come un’imperfezione
transitoria e la morte come un mezzo
per riconcentrare l’energia che
servirà a produrre una nuova
esperienza volta al miglioramento.
RISPOSTE AD ALCUNE DOMANDE
Sulla congestione
Con questo temine
s’intende un blocco che ostacola
la libera circolazione della forza nei
centri ed in tutto il corpo. Lo si può
percepire con la chiaroveggenza; con
l’intuito, che consiste in una
fusione di percezione mentale e spirituale;
con la sensibilità del guaritore,
che avverte un afflusso di energia nella
zona corrispondente a quella denunciata
dal malato o un eccesso di emozione.
La causa va individuata nello stato
soggettivo del paziente, nell’ereditarietà,
oppure in un fattore esterno come le
malattie contagiose.
Si ricordi che tutto ciò può
essere eliminato proprio grazie allo
stesso stato patologico, se viene accettato
come debito karmico e se si agisce sulle
cause, contrapponendovi azioni di segno
contrario.
Le malattie sono sempre causate da squilibri
ed abusi indebiti di certi poteri che
ci sono stati donati.
Sulla febbre
Lo stato febbrile
purifica ed elimina, non deve essere
considerato come una malattia. Si tratta
di una forma di energia in eccesso che
brucia i germi. Quindi, è bene
lasciarla sfogare per un certo tempo
in modo da accelerare la guarigione.
Si può spesso metterla in relazione
ad uno stato di grande intensità
emotiva o ad un’attività
mentale sregolata, eccessiva e futile;
è qui che si dovrebbe intervenire,
per ripristinare l’equilibrio.
Sul cancro
Il tumore ha il potere
di assorbire la forza vitale dell’uomo
e si può curare solo al suo inizio,
unendo la volontà del paziente
con quella del guaritore.
L’energia così invocata
agirà sui tessuti sani circostanti
che assorbiranno quelli malati. Non
si deve compiere l’errore di convogliare
l’energia sul tumore, per non
alimentarlo.
Il fattore predisponente è la
paura, l’inerzia e l’emotività
eccessiva; per questo, occorre saper
dominare la natura inferiore.
Si è notato, infatti, che le
personalità integrate ed attive
in genere non sviluppano il cancro,
mentre sono proclivi ai disturbi cardiaci.
Sulla demenza precoce
La pazzia può
avere origini sifilitiche che comportano
la degenerazione dei tessuti cerebrali;
infatti, gli organi sessuali trovano
corrispondenze nei due chakra della
testa e nelle ghiandole pineale e pituitaria.
La causa può anche essere individuata
in uno stimolo eccessivo delle cellule
cerebrali, quando si è vittime
di pensieri ossessivi, d’idee
fisse, di manie e di morbosità;
oppure, in un legame troppo tenue tra
corpo eterico e fisico, con il rischio
di ossessione.
Il morbo può avere anche una
natura ereditaria od essere frutto di
un debito karmico.
Sull’eutanasia
Se l’anima ha
piena padronanza sui veicoli inferiori,
prevede il momento del distacco dal
fisico e allora deciderà come
e quando liberarsi da esso.
Quindi, se si usano mezzi per così
dire spirituali, l’eutanasia è
consentita, perché in tal caso
non intervengono reazioni emotive o
il terrore del male.
Tuttavia, si potrebbe intervenire anche
nel caso in cui non esistesse speranza
di guarigione e il dolore fosse insopportabile.
Sui germi
Un germe è un
punto di energia capace d’influire
in modo eversivo a livello fisico; esso
è il primo effetto della causa
originaria ed è costituito da
un organismo vivente che penetra nell’individuo
tramite la forza vitale distribuita
dal cuore e dalla corrente sanguigna.
Sferra il suo attacco dove incontra
punti deboli; invece, se la vitalità
è molta, non riesce ad annidarsi.
Sulla vaccinazione
Il corpo umano possiede
un’incredibile capacità
di assimilare sostanze estranee come
cibi adulterati, fumo, aria inquinata,
farmaci; per cui, un vaccino non può
produrre effetti devastanti sul fisico
e tanto meno sui corpi sottili.
Sulle ghiandole
Stimolare con la meditazione
qualsiasi ghiandola è pericoloso,
a meno che si venga assistiti da un
esperto. Comunque, poiché le
ghiandole riflettono lo stato dei centri
eterici, non si dovrebbe badare tanto
allo stato del fisico, quanto piuttosto
ad integrare la personalità con
l’anima, tramite la meditazione
guidata ed il servizio altruistico.
In tal modo, automaticamente si ristabilisce
l’equilibrio perduto.
Sul corpo vitale
Esso è debole,
quando non è ben connesso col
fisico; in tal caso, si consiglia di
esporsi al sole, di seguire una dieta
basata su proteine e vitamine, di evitare
fatiche ed ansia.
Imprimere un ritmo regolare alla propria
esistenza assicura salute e longevità,
escludendo limitazioni karmiche che
vanno comunque accettate.
Sul prana
Nella manifestazione
universale, tutto è energia capace
di assumere, usare e dissolvere le forme.
Essa presenta tre aspetti: quella del
fuoco per attrito proprio della materia,
del fuoco solare caratteristico dell’anima
e del fuoco elettrico che qualifica
lo spirito.
L’energia che dal livello eterico
si trasferisce al fisico assume il nome
sanscrito di prana.
Il guaritore normale trasmette prana,
cioè l’energia stessa del
pianeta che si combina con quelle eteriche
del paziente, derivate da quella della
Terra. Alcuni pranoterapisti, però,
usano mescolare il prana con la propria
energia emotiva, stimolando così
l’astrale del paziente; ciò
può rivelarsi pericoloso e creare
un inquinamento di tipo psichico.
I guaritori mentali, rarissimi, si servono
dell’energia egoica od animica
fusa con le due forze suddette; essi
risultano i più affidabili ed
immuni da rischi, perché l’anima
governa la loro azione terapeutica.
Il Cristo operava in questa maniera;
le guarigioni da Lui effettuate erano
complete e definitive, mentre la cura
fisica attuata con il prana agisce sugli
effetti del morbo e non sulle cause;
pertanto, il male può solo essere
attenuato, non scomparire per sempre.
Sui corpi orientali ed occidentali
L’umanità
è la stessa sotto ogni latitudine;
per cui, i corpi sono soggetti agli
stessi morbi. Tuttavia, è vero
che le razze orientali sono più
antiche, soprattutto i cinesi, i giapponesi
e gli indiani, il cui ceppo va esaurendosi,
anche se non dimostra tracce evidenti
di senilità.
La causa dipende dalla diversità
presentata dagli organismi ariani ed
atlantidei, ma non è il caso
in questa sede di addentrarsi in argomenti
complicati.
Sul sistema nervoso
L’essere umano
è una combinazione di varie energie:
quelle insite nelle cellule e negli
atomi, quelle dell’anima e quelle
dello spirito. Esse conferiscono alla
materia vita e coscienza.
L’energia vitale penetra nel cuore
e vivifica tutto il corpo tramite la
corrente sanguigna. Quando l’anima
si ritrae, gli atomi si separano, tornando
al grande serbatoio della Natura, ed
il corpo si disintegra. L’energia
che trasmette le qualità animiche
invece si manifesta come coscienza e
si concentra nella ghiandola pineale,
suo mezzo d’espressione fisica.
L’anima riversa le sue energie
nel corpo tramite l’eterico, che
presenta sette grandi punti di concentrazione
lungo la spina dorsale; da lì
s’irradia in tutto l’organismo,
formando il substrato del sistema nervoso.
Negli individui comuni, l’energia
s’accentra nel plesso solare;
in quelli di medio sviluppo, anche nel
centro della gola e nell’ajna;
in quelli progrediti, fino in quelli
della testa.
Gli strumenti fisici prodotti dall’azione
dei centri sono il cuore, il sistema
endocrino ed il cervello, sui cui s’appuntano
gli studi attuali, senza comprendere
che esso rappresenta solo un mezzo di
espressione da parte di fattori per
ora invisibili e sconosciuti.
Sulla dieta
Non esiste una dieta
adatta a chiunque, poiché gli
individui non sono uguali. La dieta
vegetariana non è indispensabile
allo sviluppo interiore, anche se è
consigliabile in alcune incarnazioni
e per chi stenta a dominare la propria
natura inferiore.
Sulla milza
È l’organo
che distribuisce l’energia pranica
al fisico, attingendola dal corpo fisico
della Terra. La sua asportazione, quindi,
o la sua atrofia provoca debolezza e
predisposizione alle malattie.
Si ricordi che il corpo fisico in sé
è inerte, perché formato
da materia atomica coesa dall’eterico,
governato a sua volta dall’anima.
Quindi, il contatto tra i corpi sottili
e la materia è attuato dall’eterico,
dal centro pranico e dalla milza, organo
quindi importantissimo e oggi sottovalutato.
Sul nervo vago
Esso connette il centro
del cuore a quello basale; se questi
sono controllati dall’anima, tramite
il centro della testa, il fuoco di kundalini
ascende dalle regioni inferiori, armonizzando
il sistema nervoso e purificando tutto
l’organismo.
Sull’occhio
Il destro rappresenta
l’anima ed è strumento
di buddhi o coscienza intuitiva, il
sinistro la personalità ed è
mezzo della mente razionale.
Sulle cause psicologiche della malattia
Anch’esse costituiscono
un aspetto dell’energia ed agiscono
sui centri che condizionano le ghiandole,
le cui secrezioni penetrano nel sangue,
inducendo buona o cattiva salute.
Sulla malinconia
Le sue cause vanno
identificate nella frustrazione, nei
desideri inappagati, nella scarsa vitalità,
nel senso di futilità, nelle
paure, nel sintonizzarsi con le sofferenze
del mondo, nelle forme di ossessione,
nei sintomi patologici.
Sul plenilunio e la psicosi
Il plenilunio influisce
sugli squilibrati, sui sogni, sugli
stati neurotici ed erotici; per cinque
giorni, la Luna e la Terra ricevono
maggiore energia riflessa dal sole.
Ora, si sappia che la luce accresce
la sensibilità sia in positivo
che in negativo.
La Luna va disintegrandosi nel fisico,
ma non nell’astrale ed è
connessa con il corpo astrale del Logos
planetario, che comunica con quello
di tutti gli individui.
Gli emotivi ne riceveranno influssi
negativi, ma chi è centrato nell’anima
tramite la mente ne trarrà invece
beneficio.
Sulle trasfusioni di sangue e la
distribuzione della forza
Il sangue è
vita e, siccome un’unica Vita
pervade tutte le forme, esso in condizioni
opportune è trasferibile; inoltre,
la trasfusione è un atto di servizio
altruistico.
La corretta distribuzione della forza
si attua intrecciando rapporti armoniosi,
vivendo in modo impersonale ed evitando
atteggiamenti egoistici.
Sulla sofferenza
Si soffre quando ci
s’identifica con il corpo. Non
è esatto affermare che l’anima
soffre se la personalità si svia,
perché le vibrazioni terrene
non intaccano le dimensioni superiori;
al massimo, l’anima avverte un
senso di frustrazione, ma la sua pazienza
è infinita, poiché sa
che tutto è destinato a tornare
all’Origine.
Lo stesso dicasi per quanto concerne
il dolore del Cristo, del Logos planetario
o di Dio stesso, che non va inteso in
senso umano, come una reazione emotiva
e personale; si dovrebbe parlare di
identificazione distaccata concetto
astruso per gli intelletti umani, incapaci
di conciliare gli opposti.
La causa del dolore va fatta risalire
quindi ad un’erronea identificazione;
se ci si libera dall’illusione,
si accetta e si comprende la sofferenza.
Il che provoca la liberazione dal patire.
Sull’energia planetaria
Possiamo osservarla
solo quando una forma se ne appropria,
creando situazioni connesse al karma.
Esiste però anche un’energia
di astrazione, detta comunemente Morte,
superiore a quella che tiene unito un
corpo fisico; essa ritrae ed estrae
l’energia dell’anima che
abbandona progressivamente i suoi veicoli.
I semi della morte sono latenti nel
pianeta stesso e al nostro livello nessuno
può sfuggire a tale destino.
Sulla trasmutazione del desiderio
Il desiderio risulta
dominante quando ci si focalizza sulla
natura emotiva. Il controllo mentale
è possibile, ma non si deve reprimere
il desiderio, come fa chi è polarizzato
sull’astrale; è sufficiente
spostare altrove l’attenzione.
Sul karma
Con questo termine
s’indica non solo il destino negativo,
ma anche quello positivo.
La Legge del Karma è violata
quando si preservano forme che andrebbero
distrutte. Pertanto, l’azione
del guaritore non dovrebbe essere sempre
volta a debellare la malattia, perché
ciò costringerebbe l’anima
a rivedere e rinviare i suoi piani;
sarebbe preferibile correggere atteggiamenti
errati e porre il malato in rapporto
con l’anima, oppure preparare
il soggetto al trapasso.
Sulle malattie di gruppo
Esse dipendono da una
reazione alla vita associata. Il cancro,
ad esempio, è causato dall’eccessivo
stimolo a cui il fisico è sottoposto
soprattutto nei centri urbani. Infatti,
le cellule sono organismi viventi che
rispondono alle emanazioni massive,
che danneggiano i punti in cui l’eterico
è più debole.
Sulla mente, l’immaginazione
e la coscienza di gruppo
Invece di disperdere
l’attenzione nella molteplicità,
si dovrebbero ignorare le forme esteriori
e concentrarsi sulla luce che brilla
nell’interiore dei propri simili
e nei regni di natura; in tal modo,
si crea unione e si coltiva lo spirito
di fratellanza.
Sull’energia risanatrice
Quando si intende guarire,
bisogna attivare l’energia dell’anima
caratterizzata dall’amore e non
la forza della personalità che
distingue sempre tra terapeuta e malato.
Si deve agire in modo inconscio, decentrandosi
il più possibile, se si vuole
essere efficaci.
Sulla guarigione istantanea
Se ci si serve dell’Hatha
Yoga, si proietta il proprio magnetismo
fisico in quello del paziente; la forza
magnetica dell’infermo, invece
d’irradiare all’esterno,
si volge all’interno.
Quando la malattia è di natura
psichica o allucinatoria, è sufficiente
che le volontà del paziente e
del terapeuta s’ingegnino a spezzare
la forma-pensiero illusoria.
La guarigione spirituale opera quando
il malato riesce a stabilire un contatto
con l’anima, la cui energia è
in grado di raggiungere e di risanare
tutti i suoi veicoli.
È necessario, comunque, che il
karma del paziente sia esaurito, per
non provocare indebite interferenze
e per far ciò bisogna essere
in possesso di facoltà superiori
che permettono d’intuire lo stato
evolutivo della persona.
Sull’uso dell’immagine
del Signore
Ciò può
costituire un valido aiuto nell’azione
guaritrice, anche se tale immagine deve
essere presente nel cuore e non fare
riferimento all’iconografia tradizionale,
fondata su ipotesi o sull’estro
dell’artista.
Il Signore può guarire, perché
è l’Anima incorporata in
tutta la Realtà. Il guaritore
può comunque dire, se il malato
lo desidera, di agire per amore e gloria
del Cristo, ma le sue parole devono
essere sorrette dall’amore e dalla
volontà, se si vuole renderle
efficaci.
Sul Cristo
Alcuni discepoli sperimentano
una memoria del Cristo, perché
si sintonizzano con l’astrale
superiore. È altrettanto vero,
però, che il Signore Maitreya
ed i Suoi Discepoli si approssimano
sempre più alla nostra dimensione;
se sapremo rispondere in modo adeguato,
la Sua energia toccherà i livelli
eterici con conseguenze inevitabili.
Sulla Madre del Mondo
Si può intendere
come la Sostanza che permette di manifestare
il divino; come Natura; come Luna simbolo
di vita creativa (la vita sulla Terra
deriva da un precedente ciclo lunare);
come manifestazione della forza naturale
in individui femminili, il che avveniva
di regola negli Avatar del precedente
sistema solare (la religione delle Dee
Madri, in epoche antichissime, si rifaceva
a questo evento).
Sul senso di futilità
Può essere provato
dal guaritore quando opera su pazienti
in punto di morte. In tal caso, deve
limitarsi ad aiutare l’anima ad
orientarsi verso la luce, usando l’immaginazione
creativa ed esortando a non preoccuparsi
del mondo che si sta per lasciare.
Sui paralleli scientifici
Quando i Maestri volgono
il loro sguardo sulla nostra dimensione,
percepiscono solo gli individui più
evoluti che emanano una luce; allora,
trasmettono loro idee positive che poi
verranno messe in pratica tramite un
impegno personale.
Sugli ioni e sulle radiazioni
La scienza ufficiale
ha individuato da tempo nell’aria
particelle elettriche di segno positivo
e negativo. Sembra che esporre un malato
a flussi di ioni positivi provochi affaticamento
e aumento della pressione sanguigna,
mentre gli ioni negativi infondono euforia,
senso di benessere, di rilassamento.
I Maestri rivelano che gli ioni sono
di natura eterica e che l’irradiazione
del guaritore, soprattutto se emessa
in collegamento con una personalità
integrata o con l’anima, sortisce
effetti tangibili e risolutivi nei confronti
del male.
Sulla vibrazione
Come qualsiasi altra
percezione sensoria, è frutto
d’illusione; chi dice di avvertirla,
è ancora dotato di un apparato
capace di rispondere allo stimolo suddetto.
Sulle scuole future di guarigione
Nella Nuova Era, i
guaritori concentreranno la loro attenzione
sul corpo vitale e non tanto sulla forma
esterna, operando in modo impersonale,
amorevole ed in gruppo, sotto la direzione
dell’anima o di un discepolo iniziato
che guiderà i loro passi.
La medicina tradizionale e quella d’avanguardia
uniranno i loro sforzi, evitando contrapposizioni
fanatiche.
Si farà uso dei colori, dei suoni,
dell’omeopatia, del magnetismo,
ma ancora delle cure allopatiche, della
chirurgia e della psicologia anche se
depurate di molta zavorra.
In futuro, si faranno scoperte strabilianti:
sarà possibile fotografare i
trapassati che si trovano sui livelli
astrali, usando pellicole sensibilissime,
in grado di captare le forme-pensiero
degli stessi; ci si servirà apparecchi
radio dotati di frequenze diverse dalle
attuali per comunicare con i defunti
non ancora ascesi alla dimensione mentale,
irraggiungibile da qualsiasi apparecchio
fisico; si useranno strumenti mossi
dallo sguardo umano diretto dal pensiero
concentrato.
Tutto ciò veniva rivelato ad
Alice Bailey nella prima metà
del Novecento; si trattò di una
vera e propria profezia, di cui solo
ora si cominciano a vedere gli effetti.
REQUISITI FONDAMENTALI PER LA GUARIGIONE
Occorre innanzitutto
accettare la Legge di Causa ed Effetto,
poi una corretta diagnosi del male compiuta
sia da un medico che da un chiaroveggente;
bisognerebbe anche intuire se il destino
preveda la guarigione o meno, perché
questa potrebbe non essere gradita all’anima
che intende liberarsi della forma terrena.
Inoltre, è necessario che il
paziente ed il terapeuta collaborino
e che il malato s’impegni a controllare
la sua natura inferiore.
A volte, la guarigione è ostacolata
dalla mancanza di volontà di
vivere; tuttavia, siccome la vita fisica
non costituisce il bene supremo, si
deve anche eliminare la paura della
fine, pensando che morire significa
solo restituire sostanza al mondo fisico,
astrale e mentale, mentre l’anima
ritorna alla Fonte originaria.
È molto più difficile,
infatti, per l’anima incarnata
adattarsi alle condizioni di una nuova
esistenza che per un defunto attraversare
il velo che separa il nostro mondo dall’altro;
qui egli non avverte più i limiti
della materia, ritrova persone amate
e può vedere i viventi, di cui
capta emozioni e pensieri.
Le paure irragionevoli derivano da un’educazione
teologica che ha fatto del terrorismo
psicologico un’arma vincente per
affermare il suo potere sulle coscienze.
I Maestri dicono a chiare lettere che
non esiste l’ira divina, una pena
eterna e l’espiazione vicaria.
L’universo è governato
dall’Amore, l’anima si redime
con la vita stessa, dove s’impara
a conseguire la salvezza, rettificando
gli errori attraverso la sofferenza.
Occorre spostare l’attenzione
dalla forma all’anima e comprendere
che questa è impegnata in un’opera
di restituzione, quando si libera progressivamente
dei veicoli materiali; in un’opera
di eliminazione, quando riesce a dominare
la natura inferiore, concentrandosi
sulla propria luce; in un’opera
d’integrazione, quando si fonde
con la Monade, ristabilendo l’unità
con il Tutto.
Del resto, anche se il cervello non
lo ricorda, abbiamo varcato infinite
volte la soglia della morte e la scienza
da tempo ha appurato che nulla si distrugge
del tutto; ora, sta per dimostrare che
un quid sopravvive alla dissoluzione
del fisico, anche perché presto
si svilupperanno poteri psichici che
consentiranno di percepire la quarta
dimensione.
Quindi, prima si dissolve il fisico,
poi l’involucro astrale e infine
anche il corpo causale o animico, ma
la Monade eterna rimane o per incarnarsi
di nuovo, se gravata dal karma, o per
servire come bodhisattva i fratelli
ancora prigionieri dell’illusione.
Chi è dotato di poteri psichici
astrali pretende di assegnare limiti
di tempo tra due incarnazioni; ciò
è errato, perché il tempo
è una successione di eventi registrata
da cervello, ma non esiste laddove la
forma fisica è svanita.
Non è vero che l’anima
progredita goda nell’altra dimensione
di un lungo periodo di beatitudine;
essa, richiamata dalle sue responsabilità,
torna con frequenza maggiore per assolvere
i suoi obblighi nei confronti del prossimo.
Lo scopo di ogni esistenza è
quello di costruire una forma sempre
più adatta ad esprimere lo spirito
che la vivifica; quando lo scopo è
raggiunto, la vita si ritira gradualmente
dai suoi involucri e ciò vale
sia per l’individuo che per un
Logos planetario o solare. Infatti,
tra una manifestazione e l’altra
interviene un periodo di stasi e di
riposo detto pralaya.
IL PROCESSO DELLA RESTITUZIONE
È l’anima
che, con il suo potente richiamo, costringe
ad abbandonare la forma fisica; pertanto,
il decesso è una manifestazione
della Legge di Attrazione.
Si ripercorre, quindi, a ritroso il
processo che ha portato l’anima
ad incarnarsi, ancorando la sua energia
vitale nel cuore e nella milza e trasferendo
la coscienza individuale nella testa,
mentre la forza della personalità
entra nel plesso solare.
È per questo che, al momento
del trapasso, l’anima fuoriesce
dalla testa degli individui evoluti
e dal plesso solare dei meno progrediti
o degli animali.
Quando lo Spirito è attratto
dalla forma, subisce un processo involutivo,
che in sé non ha nulla di malvagio,
perché risponde alla necessità
di rendere la materia consapevole della
sua origine divina, mentre la ripulsa
degli involucri rappresenta una spinta
evolutiva e l’anima viene attratta
dalla sua stessa luce.
Alcune regole andrebbero osservate al
momento della morte: il silenzio; l’uso
di luci arancione che invitano a concentrarsi
nella testa; l’ascolto di una
musica dolce; la ripetizione di mantram;
rivolgere la testa del morente a est
e disporre gli arti a croce; bruciare
essenza di sandalo il cui profumo favorisce
il distacco.
Le esperienze riferite da coloro che
sono stati sulla soglia della morte
non sono fantasie o frutto di allucinazione,
ma realtà; in quel caso, non
si è interrotto quello che viene
definito il cordone d’argento,
cioè il legame tra l’eterico
ed il fisico; del resto, lo stesso accade
ogni volta che si scivola nel sonno.
È opportuno, inoltre, procedere
alla cremazione del cadavere, perché
l’azione del fuoco, se da una
parte accelera la liberazione dai veicoli
sottili che trattengono la coscienza
nella dimensione terrena, attraverso
il richiamo esercitato dall’astrale,
dall’altra non distrugge l’individualità
che si libra nel livello mentale.
La pratica dell’inumazione o,
peggio, dell’imbalsamazione invece
ostacola la liberazione dell’anima;
infatti, l’eterico può
aggirarsi a lungo attorno alla sepoltura
e il suo guscio a volte è occupato
da entità malvagie; il che spiega
gli incidenti occorsi agli scopritori
di tombe antiche.
L’ARTE DELL’ELIMINAZIONE
Dopo il decesso, quando
si è liberi dal veicolo fisico
ed eterico, si rimane avvolti da quello
astrale e mentale. Di norma, prevale
il primo, perché solo i discepoli
e gli iniziati si ritrovano subito sul
livello superiore. Comunque, ambedue
non sono dei “luoghi”, ma
degli stati di coscienza.
L’individuo comune si libera del
corpo astrale espellendolo dal plesso
solare, perché la mancanza del
fisico non consente di soddisfare i
desideri.
Invece, chi ha instaurato un equilibrio
tra emozione e mente si ritrae nel corpo
mentale e poi lo distrugge, coadiuvato
dalla luce dell’anima con cui
si va integrando.
Coloro che erano già polarizzati
sulla mente, distruggono il suo potere,
ampliando ulteriormente la propria coscienza.
In ogni caso, si è consapevoli
dell’ambiente, si prende coscienza
di sé, si rivede la vita trascorsa
e si percepisce il senso dell’Eterno
Presente, quando il contatto con l’anima
diviene più saldo. È la
fase detta del devachan.
In seguito, ci si appresta ad una nuova
incarnazione, raccogliendo la sostanza
utile a formare i corpi necessari per
il contatto con la dimensione fisica
ed aggiungendovi le qualità acquisite
con le passate esperienze. Se l’anima
è abbastanza evoluta, si scelgono
anche i genitori; altrimenti, si è
guidati da leggi superiori di tipo karmico.
Nel caso di discepoli avanzati, il corpo
astrale viene eliminato già nella
vita terrena, perché i desideri
sono controllati dalla mente; l’anima
illumina tutta la personalità
e decide il momento in cui abbandonare
il veicolo fisico.
PROCESSI D’INTEGRAZIONE
Quando anima e personalità
sono integrate, l’anima redime
la sostanza attraverso le incarnazioni;
pertanto, quando anche il corpo causale
verrà trasceso, il discepolo
può creare un corpo fisico svincolato
dalla Legge della Necessità,
per servire il genere umano secondo
il Piano divino conosciuto e promosso
dalla Gerarchia dei Maestri.
Naturalmente, si tratta di un processo
lungo e graduale, in cui prima la mente
concreta è illuminata dall’anima,
il cui raggio si riversa nella personalità;
ciò provoca brusche oscillazioni
ed il pagamento dei debiti karmici;
solo in seguito l’anima si libererà
del fardello costituito dalla personalità,
entrando in rapporto diretto con la
Monade.
Va chiarito tuttavia che anche in questa
fase una struttura esteriore permane
comunque; essa però non avverte
più alcuna separazione capace
di indurre stati di coscienza illusori.
I Maestri, per operare nel mondo, si
servono di un mayavirupa, cioè
di una forma costruita in sostituzione
della personalità ormai dissolta,
che impediva di percepire influssi di
ordine superiore.
LE LEGGI FONDAMENTALI DELLA GUARIGIONE
Una legge è
l’effetto indotto da un’entità
maggiore sulle vite in essa contenute.
Le leggi di natura riguardano gli aspetti
formali dell’essere; quelle dell’anima
subordinano quelle naturali, mentre
quelle della Vita Una finiranno per
abrogare quelle valide nella dimensione
fisica.
Pertanto, il rapporto fra superiore
ed inferiore renderà inutili
le leggi che ora vigono nel mondo materiale
e che oppongono resistenza, causando
le malattie.
Esamineremo in seguito in modo dettagliato
le dieci leggi o, meglio, i vari aspetti
di un’unica Legge operante nella
manifestazione e le sei regole a cui
il guaritore deve attenersi in situazioni
diverse.
Ora, invece, vediamo quali debbano essere
le caratteristiche di un guaritore ad
alto livello, cioè capace di
sanare in modo definitivo e cosciente,
perché in grado di modellare
la propria vita su quella del Cristo.
Dunque, egli deve essere in contatto
con la propria anima, per comunicare
con quella del paziente; deve collegarsi
alla Triade spirituale, per attivare
il potere della volontà divina;
deve essere in grado di stabilire rapporti
telepatici, per conoscere lo stato interiore
del paziente; deve possedere precise
conoscenze occulte; deve saper elevare
la coscienza del malato, per favorirne
il risanamento; deve saper dirigere
l’energia risanante tramite il
terzo occhio; deve essere puro, se vuol
dissolvere l’impurità;
deve aver collegati i centri della testa;
deve padroneggiare i propri centri,
per inviare l’energia da un suo
chakra a quello corrispondente del malato;
deve conoscere i principi della medicina
exoterica ed esoterica da usare sempre
congiuntamente; deve operare magneticamente
con le mani e irradiare con l’aura:
deve praticare l’innocuità,
cioè agire con calma, equilibrio,
inclusività e comprensione divina;
deve controllare la propria volontà
e operare con Amore; deve intuire se
il karma del paziente permetta la guarigione.
Attualmente, nessun guaritore è
in possesso di tutti queste facoltà;
solo alla metà del presente millennio
molti acquisiranno in gran parte le
suddette caratteristiche.
LEGGI E REGOLE ENUNCIATE E APPLICATE
Di seguito, vengono
elencate dieci Leggi e sei Regole che
il guaritore deve conoscere per operare
correttamente. Egli deve attivare i
centri eterici della testa e del cuore
ed agire sui centri del paziente che
presiedono all’organo ammalato.
Il fine è quello di potenziare
la luce dell’anima in chi non
riesce a ricevere la sua energia, in
modo che questa affluisca dapprima nel
capo e poi nel cuore.
Per far ciò, il guaritore dovrebbe
essere chiaroveggente ed indurre nel
malato un flusso energetico moderato,
perché non abbia effetti distruttivi.
Comunque, la prima Legge afferma che
la malattia è effetto dell’inibizione
della luce dell’anima che non
scorre negli organi.
La seconda Legge dice che la malattia
è prodotta da cause remote di
natura karmica, da energie negative
di provenienza collettiva, oppure da
influssi indotti dal Logos planetario.
La prima Regola vuole che il guaritore
conosca lo stato interno del paziente,
per accertare l’origine del male
ed individuare il punto su cui operare.
Le energie guaritrici possono partire
dai centri sopra il diaframma, se il
malato è progredito, oppure da
quelli inferiori, se si tratta di un
individuo poco sviluppato; nel primo
caso, si agisce per magnetismo, nel
secondo per radiazione.
È sempre necessaria la quiete
ed è bene stabilire un rapporto
di fiducia con chi desidera essere aiutato.
Se si agisce con amore, si evita di
assorbire emanazioni nocive.
La terza Legge ricorda che l’accentramento
dell’energia vitale provoca malattia
o rende immuni da essa. Occorre allora
che le forze vitali siano dirette dall’anima
nel cuore e da lì distribuite
al fisico tramite l’eterico, evitando
di accentrare la coscienza sul piano
mentale od emotivo, per non accrescere
la virulenza del male.
La quarta Legge afferma che la malattia
è prodotta da una distorsione
di facoltà divine; infatti, se
l’azione dell’anima è
impedita, determina nei suoi veicoli
di espressione (mentale, astrale e fisico)
un attrito con conseguenze nefaste.
Pertanto, il guaritore cerca di produrre
nel paziente un riallineamento con l’anima,
prima di dirigere le energie positive
con il terzo occhio.
La seconda Regola ricorda al guaritore
di conquistare la purità magnetica
con una vita esemplare; in tal modo,
può irradiare energie positive.
La quinta Legge dice che nell’uomo
s’incrociano due energie, quella
dell’anima e della personalità;
l’eventuale conflitto tra di esse
è causa dei mali fisici.
La terza Regola ricorda al guaritore
di concentrare l’energia nel centro
che corrisponda a quello iper o ipostimolato
nel paziente, per ripristinare l’equilibrio
perduto.
La sesta Legge afferma che, quando nel
corpo agiscono le energie costruttive
dell’anima, vi è salute;
se invece operano quelle della personalità,
si sviluppa il male.
La settima Legge dice che, quando l’energia
scorre senza ostacoli, stimola il sistema
ghiandolare, cioè il riflesso
visibile dei centri eterici, capace
di agire sul fisico immettendo ormoni
nella circolazione sanguigna; in tal
caso, la malattia è scongiurata.
La quarta Regola sancisce che, dopo
aver individuato l’organo colpito,
si procederà a curare il centro
eterico, senza però trascurare
l’apporto delle conoscenze mediche
o degli interventi chirurgici oggi in
auge.
L’ottava Legge afferma che la
morte è prodotta dal ritiro dell’anima
dalla forma e dall’azione della
Vita planetaria che riassorbe gli atomi
prima assemblati in un organismo complesso.
La quinta Regola stabilisce che, quando
il guaritore collega anima cuore cervello
e mani, opera in modo magnetico; invece,
se collega anima cervello cuore ed aura,
agisce in modo radiante ed allora il
paziente reagisce alla radiazione aurica
di chi lo assiste. Nel primo caso, si
usa il prana, cioè il fluido
vitale planetario; nel secondo, l’energia
animica.
La nona Legge ricorda che il bene espelle
il male e che bisogna agire con calma,
mantenendo una visone globale ed una
comprensione divina, come è spiegato
nella regola seguente.
La sesta Regola, infatti, decreta che
il guaritore deve dominare il corpo
emotivo, evitando l’illusione
della separatività e rispettando
il Piano.
La decima Legge ricorda che l’anima
e la forma devono anche accettare la
dissoluzione, per dar modo alla Monade
di liberarsi da quei veicoli che pure
hanno svolto una funzione utile nell’incarnazione
terrena.
I SETTE MODI DI GUARIRE
Ricapitolando, il
guaritore si colleghi con l’anima,
decida quale veicolo usare, si raccordi
col centro eterico appropriato al paziente
(cuore o plesso solare), fissi la coscienza
nella testa e dall’ajna diriga
l’energia risanante.
Bisogna poi tener conto della differenza
o dell’identità dei raggi
del medico e del paziente, ma per far
ciò si dovrebbe essere chiaroveggenti;
se non è possibile, ci si disponga
a divenire un canale per lasciar fluire
l’energia dell’Amore divino,
oppure quella del prana planetario capace
di rafforzare il fisico.
Infine, vengono fornite delle formule
puramente simboliche che, se espresse
chiaramente, essendo dotate di forza
tremenda, potrebbero avere effetti distruttivi,
perché gli individui non sono
ancora maturi per ricevere istruzioni
esplicite.
Tuttavia, alla luce delle future scoperte
scientifiche e considerando l’evoluzione
in atto del genere umano, tutto diverrà
più chiaro e privo di rischi.